Progetto Tempo curioso: partono i laboratori per imparare a diventare cittadini consapevoli del mondo virtuale

Con il nuovo anno sono partiti i laboratori educativi rivolti ai ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 14 anni del progetto “Tempo Curioso – spazi di educazione ed espressione per riconnettersi al territorio”, un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Le attività laboratoriali esplorano con modalità e chiavi differenti il rapporto che i ragazzi hanno con gli strumenti digitali e il mondo virtuale. Aumentare la consapevolezza sull’utilizzo dei device digitali e dei social media, strumenti che fanno ormai parte del quotidiano dei giovanissimi, è proprio uno degli obiettivi principali del progetto.

Essere nativi digitali non significa automaticamente essere competenti del contemporaneo. Si è formata una nuova società digitale in cui tutti noi siamo cittadini digitali, abbiamo diritti e doveri e dobbiamo essere formati a vivere questa cittadinanza come cittadini consapevoli.

dice Ester Graziano, operatrice di LVIA che conduce il laboratorio “Io cittadino digitale”. Gli altri 2 percorsi di edutainment che sono partiti sono curati dall’Associazione EUfemia e da Libro Aperto con la collaborazione di Simona Molari.

Di educazione digitale c’è davvero bisogno e ne abbiamo avuto ulteriore conferma durante l’evento di presentazione online del progetto che si è tenuto lo scorso dicembre attraverso la piattaforma zoom e in diretta sulla pagina facebook di Tempo Curioso. All’appuntamento si erano collegate circa un centinaio di persone, tra cui i partner del progetto, enti istituzionali, la Dott.ssa Valentina Paniccià in rappresentanza di Con i Bambini e numerosi insegnanti e genitori dei ragazzi dei 3 istituti comprensivi coinvolti nel progetto. Dopo pochi minuti dall’inizio, all’improvviso sono comparsi sulle slide che stavamo proiettando disegni offensivi, bestemmie e svastiche: stavamo subendo un’incursione da parte di un gruppo di anonimi disturbatori. Dopo qualche minuto di confusione siamo riusciti a riprendere il controllo della piattaforma e proseguire con il programma dell’evento, ma dovendo purtroppo rinunciare alla sessione aperta di domande e risposte che era stata prevista.

Questo tipo di incursioni aggressive, denominate “zoombombing”, sono aumentate esponenzialmente nei mesi del 2020 dove, a causa della pandemia di Covid-19, le piattaforme virtuali come zoom vengono utilizzate molto spesso per la conduzione di riunioni, eventi e spesso dalle scuole per la didattica a distanza. Proprio nei giorni scorsi, è avvenuto l’ultimo violento episodio durante la presentazione di un libro sulla memoria della Shoa.

Nel nostro caso, i pochi minuti di incursione hanno lasciato una sensazione di inquietudine e di vulnerabilità, ma anche la consapevolezza che la piazza virtuale può diventare un luogo pericoloso dal quale bisogna imparare a difendersi.

Oggi abbiamo vissuto in diretta le distorsioni e la violenza che si può manifestare nello spazio digitale e guarda caso quando si parla di educazione, di responsabilità e di cittadinanza

ha così concluso la presentazione Ilda Curti, della Cooperativa Coesa, capofila del progetto, confermando che le attività di educazione digitale per giovani e adulti, come quelle proposte da Tempo Curioso, sono necessarie per vivere con serenità il nuovo ecosistema digitale che fa ormai parte delle nostre vite.