Dove: Comune di Gorom Gorom, Provincia dell’Oudalan, Regione Sahel, Burkina Faso
Settore: allevamento
Partner e finanziatori: UFC e CRUS (ONG locali); Attaram (organizzazione di allevatori); Rete dei Comuni della Provincia di Torino; Tavola Valdese
Beneficiari diretti:  38 allevatori di Attaram (di cui 14 donne) e le rispettive famiglie.
Descrizione sintetica del progetto
Questo progetto tende a completare le indicazioni fornite nel 2007 dall’equipe del prof. Francesco Cristofori della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Torino incaricata da LVIA, dalla rete dei Comuni della Provincia di  Torino (Piossasco, Airasca, Cantalupa, Frossasco, None, Orbassano, Pinerolo, Roletto, Trana e Villarbasse) e dalla Regione Piemonte, di fornire indicazioni per uno sviluppo dell’allevamento (eliminazione dei soggetti improduttivi, riduzione del numero dei tori, scelta di una razza più produttiva, introduzione di tecniche di conservazione dei foraggi e di gestione delle deiezioni, trasformazione e commercializzazione del latte), verso una transizione dall’allevamento transumante verso una parziale sedentarizzazione.
Altro obiettivo non direttamente legato agli aspetti tecnici, ma di primaria importanza sarà di giungere a una gestione collettiva degli animali e dei terreni recintati per poter disporre di una massa di risparmi che permetta investimenti diretti da parte dell’associazione degli allevatori.
Obiettivo finale dopo due anni di corretta gestione, è la realizzazione di un sistema di trasferimento delle tecniche messe a punto agli altri allevatori della regione tramite una “ferme – école”, che non è un liceo agrario, ma una cascina sperimentale per stage pratici su questo tipo di gestione dell’allevamento.
Obiettivi e attività e
Il pascolo è l’interazione fra gli animali e l’erba. Solo mantenendo un equilibrio duraturo fra questi elementi è possibile una produzione stabile, a maggior ragione in ambienti fragili e con piovosità variabile come quelli del Sahel. Negli ultimi decenni le condizioni della regione si sono sostanzialmente modificate. Il numero di animali è aumentato in modo importante mentre non si sono attuati miglioramenti sul terreno e la superficie a pascolo si è ridotta per l’incremento delle aree dedicate alle colture agrarie. Questo ha determinato un sovrapascolo con la conseguenza di una riduzione della produzione foraggera per unità di superficie e la perdita di molti terreni che si sono desertificati. Tutto ciò ha fatto si che le produzioni animali si siano ridotte per mancanza di alimento.
Per quanto riguarda il comune di Gorom Gorom, con una piovosità media di circa 450 mm anno l’elemento limitante per la produzione foraggera non è l’acqua, ma la fertilità del terreno. Infatti con questa piovosità sarebbe possibile produrre 5000 – 10000 kg di sostanza secca per ha contro i 500 – 1500 prodotti attualmente.
Obiettivo specifico del progetto è quindi di ricostituire la fertilità del terreno, reinsediare le graminacee perenni e incrementare la presenza delle leguminose.
Per quanto riguarda gli animali tutte le esperienze dimostrano che la bassa produttività non è determinata da limiti genetici quanto da carenze alimentari. Gerendo attentamente le deiezioni per la fertilizzazione del pascolo si incrementa la produzione di foraggio che permette maggiori produzioni, instaurando un circolo virtuoso.
Pascolo turnato
Tradizionalmente nel Sahel il pascolo era prevalentemente transumante. Gli animali venivano spostati su aree diverse fintanto che non avessero consumato tutto il foraggio, per poi nuovamente spostarsi su nuovi pascoli. L’aumento del numero degli animali, attualmente non permette più di praticare su tutta la regione questo tipo di allevamento virtuoso, poiché il numero di animali stanziali è molto aumentato.
Nel Sahel la qualità dell’erba è buona solamente durante il periodo delle piogge e solo in questo periodo gli animali riescono a produrre in modo adeguato. Nel resto dell’anno nutrendosi con erba secca possono solamente ridurre le perdite di peso. Un tempo con molto foraggio a disposizione gli animali riuscivano a scegliere l’alimento in modo da avere ancora un minimo di produzione. Ora invece essendo obbligati a mangiare tutto le perdite di peso nella stagione secca diventano rilevanti.
Il pascolo turnato su aree protette permette di ripristinare su scala più ridotta la pratica di trasferimento degli animali su zone intatte durante tutto l’anno.
Reintroduzione delle graminacee perenni
Prima della grande siccità dell’inizio degli anni ’70 in tutto questo territorio erano presenti in modo abbondante le graminacee perenni e in modo particolare Andropogon Gayanus. Le erbe perenni passano la stagione secca in riposo vegetativo, ma all’arrivo delle prime piogge producono foglie molto rapidamente perché hanno l’apparato radicale già completamente formato. Inoltre sopportano bene anche prolungati periodi di siccità tra le piogge, possono prolungare il periodo di crescita in funzione della disponibilità di acqua. Al contrario le graminacee annuali all’inizio della stagione delle piogge crescono più lentamente perché devono formare anche il loro apparato radicale, nella prima fase di crescita sono molto vulnerabili perché un periodo anche non molto lungo di carenza idrica le può facilmente uccidere. In più una volta terminato il loro ciclo produttivo seccano e muoiono anche in presenza di acqua ancora disponibile. Tutto questo fa si che la produzione di foraggio delle perenni sia maggiore delle annuali e normalmente anche di migliore qualità e sia disponibile foraggio verde per un periodo più lungo nell’anno.
Gli steli dell’andropogon sono usati per la produzione di molti oggetti di artigianato e nel progetto è previsto che gli steli riproduttivi siano utilizzati come paglia per la produzione di letame.
Produzione di fieno e letame
Per avere buone produzioni bisogna avere a disposizione foraggio di buona qualità. L’erba è di buona qualità all’inizio del ciclo di crescita; con il procedere del ciclo la qualità decade rapidamente. La fienagione interrompe il processo degradativo legato al procedere del ciclo riproduttivo. Pertanto il taglio deve avvenire in una fase precoce dell’accrescimento, al contrario di quanto avviene adesso nella regione perché con un taglio tardivo si ottiene sì una maggiore quantità di foraggio più facilmente essiccabile ma di qualità scadente paragonabile all’erba seccata in piedi presente in gran quantità. La produzione di importanti quantità di fieno di buona qualità permette di prolungare di molto il periodo di produzione di latte e, fornito nella zona di riposo degli animali, permette di raccogliere facilmente le deiezioni per la produzione di letame.
Inoltre, più del 90 % degli elementi fertilizzanti che l’animale ingerisce vengono espulsi tramite le proprie deiezioni. Di tutti gli elementi l’azoto è quello di solito limitante perché necessario in maggiori quantità e perché va più facilmente perduto. Infatti se le deiezioni sono depositate al pascolo su terreno molto caldo e secco si può perdere da due terzi a alla metà di tutto l’azoto. Al contrario se gli animali depositano urina e feci su un letto di paglia l’azoto viene assorbito e molto poco sarà disperso. Il letame va poi accumulato e mantenuto alla giusta umidità per superare la stagione secca e essere poi distribuito sui pascoli all’inizio delle piogge.
Come paglia è previsto di utilizzare gli steli maturi dell’andropogon perché gli steli dei cereali sono troppo preziosi per altri usi.
Per poter produrre letame in buona qualità e quantità bisogna rispettare alcune condizioni:
1) disporre di abbondante lettiera
2) avere una zona per la raccolta del letame in cui gli animali stazionino per molte ore l’anno
3) uno spazio propizio alla conservazione e alla maturazione del letame
4) adeguate macchine per la distribuzione.
Per i primi anni sarà necessario aggiungere al letame una certa quantità di fosforo di cui questi terreni sono stati impoveriti da molti anni.
Produzione animale
E’ stato provato in molte stazioni sperimentali sparse nei diversi stati del Sahel che gli animali allevati in questa regione hanno produzioni basse per carenze alimentari. Gli animali infatti coprono in primis le esigenze di mantenimento e solo dopo dedicano energie per le produzioni (latte e accrescimento). La qualità mediocre della razione disponibile per la maggior parte dell’anno permette a malapena di coprire i fabbisogni di mantenimento e quindi solo aumentando la qualità dei foraggi si potranno avere delle produzioni per la  maggior parte dell’anno.
Vengono di seguito presentati alcuni dati produttivi:
Parametri di produttività                           attuali                                         ideali
Età primo parto                                          4 anni                                      2,5 anni
Fertilità                                                       50%                                         90%
Mortalità 1° anno                                         20%                                         10%
Età di riforma                                            10 anni                                      12 anni
Numero medio di femmine allevate
nella vita di una vacca                                  1,2                                            3,6
Latte prodotto per anno per capo                  200 l                                         800 l
I risultati produttivi attuali sono dati comuni nel Sahel e corrispondono ai dati medi raccolti nel comune di Gorom. E’ significativo che attualmente nessuna femmina possa essere venduta per non ridurre il numero di animali della mandria. E’ evidente che anche migliorando di poco le condizioni attuali si potrà avere un incremento produttivo rilevante.
Redditività degli investimenti
L’incremento di produttività, dopo i primi anni, deve portare oltre a un maggiore reddito per le famiglie degli allevatori coinvolti anche una capacità di investimento tale da affrancarsi dalla dipendenza degli aiuti esterni anche per la realizzazione di nuovi investimenti.
Azioni previste
Il progetto sarà coordinato localmente dall’ONG burkinabé UFC, in collaborazione con l’altra ONG CRUS e sotto la supervisione della LVIA, alla quale sarà anche affidata la gestione del finanziamento.
A.1 – Firma di una convenzione tra Attaram e il Comune Urbano di Gorom Gorom per l’utilizzo di 600 ha di terreno
A.2 – Realizzazione della recinzione elettrica dei 600 ha (con il contributo di Attaram per quanto riguarda la manodopera e la fornitura dei pali)
A.3 – Acquisto delle attrezzature agricole (trattore con forca, falciatrice, spandifieno, andanatrice, imballatrice, carro, aratro, spandiletame)
A.4 – Formazione all’utilizzo e alla gestione delle attrezzature agricole che verranno acquistate dal progetto
A.5 – Finalizzazione della progettazione esecutiva della “ferme-école”
A.6 – Organizzazione di incontri e quadri di concertazione tra autorità locali, direzioni tecniche, allevatori e ONG
A.7 – Organizzazione di stages formativi in Italia presso aziende agricole piemontesi e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino a beneficio di rappresentanti degli allevatori e di meccanici burkinabé.
Beneficiari
Direttamente, i 38 allevatori di Attaram (di cui 14 donne) e le rispettive famiglie.
Indirettamente, gli altri allevatori del comune di Gorom Gorom (con i suoi 82 villaggi) e in prospettiva gli allevatori della Regione Sahel.