Lo scambio interculturale in Burkina Faso.
L’esperienza “Dudal Jam”: Centro per la Pace
Lo scambio e la conoscenza reciproca come esperienza vissuta realmente.
Conoscersi reciprocamente per abbattere i pregiudizi e acquisire un nuovo modo di vedere il mondo
Sono questi gli obiettivi del Centro per la Pace Dudal Jam, nato a Dori, una città del Burkina Faso, dall’esperienza dell’Union Fraternelle des Croyants, una Ong burkinabé che implica i giovani nel dialogo interculturale e interreligioso e promuove opportunità di scambi internazionali.
François Ramdé, direttore dell’Union Fraternelle des Croyants, un’associazione del Burkina Faso, presenta l’esperienza “Dudal Jam” di dialogo interreligioso, che la LVIA sostiene insieme a CEM Mondialità e una rete di Enti Locali italiani.
L’esperienza del Centro Dudal Jam è promossa in Italia da un’ampia rete di Enti locali e associazioni: i Comuni piemontesi di Torino, Pinerolo, Piossasco, Orbassano, Avigliana, Villarbasse, Roletto, Airasca, Frossasco, None, Cantalupa, Borgo San Dalmazzo, Cossato, le Province di Torino, Potenza e Biella, il Comune di Mazzarino, Cem Mondialità e l’Associazione di solidarietà e cooperazione internazionale LVIA.
François Ramdé, direttore dell’Union Fratrernelle des Croyants
“Vorrei parlarvi dell’esperienza dell’Union Fraternelle des Croyants (UFC) a Dori, sul tema del dialogo per la pace e più esattamente nella sua esperienza “Dudal Jam”, che significa Centro per la Pace.
Dudal Jam è nato da una constatazione che il Vescovo, responsabile dell’UFC, condivise in un’assemblea generale dell’associazione: è necessario che i giovani si impegnino nella tematica del dialogo per la pace, perché implicare le giovani generazioni è una questione di perennità, un investimento per il futuro.
L’esperienza di saper vivere insieme il dialogo di vita tra persone diverse, di confessioni religiose diverse, ma anche di differenti culture, deve essere un affare sentito e vissuto in prima persona.
Quindi il progetto “Dudal Jam” cerca di coinvolgere i giovani per costruire innanzitutto una catena di amicizia tra i giovani, giovani convinti che la differenza è una fonte di arricchimento personale.
Gli scambi sono quindi molto importanti. Non ci sarebbero scambi senza differenza tra di noi: tra i nostri pensieri, le nostre opinioni, le nostre culture. Gli scambi sono molto arricchenti perché sono l’occasione per conoscersi meglio. I pregiudizi cadono quando ci si conosce, non esiste più “il musulmano è questo, il protestante è quello” o “il bianco è questo, il nero è quello”. Quando ci si conosce e si passa del tempo insieme si acquisisce un diverso modo di guardare il mondo. Il Centro Dudal Jam, attraverso lo scambio fa una valorizzazione della differenza personale, non nel senso negativo ma nel senso di dire che questa differenza deve arricchirci reciprocamente, nei nostri scambi. Se tutti fossimo identici la vita sarebbe monotona, se ci fossero solo i bianchi, solo i neri, o solo i cattolici. Dudal Jam è costruito in tal senso e impegna la gioventù di tutti i paesi.
Il progetto
Nel nord del Burkina Faso, grazie all’associazione locale Union Fraternelle des Croyants, il dialogo interreligioso, soprattutto tra i giovani musulmani e cristiani, è praticato da oltre quarant’anni. Sulla base di questo impegno, nasce nel 2008 il progetto Dudal Jam. Il progetto prende il nome dall’espressione fulfuldè, la lingua più parlata nella regione, Dudal Jam: letteralmente “Centro per la pace” e vuole creare un’opportunità di educazione alla pace, dialogo interculturale e interreligioso per giovani africani ed europei, attraverso la costruzione di due Centri per la Pace e lo Sviluppo nel Sahel e Campagne di sensibilizzazione in Italia e nei paesi dell’Africa Occidentale.
L’idea è nata dai Comuni piemontesi impegnati nel progetto di cooperazione decentrata Enndàm(con l’impegno iniziale dei Comuni di Piossasco, Orbassano, Avigliana, Villarbasse, Roletto) e fanno parte della rete anche le Città di Pinerolo, Potenza, Borgo San Dalmazzo, Cossato, Mazzarino (in provincia di Caltanissetta), le Province di Torino, Potenza e Biella, e vede la collaborazione della LVIA, di CEM Mondialità e un contributo triennale della Conferenza Episcopale Italiana.
L’Union Fraternelle des Croyants: le religioni come elemento di unione
Mons. Guido Fiandino alla Conferenza di presentazione del progetto Dudal Jam nella sede della Provincia di Torino. Settembre 2008
L’iniziativa nasce dalla quarantennale esperienza dell’Union fraternelle des Croyants (UFC), un’associazione burkinabé che riunisce le comunità cristiane, musulmane e animiste della regione per promuovere lo sviluppo umano attraverso la cultura della tolleranza e dell’integrazione, del dialogo interculturale e interreligioso e la collaborazione socio-economica.
Mons. Joachim Ouédraogo, Vescovo del capoluogo regionale Dori e Presidente della Commissione Episcopale per il dialogo tra cristiani e musulmani del Burkina Faso e del Niger, gestisce l’associazione insieme al Grande Imam di Dori e Presidente delle comunità musulmane del Burkina Faso Hamidou Moussa Dicko: «In questo particolare momento storico, nel quale i territori diventano sempre più spazio di convivenza multiculturale, la scarsa conoscenza della reciproca “diversità” alimenta stereotipi e pregiudizi e rischia di rendere le relazioni conflittuali. – Spiega Monsignor Ouédraogo – Condividere la nostra esperienza di vita con altri territori può essere significativo perché mostra come diverse comunità dialogano e lavorano insieme valorizzando la propria diversità religiosa e culturale per realizzare programmi di sviluppo. A Dori, cristiani e musulmani agiscono insieme costruendo percorsi di pace».
L’Union Fraternelle des Croyants nasce nel 1969 quando una grave siccità rischiava di affamare migliaia di persone. In quell’occasione, l’Emiro di Dori Hama Diabaté e il Grande Imam Nassourou Cissé si rivolsero alla missione cattolica per chiedere aiuto contro l’emergenza. Per non cadere in un sistema assistenziale, Padre Lucien Bidaud, un religioso francese che in quegli anni stava lavorando con la popolazione in programmi di lotta alla povertà, supportò la creazione dell’associazione, che si sarebbe occupata nell’immediato di gestire gli aiuti, nella convinzione della necessità di organizzare la società “dal basso”. Da allora, l’UFC si è costituita in associazione ed ha ricevuto il riconoscimento dello stato burkinabé. L’UFC affianca la promozione del dialogo interculturale e interreligioso ad attività di sviluppo socio-economico: sovranità alimentare, lotta alla desertificazione, acqua, promozione della donna, salute e formazione professionale sono i suoi ambiti di attività.
Perché un Centro per la Pace nel Sahel?
La regione Sahel, crocevia tra Burkina Faso, Niger e Mali, luogo di comunicazione e di scambio tra mondo arabo ed Africa subsahariana, è un esempio di pacifica convivenza tra una moltitudine di popoli: Foulbé, Foulcé, Songhaï, Gourmantché, Touareg, Mossi, Peulh sono solo alcune delle etnie che vivono sul territorio. Adriano Andruetto della LVIA Piossasco è tra i primi promotori del progetto: «Il Centro per la Pace Dudal Jam è un’opportunità, un ponte tra Africa ed Europa, uno spazio di incontro e co-educazione alla pace per giovani africani ed europei. Il Centro permetterà ai giovani di incontrarsi e conoscersi, partecipando insieme a laboratori culturali e di educazione alla pace. Inoltre, la conoscenza diretta della popolazione e delle tradizioni locali, unita alla partecipazione concreta ai progetti di sviluppo territoriale promossi dall’UFC, permetterà una più profonda comprensione della realtà, abbattendo i troppo facili stereotipi e pregiudizi diffusi nella nostra società».
La Campagna Dudal Jam
La rete di Comuni del Progetto Enndàm, un ampio programma di cooperazione decentrata nella regione Sahel con l’accompagnamento della LVIA, hanno portato in Italia il messaggio dei membri dell’UFC ed è così nata l’idea progettuale. Questi stessi comuni – Piossasco, Avigliana, Orbassano, Villarbasse, Airasca e Roletto – hanno poi coinvolto altri enti del Piemonte, Toscana e Basilicata che con la LVIA hanno inviato una delegazione in Burkina Faso nel marzo del 2008 per incontrare l’UFC. A settembre, poi, una delegazione dell’UFC ha raggiunto l’Italia per promuovere l’iniziativa sul territorio italiano. La Campagna vuole raccontare una realtà del Burkina Faso attraverso il progetto Dudal Jam. Mons. Joachim Ouédraogo: «Siamo molto felici di essere qui in Italia per promuovere la Campagna Dudal Jam. È importante porre al centro dell’attenzione pubblica la tematica del dialogo interculturale, perché la pace è la base dello sviluppo». Mons. Guido Fiandino Vescovo Ausiliare di Torino, presente alla conferenza presso la Provincia di Torino ha affermato: «Dal Burkina Faso arriva un esempio di cooperazione che fa della religione l’elemento di unione fra i popoli. Non posso che dare tutto il mio appoggio all’iniziativa» La preparazione della campagna di promozione in Italia è coordinata da Cem Mondialità, mentre la LVIA, insieme al Comitato Enndàm coordinerà la campagna dal punto di vista operativo e gestionale.
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