foto: Maja Galli
Odore di plastica bruciata, fumo acre che invade le case e si lascia dietro un tappeto di mosche. Non sembra di essere a Maputo, capitale africana in forte ascesa economica con i suoi quartieri residenziali e benestanti, ma in un girone infernale di fumi, rifiuti, ratti. Siamo nella lixeira, la più grande discarica del Mozambico, che domina il paesaggio del quartiere-baraccopoli di Hulene, nella periferia di Maputo.
Qui, è cominciata 10 anni fa l’attività di LVIA in Mozambico, Paese che iniziava – e continua tuttora – una crescita del PIL molto sostenuta, grazie anche alla scoperta di grandi giacimenti di gas naturale e alle riforme attrattive per gli investimenti esteri (deregolamentazione, privatizzazione, ecc.). Gli interessi economici in gioco sono enormi, basti pensare che il governo ha firmato concessioni per lo sfruttamento del gas naturale della durata di 35 anni. A questo boom economico, però, si affianca la crescita del divario tra ricchi e poveri e soprattutto il proliferare di nuovi poveri, totalmente esclusi da questo processo e che, anzi, ne subiscono gli effetti collaterali peggiori.
Su questo sfondo ci sono loro, i catadores, persone che vivono di quel che riescono a raccogliere e recuperare tra i rifiuti. È l’altra faccia, quella sconveniente, del boom economico del Mozambico, che tra il 1996 e il 2015 ha registrato tassi di crescita tra i più elevati del continente africano (7-8% in media).
Tra gli “effetti collaterali” della crescita economica del Paese, ci sono l’aumento della povertà di chi resta “ai margini del gioco” e l’inquinamento provocato dai rifiuti, prodotti in modo incontrollato e non adeguatamente smaltiti.
In questo spazio è intervenuta LVIA, cominciando dai catadores, gli “ultimi” delle periferie di Maputo, i raccoglitori di rifiuti della discarica di Hulene.
LVIA ha mostrato loro la potenzialità economica insita nei rifiuti; chi ha accettato la sfida, ha seguito un percorso di formazione fino ad istituire delle cooperative, e ha cambiato la propria vita, organizzando e legalizzando l’attività che prima svolgeva in modo informale. Sono nate così diverse cooperative per la valorizzazione dei residui. La più recente è la ComSol.
Simona Mortoro è la rappresentante di LVIA in Mozambico:
«Il problema dei rifiuti ora è percepito dal governo come una priorità. A LVIA è stata riconosciuta l’expertise nel settore, maturata in questi 10 anni con il merito di aver coniugato il tema ambientale con l’inclusione delle fasce sociali più emarginate.».
Maputo oggi è un modello nazionale per l’organizzazione del ciclo dei rifiuti e questo è stato possibile anche grazie all’importante lavoro e investimenti dalla cooperazione internazionale. In questo quadro, il governo prevede di chiudere entro il 2018 la lixeira di Hulene, per costruire una discarica a norma che servirà le due Municipalità di Maputo e Matola.
«Ma in altre città», continua Simona, «Come Pemba e Tete dove ci sono grandi giacimenti di gas naturale e di carbone, le amministrazioni locali si trovano impreparate a gestire il controllo dei residui generati delle attività estrattive dei grandi investitori.».
In questo contesto, LVIA nel 2014 ha attivato un progetto, con il co-finanziamento del Ministero Affari Esteri Italiano, per agire su scala nazionale.
Il ruolo di LVIA è di supportare le amministrazioni pubbliche nel rafforzamento delle competenze del personale che opera a livello governativo, provinciale e comunale, accompagnare il processo di applicazione della nuova normativa ambientale sulla gestione dei residui solidi varata dal Governo nel 2014, fornire supporto ai Municipi nell’elaborazione e implementazione di piani di gestione integrata dei residui solidi.
Attraverso il progetto, il Ministero dell’Ambiente del Mozambico, partner di LVIA insieme all’Associazione Nazionale dei Municipi del Mozambico, sarà dotato di una banca dati sulla situazione esistente in ambito di gestione residui solidi nei 53 Municipi mozambicani, azione che intende contribuire a riempire il vuoto d’informazione che ostacola l’elaborazione di politiche ambientali efficaci.
La Cooperativa ComSol: da Raccoglitori di rifiuti a imprenditori
Quella di ComSol, Cooperativa di Maputo per le Soluzioni Ambientali nata nel 2014, è la storia di otto persone che, per sopravvivere, ogni giorno si recavano nella discarica di Maputo sperando di recuperare e rivendere qualche scarto. Grazie al supporto di LVIA, hanno trasformato questa attività informale in una cooperativa legalizzata, si sono allontanate dai pericoli della raccolta in discarica e hanno migliorato la situazione economica delle proprie famiglie.
Il 10 settembre 2015 a Nairobi, Albertina Joaquim Sono di LVIA, in rappresentanza di Comsol, ha ritirato il Premio SEED: un riconoscimento importante per queste persone, che hanno compiuto passi da gigante emergendo dalla realtà sommersa e socialmente ai margini del lavoro informale.
Il SEED Awards, promosso da vari enti internazionali tra cui UE e ONU, premia ogni anno le imprese locali più promettenti e innovative nei paesi emergenti. Il premio promuove lo sviluppo sostenibile e la green economy, riconoscendo il ruolo delle piccole e medie imprese nello stimolare il progresso economico.
A Argentina, Neria, Rocina, Adelia M., Adelia C., Avelina, Fatima e Cassamo di ComSol i complimenti per questo risultato e i nostri migliori auguri.
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Paese
Mozambico
Settore
Ambiente e Energia