Acqua, energia e ambiente: le parole chiave per un futuro sostenibile in Kenya
Nelle prime settimane di novembre forti piogge ed inondazioni si sono abbattute sulla costa del Kenya, causando ingenti danni che hanno costretto milioni di persone a lasciare le proprie case. Andrea Bessone, desk del Kenya per LVIA, è da poco rientrato da una missione nel Paese per valutare l’andamento dei progetti insieme allo staff locale.
Come hai trovato la situazione nel Paese dopo le forti piogge?
Queste inondazioni sono arrivate dopo un lungo periodo di siccità, durato quasi 5 anni. Le abbondanti precipitazioni sono collegate al fenomeno meteorologico El Niño, caratterizzato da un riscaldamento anormale delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico equatoriale, e che ha effetti significativi sul clima a livello globale. Le piogge hanno reso molte strade impraticabili ed è stato complicato raggiungere le comunità con le quali sviluppiamo i progetti. Inoltre diversi pozzi e punti d’acqua sono stati distrutti o resi inutilizzabili.
Cosa succede ai pozzi quando ci sono dei fenomeni alluvionali di questa portata?
I pozzi sommersi sommersi diventano inutilizzabili per molto tempo poiché c’è un forte rischio di implosione della struttura e inquinamento dell’acqua. Le acque trascinate dalle inondazioni risultano spesso contaminate, con un notevole rischio di fungere da veicolo per malattie a trasmissione oro-fecale, tra cui il colera.
Come possiamo intervenire in questo caso?
Da anni in Kenya lavoriamo sull’accesso all’acqua pulita e sicura e a maggior ragione, in situazioni come questa, si è reso necessario rafforzare l’impegno per soddisfare le esigenze di coloro che al momento non hanno accesso all’acqua. Stiamo dando priorità alla riabilitazione dei punti d’acqua danneggiati privilegiando l’energia solare rispetto alle pompe a carburante. Facendo sempre attenzione alla governance dei punti d’acqua gestita dai comitati.
Come funzionano i comitati di gestione dell’acqua?
Sono composti solitamente da 7 persone nominate dagli abitanti del villaggio in cui viene fatta l’opera, che sia un pozzo o una parte di acquedotto con un punto d’acqua. Il comitato ha il compito di gestire il punto d’acqua, dal ricevere i contributi degli abitanti che si servono a quella fonte, monitorarne il corretto funzionamento ed eseguire le riparazioni quando necessarie.
Ma quindi le persone devono versare una quota per rifornirsi d’acqua?
Può sembrarci strano che proprio in un posto come l’Africa si debba versare una quota, seppur minima, per rifornirsi di acqua. I pozzi e i punti d’acqua non sono pubblici né privati ma sono comunitari, gestiti dalla comunità e per questo si autofinanziano e si autogestiscono. È un sistema che funziona nelle zone più rurali e remote del Paese, non solo in Kenya ma anche in tanti altri paesi africani e che è centrale per garantire la sostenibilità dei nostri interventi.
Quali sono le attività che si stanno svolgendo in questo momento in Kenya?
Da pochi mesi abbiamo avviato, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, un’importante iniziativa che si focalizza sul legame cruciale tra acqua, energia e ambiente. Ci troviamo sempre nella Contea di Isiolo, nel nord del Kenya. Oltre a migliorare l’accesso all’acqua, l’iniziativa prevede la distribuzione di forni migliorati per la cucina domestica. Sono forni che,rispetto a quelli usati tradizionalmente, emettono una bassissima quantità di gas serra con un minore impatto sull’ambiente e sulla salute delle famiglie, in particolare donne e bambini che passano molto tempo a casa. Inoltre riducono considerevolmente il consumo di legna.
Il tema della protezione ambientale è molto importante: la stessa Contea di Isiolo ha istituito da poco un dipartimento sulle energie rinnovabili e deciso di investire sui forni migliorati e stiamo lavorando insieme per fare una prima distribuzione.
Quali sono i programmi per il futuro prossimo sul tema dell’energia?
L’idea è quella di entrare nel circuito che ci permette di acquisire carbon credit e poter così effettuare ulteriori investimenti dal punto di vista ambientale a favore della comunità,come ad esempio realizzare attività di rimboschimento. Nel Paese la situazione attuale è sempre molto complessa ma, ci sono tante idee che circolano,circolano, all’interno dello staff e negli scambi continui con partner e stakeholder, e la volontà di continuare a lavorare insieme per un futuro migliore.