Agroecologia: un percorso trasformativo per affrontare le crisi globali

Il forum di Agroecology Europe, che si tiene con cadenza biennale, ha avuto luogo quest’anno a Gyöngyös in Ungheria dal 16 al 18 novembre.

LVIA vi ha partecipato con il direttore strategico Italo Rizzi, insieme ad una forte rappresentanza di altri membri provenienti da COSPE, Mani Tese, ACRA, e Deafal e che fanno parte di Azione TerrAE, coalizione per la transizione agroecologica.

Azione TerrAE si propone di incoraggiare una riflessione critica e costruttiva sulla cooperazione internazionale nelle aree più fragili e vulnerabili del mondo, colpite dagli impatti negativi dei cambiamenti climatici, della crisi sociale e economica.
L’Africa occidentale, e in particolare la regione del Sahel, sta affrontando una crisi sempre più grave: desertificazione e impatti del cambiamento climatico, conflitti e crisi di sicurezza, problemi sociali, insicurezza alimentare e migrazioni interne e internazionali.

Si tratta di crisi complesse e multidimensionali, e l’agroecologia emerge come una componente cruciale nella risoluzione di questo scenario, poiché contribuisce a un percorso trasformativo che affronta le radici profonde della crisi.

Con la partecipazione al forum, si sono rafforzarti i contatti con Agroecology Europe che coalizza attori di ricerca e della società civile per fare avanzare conoscenze e coinvolgimento scientifico, sociale e politico in Europa sulla prospettiva agroecologica e far conoscere Azione TerrAE espandendo i contatti con altre ONG, università e centri di ricerca per possibili collaborazioni.

Al forum erano presenti circa 300 persone tra ricercatori, agricoltori e rappresentanti della società civile con una larga presenza di giovani, provenienti da 26 paesi diversi. Racconta Italo Rizzi:

Il forum è stato molto ricco di argomenti e spunti di azione, in particolare sul ruolo dei giovani e delle donne, l’importanza della pastorizia, la ricchezza data dalla diversità dei sistemi produttivi e delle alleanze locali, l’agricoltura rigenerativa e le pratiche di gestione del suolo e della sua vitalità, le comunità di pratiche e di ricerca territoriale per lo sviluppo di approcci transdisciplinari. Sono stati toccati anche i temi della creazione di luoghi di dialogo e di comunicazione non violenta.

Il forum non aveva certamente un focus sulla cooperazione internazionale, poco toccato da conferenze e workshop e pertanto il contributo originale della nostra missione è stato di esplorare le connessioni tra l’agroecologia in Europa e quella nel Sud Globale. Allo stesso tempo è stato occasione di riflettere sulla necessità di un cambiamento che deve toccare le nostre stesse organizzazioni attraverso un percorso di apprendimento individuale e collettivo e la promozione di un modello collaborativo tra le organizzazioni in un contesto che spinge a lavorare in modo competitivo sui bandi e su percorsi di breve durata che mal si adattano ai percorsi agroecologici.

I progetti comuni dei membri di Azione Terrae sono occasione di formazione in una dimensione dialogica, locale e internazionale, di promozione della partecipazione della società civile al dibattito agroecologico e ambiscono a migliorare la comprensione degli impatti delle pratiche e anche dei programmi di agroecologia.
La partecipazione al Forum è servita a maturare ancor più la consapevolezza della necessità di contaminazioni con altri soggetti e piattaforme politiche, dell’opportunità di mettere in comune conoscenza e risorse per dare più voce alla società civile con le campagne e le attività di advocacy per le riforme sulle politiche non più procrastinabili, ad esempio la politica agricola comune (PAC) dell’Unione Europea, e la presa di impegni per l’agroecologia e sistemi alimentari sani e giusti.

 

Italo Rizzi e altri membri di Azione Terrae