PEGGIORA LA SICUREZZA IN BURKINA FASO

Solo nell’ultimo anno ci sono stati più di 300 attacchi di bande armate con centinaia di vittime. E la popolazione paga le conseguenze più gravi

maggio 2019

Il “Paese degli uomini integri” – questo è il significato di “Burkina Faso” come fu chiamato dopo la colonizzazione – è sempre stato una roccaforte di stabilità e sicurezza in un’area molto instabile dell’Africa (dalle lotte Tuareg in Niger e Mali, alle crisi politiche della Costa d’Avorio).
Ma questa volta il paese è stato contagiato dalla crisi in atto dal 2012 nel nord del Mali: da lì sono arrivate le prime bande armate di ispirazione jihadista, e oggi la situazione Iè tragica in diverse regioni del paese, soprattutto nel nord.

Da Intervista a Marco Alban, rappresentante LVIA in Burkina Faso

L’EMERGENZA DEGLI SFOLLATI
Da marzo ad aprile il numero degli sfollati è aumentato del 18%: si parla di 20.000 persone in un solo mese.
Dove vanno? Si spostano all’interno della regione, in zone più sicure, dove sono accolti dai loro parenti. Ma le famiglie di accoglienza sono a loro volta povere, con componenti di 6, 8, 10 persone…Come possono sostenere una famiglia altrettanto numerosa e a cui dare almeno acqua e cibo?
Il problema è capire come gestire gli sfollati che, essendo persone che si muovono all’interno del proprio paese, non sono presi in carico dall’UNHCR, che invece si occupa dell’accoglienza dei rifugiati che, per definizione, provengono da un paese straniero (l’UNHCR è presente nel nord del Burkina con campi di accoglienza per 25mila rifugiati provenienti dal Mali). Il governo burkinabè attraverso il CONASUR, il corrispettivo di una Protezione Civile, si sta organizzando ma le risorse sono poche.
Le Ong stanno iniziando a fare la loro parte per supportare le comunità di accoglienza ed evitare la creazione di campi di accoglienza, che provocherebbero situazioni di emarginazione.

SCUOLE E CENTRI SANITARI
Le bande armate vogliono imporre la sharia (legge islamica) e quando arrivano chiudono le scuole che a loro parere non ne rispettano i canoni. Al momento è difficile trovare una soluzione.
Se una scuola viene bruciata si può ricostruire, oppure costruire centri di insegnamento alternativi, ma i genitori sono preoccupati dalle violenze e molti preferiscono non mandare i propri figli a scuola, per proteggerli. Molto spesso le scuole chiudono anche perché gli insegnanti se ne sono andati. È accaduto più volte, ad esempio, che le lezioni siano state interrotte da queste bande e l’insegnate frustato a scopo punitivo e intimidatorio.
Anche molti centri sanitari stanno chiudendo per motivi di sicurezza e migliaia di persone non hanno più accesso alla salute.

I CONFLITTI ETNICI E INTER-COMUNITARI
Siamo estremamente preoccupati dall’escalation della violenza in Burkina Faso, alimentata dalla stigmatizzazione di alcune comunità, con conseguenze disastrose sulla situazione umanitaria già difficile.
Questi movimenti armati arrivano in un villaggio e uccidono tutti i componenti di una determinata etnia. Di conseguenza, ci sono ritorsioni dagli altri villaggi con stragi nei confronti dell’etnia che è stata risparmiata.
Questi sono episodi gravissimi e non sono mai accaduti prima in Burkina Faso, dove le diverse religioni ed etnie hanno sempre vissuto fianco a fianco. Episodi di questo tipo sgretolano la coesione sociale di un paese che ha sempre vissuto in pace. È una strategia per creare divisione nella società burkinabè che solo unita potrà reagire e cacciare questa invasione straniera.

COME INTERVIENE LVIA IN QUESTA SITUAZIONE DI CRISI NEL NORD DEL BURKINA FASO?

LVIA in BURKINA FASO. I progetti e la storia

Grazie ai progetti in corso nell’area, attivi con i finanziamenti di ECHO e dei Fondi Fiduciari dell’UE, LVIA interviene su diversi aspetti che, a causa della crisi, aggravano le condizioni di vita della popolazione. Gli interventi si svolgono nella Regione Sahel (Province di Soum e Oudalan) e nella Regione Nord (Provincia di Loroum).

SALUTE E NUTRIZIONE
Nelle località dove si concentrano gli sfollati, i centri sanitari non riescono a far fronte a tanti nuovi pazienti. LVIA porta una risposta rapida aumentando l’organico del personale sanitario e, dall’altro lato, lavora per evitare l’insorgere di nuove malattie: con la prevenzione della malnutrizione, ad esempio formando le mamme a fare delle pappe nutrienti con ingredienti locali e rifornendo le strutture sanitarie dei necessari servizi idrici.
AMMORTIZZATORI SOCIALI E SICUREZZA ALIMENTARE
LVIA ha identificato 3.200 famiglie tra le più povere, che non hanno neanche l’apporto nutritivo di base necessario a svolgere una vita attiva. Per permettere loro di risollevarsi e ricominciare a vivere e lavorare, LVIA effettua una distribuzione di viveri e denaro. Inoltre, continua il lavoro per migliorare la produzione agricola e pastorale e per sviluppare nuove attività produttive.
GOVERNANCE LOCALE
LVIA lavora con i Comuni affinché avviino i servizi tecnici necessari ad avere un piano di contingenza per prevenire la crisi, gestirla e risollevarsi.

APPROFONDIMENTO – BURKINA FASO: CONTINUA LA LOTTA ALLA MALNUTRIZIONE INFANTILE

In Burkina Faso, paese che oggi vede minata la sicurezza nazionale con drammatici impatti sulla popolazione, più di 130mila bambini sotto i cinque anni di età soffrono di malnutrizione acuta severa (fonte ECHO) e ben 1 milione di bambini soffrono di malnutrizione cronica (fonte UNICEF Burkina Faso).

CURA DELLA MALNUTRIZIONE
Con il contributo di ECHO e DIFID, l’impegno di LVIA è stato caparbio, con un obiettivo: salvare la vita dei bambini colpiti dalla malnutrizione acuta.
Un bimbo colpito da malnutrizione acuta ha appena il 50% di possibilità di vivere. LVIA ha attivato questi progetti nella Regione del Centre-Ouest dal 2012 al 2017 e nella Regione Sahel, provincia dell’Oudalan, dal 2017 ad oggi.

PREVENZIONE DELLA MALNUTRIZIONE
Nella Regione Centre-Ouest, terminata l’emergenza della malnutrizione acuta, la “malnutrizione che uccide”, LVIA è ora attiva con un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, finalizzato alla prevenzione e cura della malnutrizione cronica: una malattia non mortale, ma subdola. Se non curata in tempo, lascia nel bambino – e nell’adulto che sarà – degli irrimediabili danni fisici e ritardi mentali. Un altro intervento finalizzato alla prevenzione è attivo nelle province di Soum e Loroum nel nord del Burkina.

Da un’intervista a Monica Rinaldi, responsabile area nutrizione LVIA in Burkina Faso

MALNUTRIZIONE ACUTA
La malnutrizione acuta si manifesta con un aspetto “pelle e ossa” o con edemi (gonfiori alle articolazioni) ed è causata da carenza energetica o dal mancato assorbimento di nutrienti per un periodo anche breve.
Questo tipo di malnutrizione uccide.
Sono necessarie cure tempestive con l’uso di alimenti terapeutici e l’insorgere di complicazioni necessita l’immediato ricovero in ospedale, con sorveglianza medica 24 ore al giorno.

COME INTERVIENE LVIA
La strategia è quella di migliorare il programma di cura:

Migliorando la diagnosi;
Aumentando il numero di bambini malnutriti che accedono al trattamento;
Assicurandosi del rispetto dei protocolli di cura;
Realizzando interventi per l’accesso all’acqua potabile ed ai servizi sanitari di base.

MALNUTRIZIONE CRONICA
La malnutrizione cronica è legata al consumo prolungato di pasti poveri dal punto di vista nutritivo e può essere corretta entro i due anni di età.
Dopo, non ci sono più possibilità di guarigione e, seppur non mortale, ha delle conseguenze terribili per tutta la vita: sviluppo fisico ridotto, maggiore vulnerabilità alle malattie e sviluppo cognitivo limitato.
La persona sarà meno forte e meno intelligente rispetto a quelle che erano le sue potenzialità e diventerà probabilmente povera, perché meno attiva nella società.

COME INTERVIENE LVIA
La strategia è migliorare l’alimentazione delle donne incinte ed allattanti, dei neonati e dei bambini con:

Formazione del personale sanitario e di associazioni locali per trasmettere alle mamme le buone pratiche di allattamento ed alimentazione, con la preparazione di pappe nutrienti;
Sensibilizzazione delle istituzioni e dei leader tradizionali per l’adozione di provvedimenti volti a promuovere la buona nutrizione ed a facilitare l’accesso alle cure.