L’etiopia tra siccità e conseguenze del conflitto

Due anni di conflitto armato nel nord dell’Etiopia hanno inflitto un terribile tributo ai civili. A novembre 2022 è stata finalmente raggiunta una tregua, ma questa non cancella il trauma dei gravi abusi che le forze di sicurezza statali e i gruppi armati tigrini hanno commesso, né le conseguenze sociali ed economiche che la guerra ha portato con sé.

I conflitti e i disordini in diverse regioni dell’Etiopia, accompagnati dalla preoccupante siccità che caratterizza il Paese, hanno aggravato una delle più grandi catastrofi umanitarie contemporanee. Le Nazioni Unite stimano che 20 milioni di persone in Etiopia stiano attualmente vivendo in condizioni di grave insicurezza alimentare. Questa situazione si protrarrà verosimilmente per tutto il 2023 e le condizioni catastrofiche – in cui le persone muoiono di fame ogni giorno – potrebbero diffondersi se aiuti specifici non verranno immediatamente incrementati e se le piogge stagionali si confermeranno deficitarie.
Le diverse crisi contemporanee – siccità, conflitto interno, impatti economici della guerra in Ucraina e condizioni economiche globali – stanno mettendo a dura prova le risorse del governo etiope, limitando le risorse disponibili per affrontare l’insicurezza alimentare. Inoltre, l’inflazione ha reso più complicato l’accesso al cibo. Dopo il massimo del 37,7% nel maggio 2022, l’inflazione è complessivamente scesa, ma i prezzi alimentari continuano a rimanere elevati. A questo si aggiunge la siccità che compromette i raccolti e causa un’alta mortalità del bestiame.

LVIA interviene insieme alle ONG CIFA e CVM in una delle aree maggiormente colpite dal conflitto e, almeno parzialmente, dalla siccità, quella dell’Amhara, in particolare nella zona del South Wollo. Andrea Bessone, desk dell’Etiopia per LVIA e Luca Marro, Rappresentante Paese LVIA, che da poco è entrato a far parte del team, sono stati recentemente in missione nel Paese per monitorare l’andamento delle attività e incontrare la popolazione locale.

Lavoriamo nel South Wollo, una zona non lontana dal Tigray che molto recentemente è stata teatro di scontri violenti. Ci siamo trovati davanti ad un contesto in grande difficoltà: le infrastrutture sono rotte o danneggiate, le cooperative agricole non riescono a produrre abbastanza poiché mancano le sementi ma, in ogni caso, anche gli sbocchi sul mercato si sono molto ridotti. Questa è una terra che ha grosse potenzialità produttive ma ha bisogno di investimenti ben indirizzati.

Luca Marro incontra gli operatori di progetto locali

Il progetto interviene in aree toccate anche dal flusso, soprattutto di ritorno, di migranti rimpatriati dai Paesi del Golfo, e originari di questa zona.

Per i rimpatriati, alle difficoltà del rientro che porta con sé gravi problematiche, si aggiungono gli effetti del conflitto: tornare a casa e reintegrarsi è oggi ancor più difficile, laddove la guerra e le difficoltà climatico-ambientali hanno messo in difficoltà gli stessi abitanti, accrescendo il numero dei vulnerabili (in primis donne capofamiglia e minori).

Alle cause profonde dei flussi migratori che qui nascono o transitano, si aggiungono le devastazioni materiali e psicologiche lasciate dall’occupazione dell’esercito di liberazione del Tigray. Gli agricoltori locali vengono sostenuti da LVIA nel miglioramento della loro capacità di produrre generi alimentari, migliorando la disponibilità di cibo nell’area. Inoltre, il sistema sanitario locale, già originariamente molto fragile, viene sostenuto e accompagnato per far fronte ai crescenti casi di malnutrizione.

In generale, la situazione attuale si presenta come l’ennesima sfida per la popolazione locale che da sempre ha dato prova di essere resiliente e tenace. Per contribuire ai progetti in Etiopia, è possibile fare una donazione su https://dona.lvia.it/

Un ambulatorio nel South Wollo