Coltivare accoglienza a Saluzzo: per una stagione di giustizia

Da molti anni LVIA porta la sua attenzione e si impegna concretamente nel promuovere il cambiamento di sistemi economici ingiusti e, in agricoltura, di filiere del sistema agroalimentare che in tutto il mondo rendano protagonisti del cambiamento e della transizione agro-ecologica gli attori stessi impegnati nella produzione.

A Saluzzo, a pochi chilometri dalla sede di Cuneo di LVIA si trova il più importante polo ortofrutticolo del Nordovest d’Italia: buona parte della frutta presente sulle tavole d’Italia e d’Europa arriva infatti dalle oltre 5500 aziende agricole del saluzzese, sparse in una trentina di comuni.

L’impiego di lavoratori stagionali in agricoltura è un fenomeno strutturale nella zona. L’abbondante offerta di manodopera, le condizioni spesso precarie di chi cerca lavoro induce i potenziali lavoratori ad accettare spesso condizioni di ingaggio a loro più̀ sfavorevoli rispetto a quelle previste dai contratti in vigore, sia per quanto riguarda la flessibilità̀ oraria che la retribuzione e la copertura previdenziale.

Tra il 2020 e il 2021 con il progetto “Coltivare Inclusione” e in seguito tra il 2022 e il 2023 con il progetto “Coltivare Accoglienza” (finanziato dalla Presidenza del consiglio dei Ministri con il fondo 8 per 1000 dell’IRPEF devoluto dai cittadini italiani alla diretta gestione statale), la pluriennale collaborazione tra LVIA e Caritas di Saluzzo si rafforza grazie a risorse destinate in particolare al supporto del miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori braccianti agricoli stagionali con background migratorio: si tratta di rifugiati o richiedenti asilo, persone vulnerabili che fanno fronte a un elevato stress, dovuto sia alle condizioni di incertezza che riguardano il loro status in Italia, sia alla prolungata permanenza nei campi che alle fatiche dei lunghi spostamenti in bicicletta per raggiungere i posti di lavoro. Inoltre, le diverse provenienze innalzano anche barriere linguistiche che non permettono una facile integrazione.

Pertanto, il progetto sostiene e accompagna queste persone intervenendo concretamente sul miglioramento delle condizioni alloggiative e lavorative e offrendo strumenti di orientamento rispetto ai servizi presenti sul territorio. Parallelamente si lavora con le comunità locali con azioni per supportare un processo interculturale, favorendo l’interazione degli abitanti del campo con la cittadinanza, attraverso l’organizzazione di momenti di festa, musica e dialogo.

IL LAVORO STAGIONALE NEL SALUZZESE

Dati recenti raccontano una presenza di circa 10.000 braccianti che nel 2022, dal mese di maggio con i piccoli frutti e quello di dicembre con le mele invernali, hanno lavorato nei Comuni cosiddetti “della frutta”, compresi tra il Saluzzese, il Saviglianese e il Cuneese. Questi numeri e dati sono stati raccolti da diverse realtà che rendono il territorio cuneese un esempio di accoglienza e integrazione. Il 70% della manodopera occupata è straniera, di cui la metà originaria della regione sub sahariana: un fenomeno che ha conseguenze anche su aspetti amministrativi che riguardano i permessi di soggiorno, sulle residenze e il diritto alla salute.

COLTIVARE ACCOGLIENZA

Il progetto “Coltivare Accoglienza” è nato per contribuire nel dare una risposta territoriale alla situazione di complessità connessa al fenomeno del lavoro stagionale agricolo nei Comuni del Saluzzese.

A partire dalla primavera del 2022 gli operatori di LVIA e Caritas, con la partecipazione di alcuni volontari, hanno incontrato decine di persone giunte sul territorio alla ricerca di occupazione stagionale o già occupate in forma non continuativa e in condizione di precarietà abitativa. Abbiamo organizzato passaggi settimanali nei luoghi di accoglienza e di residenza, monitorando i bisogni delle persone incontrate con l’obiettivo di migliorare le condizioni abitative e rispondere alla necessità di formarsi per accedere a condizioni lavorative migliori con percorsi specialistici di formazione professionale. Altri hanno ricevuto supporto medico e legale.

Nel tempo si sono rafforzati i legami di amicizia e fiducia tra gli operatori, i volontari e le persone incontrate. Molti cittadini del territorio si sono resi disponibili ad offrire un sostegno pratico ed emotivo e sono nate numerose occasioni spontanee di incontro che hanno contributio a costruire un clima positivo di scambio e reciprocità, generando connessioni umane autentiche. L’intento del progetto è stato proprio quello di favorire l’incontro tra persone appena arrivate e autoctoni al fine di creare ponti tra culture e permettere, se desiderato, un radicamento che avesse un aspetto sociale e umano ben ancorati.

Sono stati organizzati una serie di incontri di comunità e integrazione in molti luoghi diversi del territorio: escursioni in montagna, visite naturalistiche, proiezioni cinematografiche, giornate sportive e visite a luoghi di interesse locali, come il suggestivo planetario a Bellino, a Saluzzo. Il tutto all’insegna della condivisione di tempo, esperienze, competenze e storie.

Due delle occasioni più significative si sono realizzate all’inizio e poi alla fine del progetto, nei mesi di aprile del 2022 e del 2023, durante il periodo di ramadan. Molte delle persone che abbiamo incontrato sono musulmane e ci hanno chiesto di condividere tutti insieme il momento serale di interruzione del digiuno, l’iftar: il momento comunitario per eccellenza, in cui ci si riunisce solitamente in famiglia per una cena speciale.

Quando la famiglia è lontana, è bello sapere di poter incontrare qualcuno che ti fa sentire a casa, nonostante tutto. La prima volta hanno partecipato 40 persone e l’occasione ha permesso a ciascun partecipante di preparare un piatto tipico della propria regione. Durante l’iftar condiviso di aprile 2023 hanno partecipato oltre 300 persone. Ci siamo trovati in Piazza Cavour, una delle piazze centrali di Saluzzo, dove abbiamo offerto una cena preparata dalle famiglie della moschea e alle quali abbiamo potuto raccontare gli obiettivi del progetto.

 

Una nuova stagione è alle porte e migliaia di persone torneranno in quei frutteti, su quelle strade battute da copertoni di bicicletta. Perché la stagione che sta per cominciare sia una stagione più giusta, che garantisca diritti e condizioni di vita più dignitose, il contributo che ciascuno e ciascuna di noi può dare è fondamentale: presidiamo, osserviamo, portiamo la nostra partecipazione il più possibile in quei luoghi di marginalità che sono il preludio di situazioni di sfruttamento e di intollerabili ingiustizie. Portiamo la nostra forza, la nostra presenza laddove vince una certa arrendevolezza e un senso di immutabilità. Insieme possiamo costruire una vera nuova stagione di giustizia.