Sulla scia della Giornata Mondiale della Terra: la desertificazione in Mali
Il Mali è vittima da ormai molti anni di un rapido degrado dei suoli. In particolare, nella provincia di Bafoulabé l’erosione e la perdita di suolo e di risorse idriche sono destinate ad aumentare. Le cause sono da un lato le pratiche di disboscamento della foresta, e dall’altro l’uso del fuoco come pratica agricola comune.
La desertificazione può essere definita come la diminuzione o distruzione del potenziale biologico della terra, quindi “il degrado del territorio nelle zone aride, semi-aride e sub-umide secche attribuibile a varie cause” (United Nations Convention to Combat Desertification, 1994). Il fenomeno è attribuibile sia ai cambiamenti climatici che alle attività umane, ed è un processo che mette a rischio la vita animale, vegetale e delle popolazioni.
Fra i fattori ambientali che favoriscono la desertificazione ci sono il riscaldamento globale, la siccità prolungate e i fenomeni di erosione del suolo legati a eventi naturali estremi. Mentre fra le azioni dell’uomo ci sono in primis la deforestazione e il conseguente sfruttamento intensivo e non sostenibile di terreni e risorse, pratiche non corrette di irrigazione, un uso eccessivo di sostanze chimiche, ma anche attività estrattive e gli incendi.
“Nel nostro villaggio, l’erosione è dappertutto ed è un pericolo più serio di quello che sembra. C’è il rischio che molte famiglie siano obbligate a dover abbandonare le loro case prima che crollino durante un’inondazione. Abbiamo bisogno che qualcuno intervenga per aiutarci” – Séga Fofana, capovillaggio
L’erosione provoca una degradazione del suolo, il quale riducendo la sua efficienza diminuisce anche la produzione alimentare. Gli effetti distruttivi del fenomeno sono visibili anche sul piano economico e sociale. La crescita demografica esercita maggior pressione sulle risorse e, in assenza di alternative e risorse economiche per una corretta gestione ambientale, aggrava la situazione: la deforestazione viene intensificata per soddisfare i bisogni in crescita della popolazione ed estendere le aree coltivate. Questi terreni poi vengono spesso sfruttati in modo intensivo, e per soddisfare la domanda di prodotti agricoli vengono installate colture su terreni marginali come colline, rive di fiumi o alvei.
Inoltre, la desertificazione e l’erosione dei suoli sono anche causa di emigrazione verso terre sempre più lontane:
“Per colpa della desertificazione e dell’erosione dei suoli, sta scomparendo tutta la fauna e la flora. Non riusciamo più a coltivare quello che vorremmo e dobbiamo cercare terre sempre più lontane. È cambiata l’organizzazione del mondo rurale anche perché una volta potevamo contare su tre mesi di buona pioggia, oggi solo più su uno, uno e mezzo al massimo, e abbiamo dovuto adattarci a seminare varietà dal ciclo breve. Non ci sono più foreste e non si trovano più le piante e le essenze vegetali che erano le nostre medicine tradizionali e così ci sono conseguenze anche sulla salute.” – Seydou Brahima, produttore agricolo
L’intervento di LVIA per rafforzare la gestione sostenibile delle risorse naturali
Per contrastare il rapido degrado dei suoli e gli effetti del cambiamento climatico, LVIA promosso un progetto per la gestione sostenibile delle risorse naturali nella Regione di Kayes, nella provincia di Bafoulabé. Grazie alle attività di progetto è stato possibile mettere in sicurezza 5 ettari di calanchi formatisi per l’erosione del terreno, trasformandoli in terrazze a gradoni, e a costruire delle dighette in pietra e opere anti-erosive.
Oltre all’azione più pratica di protezione dei territori, sono state condotte delle formazioni specifiche rivolte alle comunità locali, sia sugli effetti del cambiamento climatico, che sulle modalità di gestione sostenibile delle risorse naturali e dell’agricoltura.