Descrizione del progetto
La presente iniziativa si sviluppa nella zona del Saluzzese, in provincia di Cuneo, nei Comuni di Saluzzo, Verzuolo, Lagnasco e Costigliole Saluzzo.
Qui si trova il più importante polo ortofrutticolo del Nordovest d’Italia. L’impiego stagionale in agricoltura è un fenomeno strutturale nella zona ed è cresciuto con il progressivo ampliamento delle superfici destinate alla frutticultura.
Un tempo il reclutamento avveniva, oltre che tra i residenti, tra gli studenti del territorio; successivamente vi è stato l’afflusso di raccoglitori stagionali italiani provenienti dalle regioni meridionali, poi è stata la volta di lavoratori giunti dall’Europa dell’Est, finché nel 2009 hanno fatto la loro prima comparsa i migranti di origine africana, che ora costituiscono un poderoso “esercito bracciantile” a disposizione delle aziende agricole locali.
La recente ondata migratoria composta da migranti forzati provenienti dall’Africa ha prodotto, nella stagione agricola saluzzese, un’offerta di lavoro composta da persone richiedenti asilo, rifugiati politici o titolari di protezione umanitaria: un target nuovo rispetto al fenomeno iniziato nel 2009 e che presenta vulnerabilità ancora maggiori.
Si può stimare che oltre il 15-20% dei migranti che ogni estate giungono sul territorio saluzzese per la ricerca di un lavoro stagionale in agricoltura appartenga a questo target.
Un’abbondante offerta di manodopera, di gran lunga superiore alla domanda, induce i migranti stessi ad accettare condizioni di ingaggio a loro più̀ sfavorevoli rispetto a quelle previste dai contratti in vigore, sia per quanto riguarda la flessibilità̀ oraria che la retribuzione e la copertura previdenziale.
Tra i problemi più gravi per i braccianti, vi è quello abitativo.
La Regione Piemonte ha emanato nel 2016 una disposizione al fine di mitigare la problematica abitativa in situazioni di particolare disagio, come quello che si verifica nel Saluzzese. Secondo la Legge Regionale 12 del 2014, per i Comuni del Piemonte è possibile la presentazione di domande di contributo per la realizzazione di progetti finalizzati alla sistemazione temporanea di salariati agricoli stagionali presso le agricole piemontesi. Questa azione di supporto all’attività lavorativa stagionale in agricoltura è stata intrapresa con il fine di prevenire lo sfruttamento e il fenomeno del caporalato, e con l’obiettivo di incidere e sul tessuto sociale e culturale piemontese creando condizioni di legalità diffuse sul territorio e tali da innescare processi virtuosi di emersione del lavoro non regolare.
Per contribuire a dare una risposta alla situazione di disagio sono state avviate delle iniziative da parte di attori del territorio e negli ultimi anni con le istituzioni locali, la Caritas e la Coldiretti hanno sperimentato sistemi di accoglienza sia per chi arriva a cercare lavoro sia per chi ha un contratto di lavoro. Dal 2014 al 2016 si è strutturato il Campo Solidale (tendopoli) della Caritas. Nel 2018 il Comune di Saluzzo ha aperto il primo dormitorio pubblico.
Di particolare rilievo ai fini del presente progetto è il sistema, nato per sostituire il Campo Solidale chiamato “Coltiviamo Solidarietà – Accoglienza Diffusa” che dal 2016 vede impegnati alcuni Comuni, il Consorzio Monviso Solidale (Servizi Sociali), la Cooperativa Lagnasco Group e soprattutto la Caritas di Saluzzo.
Il progetto “Coltivare inclusione” presenta un’elevata utilità sociale, ed è volto ad affrontare un dramma al quale si assiste da molti anni in occasione della stagione agricola. Al contempo, favorisce le condizioni per promuovere migliori soluzioni (nel breve e nel medio periodo) di inclusione e coesione sociale sul territorio.
Obiettivi ed attività
Obiettivo: Promuovere l’integrazione dei rifugiati e migranti braccianti agricoli stagionali del Saluzzese migliorando la loro condizione alloggiativa, l’accesso ai servizi e il superamento di condizioni di isolamento sociale attraverso il rafforzamento delle competenze e la promozione della partecipazione attiva alla vita sociale presso le comunità ospitanti
Il presente progetto, oltre che a partire dall’analisi di contesto svolta con gli attori impegnati sul campo, intende basarsi sull’analisi e studio di buone pratiche già in essere a livello nazionale, anche piemontese.
Le attività coinvolgono con un approccio partecipato bottom-up, i migranti e le comunità locali.
Attività
Miglioramento delle condizioni alloggiative e capacity building per i migranti in accoglienza diffusa attraverso:
- acquisto e distribuzione alle 4 strutture di accoglienza diffusa sostenute dai Comuni di Saluzzo, Verzuolo, Lagnasco e Costigliole Saluzzo di un KIT “materiale per un’adeguata accoglienza”: cuscini, coperte, lenzuola per 120 persone e di un KIT di arredi essenziali per le 4 strutture. Al termine della stagione lavorativa, ci si occuperà della raccolta e stoccaggio del materiale di accoglienza che verrà messo a disposizione per future attività.
- le 4 accoglienze diffuse gli operatori di progetto svolgono attività di supporto attraverso passaggi settimanali al fine di migliorare le relazioni tra migranti braccianti agricoli, favorire il dialogo, l’ascolto e promuovere una convivenza pacifica all’interno delle strutture.
Abitare Saluzzo: costruire la possibilità di uscire dalla ciclicità stagionale e da una condizione lavorativa e personale precaria che deriva dal continuo spostarsi da una parte all’altra dell’Italia, attraverso:
- la strutturazione di percorsi e partnership per trovare sistemazioni abitative e durature a coloro che dimostrano di voler e poter rimanere sul territorio, per scopi lavorativi e/o scolastici e che abbiano una autonomia-sostenibilità economica di base.
Rafforzamento di comunità per una maggiore coesione sociale
LVIA e CARITAS da sempre sono attive nelle comunità locali e godono di un’ampia fiducia: attraverso le proprie azioni di volontariato accompagnano la solidarietà locale nei confronti di persone svantaggiate, educano e sensibilizzano studenti e professori a scuola, raccolgono risorse a sostegno di progetti di cooperazione internazionale. Tali relazioni costituiscono terreno fertile per lo sviluppo di comunità, per consolidare nelle comunità di accoglienza un accrescimento di consapevolezza e di giustizia sociale nei confronti dei rifugiati accolti al fine di promuovere la loro integrazione. Si prevede di:
- Organizzare incontri settimanali nelle 4 strutture di accoglienza illustrando le possibilità di accesso ai servizi di base locali, quali sportello lavoro, sanitario (gestito da medici volontari), socio-psicologico.
- Realizzare la mappatura e l’empowerment di 4 gruppi locali (1 per ogni comune coinvolto) formati da cittadini residenti motivati a favorire processi di inclusione e integrazione dei braccianti agricoli rifugiati accolti presso le accoglienze diffuse (famiglie, giovani, parrocchie, gruppi locali).
- Formazione per i 4 gruppi locali per la realizzazione di iniziative di inclusione.
- Organizzati momenti di incontro e socializzazione co-progettati tra migranti braccianti agricoli e le comunità ospitanti
Lean design per imprese sociali: ciclofficina e cooperativa agricola o di servizi
- Nel 2019 Caritas ha sostenuto l’avvio di una cooperativa agricola e di servizi e ci si propone di avviare un percorso di certificazione che utilizzi un labelling capace di far riconoscere come sostenibili, sul piano etico del rispetto delle condizioni lavorative dei braccianti, i prodotti agricoli. Grazie al dialogo instaurato con Confcooperative Cuneo, è emerso l’interesse di alcune associate di Confcooperative di voler intraprendere un percorso sulla certificazione etica dei prodotti agricoli del saluzzese che riguardi anche la salute, la sicurezza dei lavoratori e le relative condizioni di lavoro. Si prevede quindi l’istituzione di un tavolo di coordinamento tra LVIA, Caritas, Confcooperative, le sue associate agricole e i Comuni coinvolti, in modo da concertare un’analisi delle certificazioni etiche già esistenti (Fairtrade, Global G.A.P., SA 8000, NoCap, ecc.) e monitorare il funzionamento di realtà già certificate nell’ottica di creazione di un nuovo marchio etico che possa contraddistinguere il prodotto ortofrutticolo del saluzzese.
Beneficiari
Beneficiari diretti:
300 rifugiati e migranti braccianti agricoli.
Beneficiari indiretti:
400 persone tra famiglie, giovani (afferenti a scout, gruppi parrocchiali, consulte giovanili, ecc.), amministratori locali, cittadini attivi residenti nei 4 Comuni coinvolti.
1000 persone sensibilizzate in occasione degli eventi pubblici.
Informazioni progetto
STATO PROGETTO
Concluso
DOVE
Piemonte, provincia di Cuneo: Comuni di Saluzzo, Verzuolo, Lagnasco e Costigliole Saluzzo.
SETTORE
Accoglienza e inclusione di rifugiati e migranti
BUDGET
euro 37.275,00
PARTNER E FINANZIATORI
Partner: Caritas Saluzzo, Confocooperative Cuneo, Rifugiati in rete
Finanziatore: Fondi 8×1000 della Tavola Valdese
BENEFICIARI
Beneficiari diretti:
300 rifugiati e migranti braccianti agricoli.
Beneficiari indiretti:
400 persone tra famiglie, giovani (afferenti a scout, gruppi parrocchiali, consulte giovanili, ecc.), amministratori locali, cittadini attivi residenti nei 4 Comuni coinvolti.
1000 persone sensibilizzate in occasione degli eventi pubblici.
QUANDO
1 gennaio – 31 dicembre 2020