Storie di Acqua, storie di Vita dal Kenya in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua
L’Acqua è Vita: su questo tema LVIA vi propone alcune storie dal Kenya, dove l’associazione opera nelle contee di Meru ed Isiolo.
Nel Meru, LVIA è nata, 50 anni fa: cinquant’anni di cooperazione hanno visto la costruzione di 600 Km di acquedotto che hanno portato acqua, facendola scendere a valle dai monti Kenya e Nyambene, a 522.400 persone su 1.700.000 abitanti, nelle case, nelle scuole e nei centri sanitari; e la costruzione di 3.000 cisterne per la raccolta dell’acqua piovana perché «Dell’acqua non deve essere sprecata neanche una goccia, dobbiamo riuscire a captarla e conservarla affinché possa essere utilizzata anche nei periodi in cui scarseggia» sottolinea Enrico Gorfer, volontario LVIA in Kenya che, per la sua attività nella realizzazione degli acquedotti è stato soprannominato dalla gente di Meru con cui lavora da oltre 30 anni, M’BOROKI, che in lingua ki-meru significa “Chi fa scendere l’acqua”.
Quando arriva l’acqua, la vita si trasforma: migliora la vita delle famiglie, soprattutto delle donne, migliorano l’economia, la salute e l’alimentazione, diminuiscono i conflitti.
La famiglia Nyaga vive nel Meru.Oggi finalmente può avere l’acqua aprendo il rubinetto di casa: dall’acquedotto di Murhambi sono servite 22mila famiglie e 52 scuole.foto di Alessandro Rocca – Zipporah Rigiri e sua figlia nel giardino di casa «Prima facevo un’ora di cammino, fino al fiume, oltre quella collina, per 4 o 5 volte al giorno», racconta Zipporah Rigiri. Ci andava lei, con la tanica da 20 litri, e le figlie con quelle più piccole da 10. Nel tempo “liberato”, ora coltiva l’orto e fa provvista di fieno per le mucche. «Solo con la frutta mi sono ripagato la spesa dell’allacciamento all’acquedotto», spiega il marito, John Nyaga. «E i bambini sono più puliti».
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Doris Mukami ed Enrico Gorfer, volontario LVIA, al punto d’acqua
«Sono una casalinga, ogni giorno svolgo i miei compiti e vado a cercare la legna, a prendere l’acqua e guardo gli animali» racconta. «Rispetto al mio villaggio, questa fontana è distante 3 Km. Riesco a prendere 5 taniche al giorno, cioè 100 litri.
La situazione è molto migliore di prima, quando non c’era questa fontana dovevo cercare l’acqua più lontano. Adesso abbiamo un piccolo orto, uso l’acqua che prendo qua anche per innaffiare. L’orto ci aiuta per il fabbisogno a casa e il restante lo vendo, quindi ne ricavo un introito per la famiglia. Però faccio ancora fatica, l’acqua non è abbastanza per fare tutte queste cose, devo razionarla. Per migliorare ancora la nostra situazione vorrei una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. Ora le piogge arriveranno e tutta l’acqua arrivata dal cielo correrà via.».
I figli di Doris ed altri bimbi al punto d’acqua
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Clementina Essokom è una donna di origine turkana, una delle popolazioni del nord del Kenya.Vive ad Eremet, un villaggio nella contea di Isiolo, un’area molto arida dove la scarsità d’acqua, unita alle condizioni climatiche in peggioramento e alla mancanza di infrastrutture, stanno causando dei conflitti tra le diverse popolazioni che sono costrette a spostarsi con le proprie mandrie alla ricerca di acqua e pascoli, trovandosi così a fare pressione sulle poche fonti disponibili.LVIA sta operando nell’area attraverso la costruzione e ripristino di pozzi, la gestione dei conflitti tra le diverse tribù che popolano l’area, e l’avvio di economie locali stimolando la l’imprenditorialità e la trasformazione delle resine e delle gomme, che si trovano in gran quantità ad Isiolo (progetto KAME).
Clementina, Enrico, volontario LVIA, e il capo distrettuale di Eremet, presso il pozzo di Eremet, Isiolo, ci parlano di acqua e conflitti.
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Lea Tompure, vicepreside della scuola primaria di Muramba.In molte scuole africane, la mancanza di infrastrutture idriche è una delle cause primarie di abbandono scolastico.LVIA ha installato una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e questo ha migliorato notevolmente la frequenza scolastica, oltre al rendimento stesso.
«La scuola è frequentata da 350 bambini. – ci racconta. – Ora nella scuola abbiamo l’acqua e la frequenza scolastica è molto migliorata. Prima, infatti, i bambini qua non avevano acqua da bere e questo era causa di impedimento, molti non venivano con frequenza a lezione. Adesso abbiamo acqua a sufficienza anche per pulire le classi e i bagni. La situazione è migliorata moltissimo, abbiamo aumentato il numero di iscritti, la frequenza è più regolare e anche il rendimento scolastico.».
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