Negli ultimi anni, molti contesti africani si stanno rendendo protagonisti una notevole urbanizzazione: i flussi migratori interni alimentati dalla povertà degli ambienti rurali stanno spostando centinaia di migliaia di persone dalle campagne alle città, e questo grande afflusso di persone sta creando notevoli disagi gestionali alle amministrazioni, prive delle risorse sufficienti a garantire una rete capillare in grado di servire tutto il territorio dei servizi di base, sanitari, ambientali e igienici.
In questo contesto, una fra le principali difficoltà concerne la gestione dei rifiuti solidi urbani, in particolare dei rifiuti di plastica,la cui diffusione nell’ambiente rappresenta un grave pericolo per la salute e l’igiene pubblica, per le attività agricole, in quanto erode progressivamente la fertilità dei suoli, e per l’allevamento, perché i rifiuti di plastica causano un alto tasso di mortalità tra gli animali che li ingurgitano pascolando.
In questo contesto, l’intervento della LVIA si sviluppa in Burkina Faso, nella città di Ouagadougou, dove affrontando il problema della plastica si stanno creando opportunità di lavoro e di reddito, soprattutto per le donne. L’amministrazione di Ouagadougou mette in primo piano tra le sue linee d’azione le politiche ambientali: ha elaborato per esempio un Piano per la Gestione dei Rifiuti, costruendo la prima discarica moderna dell’Africa Occidentale. In questo impegno, valorizza il lavoro delle donne e il loro associazionismo: da più di 10 anni, è attiva la Brigade Verte, un’associazione locale di 1000 donne che, incaricate dall’amministrazione comunale, si occupa della pulizia delle arterie principali della città.
Per proseguire nel suo impegno, la Città ha interpellato la LVIA, presente nel paese fin dagli anni Settanta e così, nel 2005, con il supporto del Comune di Torino e della Regione Piemonte e con un co-finanziamento del Premio Development Marketplace della Banca Mondiale, è nato il primo Centro di Riciclaggio dei Rifiuti Plastici del Burkina Faso, che ha messo in piedi un sistema di trattamento della plastica autosostenibile e competitivo sul mercato locale capace nello stesso tempo di contribuire alla tutela dell’ambiente e di lottare contro la povertà creando opportunità di lavoro e di reddito per le fasce più deboli della popolazione, in particolare per le donne.
Sostanzialmente il Centro acquista i rifiuti di plastica dalla popolazione che li raccoglie dalle strade e, dopo un’accurata selezione, inizia il processo di riciclo (taglio, lavaggio e granulazione) il cui prodotto finale è del granulato che viene venduto a imprese e centri artigianali locali che lo utilizzano come materia prima per produrre oggetti di pubblica utilità (sedie, tubi, ecc…) e dal 2006, con la collaborazione della Regione Piemonte, dell’associazione Assocomaplast e dell’Istituto dei Fratelli della Sacra Famiglia di Chieri, kit scolastici)
Il momento dell’acquisto: i rifiuti di plastica vengono pesati e pagati 30 Franchi CFA (0,03 €) al chilo
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Successivamente i rifiuti vengono lavati
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Al termine del processo di riciclo si ottiene del granulato, venduto alle imprese locali
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Lavorano nel Centro 30 donne, scelte all’interno della Brigade Verte tra quelle che vivevano situazioni familiari particolarmente disagiate: vedove con figli a carico, mariti disoccupati, situazioni di estrema povertà. Oggi, nel terzo anno di attività, queste donne hanno dato vita ad un’Associazione che gestisce il Centro in maniera autonoma, con il supporto tecnico della LVIA e della Direzione della Nettezza Urbana della Città. Tutti i costi di gestione sono sostenuti dall’Associazione, il che significa che il sistema è sostenibile da un punto di vista economico. Le 30 donne hanno quindi uno stipendio sicuro, di circa 50 Euro al mese, che in Burkina Faso permette una stabilità economica familiare.
Le condizioni di vita delle famiglie delle donne impiegate nel Centro sono notevolmente migliorate: alcune di loro hanno comprato una casa e hanno così abbandonato le piccole baracche in lamiera, i bambini possono andare a scuola e la famiglia può permettersi di pagare l’istruzione secondaria per i figli più grandi. Inoltre, la donna ha acquisito un ruolo riconosciuto e valorizzato all’interno della società e della famiglia stessa. Con i profitti realizzati dal Centro di Riciclaggio della plastica, le donne hanno potuto organizzare anche una sorta di piccolo sistema di micro-credito, che permette loro di effettuare piccoli investimenti a favore dell’economia familiare.
Le donne del Centro sono anche impegnate in attività di educazione ambientale: è stata avviata una stretta collaborazione con il Parco Urbano Bangr-Weoogo di Ouagadougou, che ha visto il coinvolgimento di 5 scuole con animazione in classe da parte dei responsabili del parco e visite al Centro di riciclaggio della plastica con il pullman donato al Parco dal Comune di Torino. Nell’ambito di queste visite, le donne del Centro mostrano il processo di riciclaggio e spiegano l’importanza di un consumo responsabile. Inoltre, all’interno della Brigade Verte, è stata formata un’equipe che effettua spettacoli di animazione teatrale, per portate tra i quartieri di Ouaga sia la conoscenza del Centro che un messaggio informativo sui pericoli che comporta la diffusione della plastica nell’ambiente. Ad oggi, con il supporto del Comune di Torino, sono stati realizzati 10 spettacoli di animazione teatrale nei arrondissement della Città.
Oltre a promuovere l’educazione ambientale, le attività sono finalizzate all’Educazione alla Pace, intesa come conoscenza della realtà di uno dei paesi più poveri dell’Africa, per aiutare i ragazzi ad andare oltre lo stereotipo che identifica l’Africa con le immagini della povertà, della fame, della miseria, portato da una conoscenza superficiale della realtà. Ad ogni studente è inoltre consegnato un kit scolastico prodotto in Burkina Faso con la plastica riciclata dal Centro di Ouagadougou affinché possa toccare con mano i risultati delle attività del riciclaggio della plastica nel paese africano. A supporto delle attività nelle classi, sono stati realizzati un video ed una mostra, dalla quale sono stati estrapolati i pdf che sono stati proiettati.