di Katia Ferrari, rappresentante paese LVIA a Maputo
La prima cosa che colpisce chi la visita per la prima volta, è l’odore di bruciato. Il fumo prodotto dalla combustione dei rifiuti depositati a cielo aperto invade l’ambiente, notte e giorno, lasciando dietro di sé nuvole di mosche. Ci sono poi le case del popoloso quartiere di Hulene-B, uno dei tanti disorganizzati agglomerati di case costruite con materiali di recupero attorno al cuore della città di cemento. È la lixeira, l’unica discarica legale della città di Maputo. Sorta negli anni ’60, in epoca coloniale, quando ancora la capitale del Mozambico si chiamava Lourenço Marques, si estende su un terreno di circa 18 ettari ed é l’unica autorizzata a ricevere i rifiuti solidi urbani. Gestita dal Municipio di Maputo, attualmente serve una zona circoscritta della capitale, pari a 1/5 della sua estensione, per un totale di circa 265.000 abitanti su 1.325.845 ufficiali. In origine, la sua collocazione era strategica, a 5 km da quello che era il nucleo urbano, mentre ora, a causa dell’esplosione urbana della capitale dovuta all’inarrestabile flusso di gente in fuga dalla povertà delle zone rurali durante la lunga guerra civile (durate 17 anni e conclusasi nel 1991), la lixeira si trova proprio in mezzo ad uno dei quartieri più popolosi della città.
La città produce nel suo complesso più di 1.000 tonnellate di rifiuti al giorno, con una tendenza che cresce ogni anno, di pari passo con l’urbanizzazione del paese. Una situazione sempre più ingestibile dalla Municipalità con le poche risorse economiche a disposizione. Nel cortile che fa da ingresso alla discarica, stazionano i giovani più forti ed agili, in attesa di salire al volo sui camion della nettezza urbana per accaparrarsi i materiali più “preziosi”, come legno, ferro, calcinacci, che vengono rivenduti sul mercato informale. A donne, anziani e bambini rimangono le materie più povere: plastica, stracci e cibo. Non esiste, nella discarica di Maputo, alcun tipo di organizzazione tra i 6-700 lixeiros che la frequentano, che parlano un portoghese stentato e sovente non sono iscritti all’anagrafe, invisibili e dimenticati dalla società.
La combustione continua dei rifiuti e l’inquinamento delle falde acquifere gravano su una popolazione di circa 60.000 persone, che vivono a strettissimo contatto con la montagna di scarti che quasi sommerge le piccole abitazioni precarie. In questo quartiere vivono i lixeirois. È in questo contesto che la LVIA, in collaborazione con il Municipio di Maputo, il sostegno della Cooperazione Tedesca-Gtz e soprattutto della Caritas mozambicana e italiana, sta sviluppando un progetto che punta sul riciclaggio dei rifiuti come opportunità di riscatto per i lixeiros e come occasione di “buona pratica” di gestione dei rifiuti solidi e urbani. Un progetto ambientale che, attraverso la rimozione dei rifiuti dalle strade e l’educazione alla raccolta differenziata e al riciclaggio, presenta dei risvolti sociali: offrire un’opportunità di riscatto dalla povertà urbana a chi vive della discarica, ai margini della società.
Recicla: il centro di valorizzazione dei rifiuti plastici
Visita del Presidente della Repubblica a Recicla
|
Recicla nasce come progetto pilota ed entra in funzione nel marzo del 2006. È un Centro Ecologico gestito da un comitato esecutivo formato da LVIA, Caritas Mozambicana, GTZ- Agresu, Municipio di Maputo. Ad oggi, 17 persone che sopravvivevano raccogliendo spazzatura nella discarica, lavorano a Recicla. Fin dall’inizio, sono stati coinvolti in un percorso formativo propedeutico al rafforzamento della sostenibilità economica e gestionale del centro. Partendo dalla formazione di base (alfabetizzazione, dinamiche partecipative di gruppo, igiene personale, educazione sanitaria), si è giunti all’organizzazione di momenti formativi più professionali, legati alla gestione della micro-impresa, contabilità, gestione del personale e naturalmente alle tecniche di riciclaggio della plastica. Il Centro, che sorge al fianco della discarica, compra i rifiuti plastici direttamente dalla popolazione, che li raccoglie e qui li vende a 2,5 meticais al kg (circa 80 centesimi). Viene così incentivata la raccolta differenziata fornendo un’opportunità di guadagno agli abitanti di Hulele-B e dei quartieri limitrofi. Ogni anno sono circa 4.000 le persone che vengono a Recicla a vendere i propri rifiuti plastici.
Nel Centro, i rifiuti sono selezionati, lavati, granulati e rivenduti ad alcune aziende di Maputo. Dal marzo 2006 al settembre 2008, sono stati acquistati 295.122 Kg di materiale plastico per un valore complessivo di 436.097 mtn (circa euro 14.500) e ne sono stati trattati e rivenduti 221.980 kg, per un valore di 1.873.622 mtn (circa euro 62.500). La produzione ha superato le più rosee aspettative e, dopo quasi 3 anni di funzionamento, Recicla ha raggiunto la completa autonomia e sta diventando una cooperativa legalmente riconosciuta. I lavoratori di Recicla guadagnano mensilmente circa 43 euro, più un bonus che dipende dalla produzione mensile collettiva, e che negli ultimi mesi si è stabilizzato a circa 80 euro totali. Un guadagno al di sopra del reddito medio, che nel paese è all’incirca di 1 dollaro al giorno. Quelli che nel 2005 erano persone ai margini della società hanno imparato ad essere lavoratori ed ora stanno diventando membri di una cooperativa.
Fertiliza: il centro di compostaggio
Il successo di Recicla è stato l’impulso per dar vita ad un nuovo progetto per la gestione dei rifiuti organici prodotti nei mercati di Maputo. A partire dal 2007, la LVIA sta realizzando un progetto pilota per sperimentare su piccola scala la produzione di compost fertilizzante da destinare all’agricoltura a partire dai rifiuti organici raccolti in uno dei maggiori mercati popolari, quello di Xiquelene, che sorge nel quartiere Ferroviario ad un paio di chilometri da Recicla. Il progetto, avvalendosi dell’esperienza acquisita durante la realizzazione del Centro di Valorizzazione della Plastica, offre un’opportunità di lavoro e di inserimento sociale a 11 ex-lixeiros che stanno seguendo un prercorso di formazione e crescita professionale ed umana. Le attività svolte dai due Centri sono seguite con interesse sia dalle autorità locali (Recicla è stato visitato ufficialmente, tra gli altri, dal presidente della Repubblica del Mozambico), da tecnici, studenti e professori universitari e dalla stampa locale ed internazionale. Fertiliza é stato realizzato insieme a Caritas Mozambicana e al Municipio di Maputo, avvalendosi anche della collaborazione della Facoltà di agraria dell’Università Eduardo Modlane di Maputo, che garantirà il controllo di qualità del prodotto e la sua applicazione sperimentale. Attualmente, Fertiliza rimuove dal mercato di Xiquelene 1 tonnellata circa di rifiuti organici ogni giorno, che vengono trasformati, in 3 mesi di processo, in un fertilizzante naturale che sarà commercializzato localmente. Al momento, il prodotto non è ancora commercializzato ed i lavoratori di Fertiliza ricevono un sussidio base dal progetto di 33 euro mensili più un rimborso di trasporto e alimentazione.
Sensibilizzazione ed educazione ambientale
Dall’agosto 2005, LVIA e Caritas Mozambicana collaborano con l’Associazione locale ASSAMABH (Associação dos Amigos do Meio Ambiente do Bairro de Hulene), nell’implementazione di una campagna di educazione ambientale attraverso lezioni frontali, laboratori di riciclaggio della carta presso le scuole pubbliche, teatro di strada, volantinaggio, chioschi informativi, riunioni tematiche e feste popolari nel quartiere di Hulene-B.
Da gennaio 2007, il programma di educazione ambientale ha interessato 8 scuole (elementari e medie), anche grazie alla collaborazione con nuovi partner: l’associazione giovanile AJPJ (Associação Jovem para Jovem, l’associazione di donne AMJ), Associação Mulher Jovemcon ed il Centro Terra Viva, un’associazione formata da biologi, ambientalisti e giuristi mozambicani. In ogni scuola sono state realizzate sezioni di sensibilizzazione attraverso il teatro ed è stato selezionato un numero di 15-20 alunni tra i più attivi e interessati, che hanno costituito il nucleo ambientale della propria scuola. Il lavoro svolto dai professori e dai responsabili didattici delle scuole, formati nell’ambito del progetto, è di natura volontaria. Il programma ha coinvolto circa 40 professori e 8.000 alunni.
I corsi permettono la diffusione del duplice messaggio di cui Recicla e Fertiliza sono l’esempio pratico: i rifiuti hanno un valore economico e, anche attraverso una loro corretta gestione, l’ambiente va salvaguardato.