Gennaio 2008
Nel gennaio 2008 si è conclusa a Gorom Gorom la realizzazione di un grande invaso per trattenere l’acqua piovana – tecnicamente definito “bouli” – poca e preziosissima in quest’area del Burkina Faso. Gorom Gorom è il capoluogo della provincia dell’Oudalan, una zona particolarmente arida del paese proprio sulle sponde del Sahara.
Nell’agosto del 2006, una gravissima inondazione ha colpito l’area arrecando danni ingenti a oltre 6000 abitanti della cittadina. I danni più ingenti sono stati causati dalla rottura della diga di Tougo, lungo il corso d’acqua Goruol: la popolazione della zona ha perso praticamente ogni avere. Le fragili case di fango sono state praticamente spazzate via dall’ondata violenta, così come le coltivazioni. Soprattutto, la rottura della diga ha significato la scomparsa dell’unica fonte approvvigionamento idrico della zona.
“In quella drammatica situazione, l’aspetto più grave consisteva nel fatto che l’intera popolazione rischiava di trovarsi totalmente priva di acqua” aveva sottolineato lo stesso sindaco di Gorom Gorom, Moussa Ohaya Diallo. Riprendendo le parole del sindaco si comprende immediatamente come possa essere stata drammatica la situazione nei giorni successivi all’accaduto: “L’alluvione ha danneggiato le tubature dell’acqua, che in molte scuole non arriva più. I nostri bambini devono percorrere fino a 6 Km a piedi per arrivare a scuola. Ora, non essendoci acqua, la scuola non è più frequentata: sarebbe impossibile non bere tutto il giorno, soprattutto con le alte temperature. Ma la scolarizzazione dei nostri bambini è la base dello sviluppo futuro, non si deve quindi sottovalutare la gravità della situazione. Inoltre, la stagione delle piogge si avvicina e ancora migliaia di persone non hanno una casa. Se la situazione resterà questa, ci saranno molti morti». In virtù del legame che da svariati anni esiste tra alcuni territori piemontesi e l’area di Gorom-Gorom, le comunità piemontesi hanno deciso di mobilitarsi per supportare le autorità burkinabé nella gestione dell’emergenza e per fornire delle risposte a lungo termine.
Dal 2001, alcuni comuni piemontesi hanno attivato, con l’accompagnamento della LVIA, un programma di cooperazione decentrata, denominato Enndàm con il territorio della provincia dell’Oudalan, in particolare l’area urbana di Gorom-Gorom, comprendente 81 villaggi. Le attività si inseriscono all’interno del Programma della Regione Piemonte per la Sicurezza Alimentare e la Lotta alla Povertà nel Sahel e in Africa Occidentale. Attualmente, i comuni di Piossasco, Orbassano, Avigliana, Villarbasse, Airasca e Roletto promuovono il programma attraverso una serie di iniziative di supporto alle istituzioni e alla società civile locale: sostegno ai programmi scolastici, appoggio ai programmi di sicurezza alimentare attraverso il miglioramento dell’agricoltura e della pastorizia, programmi di lotta alla desertificazione, in particolare con l’applicazione del sistema VALLERANI, supporto all’auto-organizzazione contadina e alla formazione di associazioni locali per la gestione di attività socio- economiche ed educative, supporto alle istituzioni nell’elaborazione e gestione dei piani di sviluppo locale e promozione dei programmi culturali del popolo Tuareg che abita queste aree, come ad esempio il Festichams (festival dei cammelli). Più che una cooperazione tra Comuni, si tratta di una cooperazione tra territori, in quanto il progetto Enndàm sta intrecciando una fitta rete che lega istituzioni, associazioni, scuole, società civile delle realtà piemontesi e dell’Oudalan.
All’interno di questo più vasto programma, in quel particolare momento successivo all’inondazione si è compresa la necessità primaria di affrontare la sopravvenuta emergenza idrico-alimentare e sanitaria, fornendo nell’immediato beni di prima necessità e provvedendo alla ricostruzione del bacino andato distrutto. Così si è pensato di ideare un progetto puntuale, denominato Emergenza Gorom-Gorom, che andasse ad inserirsi nel suddetto programma di cooperazione decentrata e che, oltre a appoggiare le azioni di primo soccorso con la consegna di alimenti subito dopo la calamità, si prefiggesse come obiettivo di favorire l’accesso alle risorse idriche attraverso la costruzione di un bacino di raccolta delle acque superficiali di ruscellamento. Ad oggi si può dire che gli obiettivi prefissati sono stati ampiamente raggiunti e che la popolazione può finalmente tirare un sospiro di sollievo grazie alla portata idrica garantita dalla realizzazione ormai conclusa e funzionante, il che permetterà una disponibilità individuale minima giornaliera per i 6000 abitanti della cittadina e una quantità di acqua sufficiente per intraprendere attività di orticoltura aggiuntive ai lavori ordinari della zona.
Si ritiene giusto, arrivati alla conclusione del progetto, spendere due parole di ringraziamento per tutti gli amici che hanno sostenuto questa impresa: in particolar modo i numerosi enti, pubblici e privati, che con la loro risposta all’appello dei comuni di riferimento hanno dato un prezioso contribuito alla realizzazione del Bouli (tra cui il Comitato Solidarietà del Consiglio della Regione Piemonte, il Gruppo Torinese Trasporti, la Società Arforma, l’ATO 3, l’Associazione Shalom, l’Istituto Nord-Sud di Pisa, e il Comune di Cran Gevrier). Inoltre è necessaria una menzione particolare per le tante associazioni e per i numerosi cittadini attraverso il cui appoggio, non soltanto in termini finanziari ma soprattutto in termini di impegno nel promuovere sul territorio la conoscenza della realtà burkinabé, si è potuto sensibilizzare il territorio piemontese sulle problematiche dell’Oudalan (tra cui la Parrocchia S. Francesco, la Fondazione Cruto, il Centro anziani “ Sartore”, il Consiglio Comunale dei ragazzi Piossasco, l’Ass Olimpia Piossasco, l’Associazione Alter 82 Piossasco, la Polisportiva Piossasco, la UNI TRE ORBASSANO e la Pro Loco Piossasco).