Prospettive future dell’agroecologia in Senegal
Di Alessandro Cuneo, Servizio Civile LVIA in Senegal
Il 18 settembre scorso, la città di Louga, nel nord del Senegal, ha ospitato l’atelier “Agroecologia e prodotti del Senegal”, organizzato nell’ambito del progetto PRO-VIVES – Programma per la valorizzazione dell’impresa verde e sociale per l’innovazione, la crescita e il lavoro (finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e del progetto Azione TerrAE – Coalizione per la Transizione Agroecologica (supportato da Cariplo e Compagnia di San Paolo). L’incontro, presieduto da un rappresentante del ministero dell’economia sociale e solidale e della micro-finanza, ha rappresentato un importante momento di bilancio e riflessione sui risultati raggiunti e sulle prospettive future dell’agroecologia nel Paese.
Durante la conferenza è stato presentato il progetto PRO-VIVES, attivo dal 2022 nelle regioni di Dakar, Thiès, Louga e Saint-Louis, che si avvia ora alla sua conclusione. Il progetto è guidato da CISV come capofila, in partenariato con LVIA, PIN S.c.r.l., Mercato Circolare, CISAO, CAPER sas, FAPAL ed ESPERE SENEGAL SARL, che insieme costituiscono una rete di organizzazioni non profit, imprese sociali, centri di ricerca e associazioni contadine in Italia e in Senegal. Il progetto ha accompagnato centinaia di micro, piccole e medie imprese, sostenendo quelle più innovative e impegnate nella transizione ecologica, attraverso pratiche di economia circolare e transizione agroecologica. Nelle 4 regioni di intervento, 200 imprese hanno beneficiato di formazione (con sessioni specifiche dedicate all’agroecologia), assistenza tecnica e supporto finanziario, rafforzando così le loro capacità di creare lavoro dignitoso, soprattutto per i giovani, e di contribuire a uno sviluppo locale più sostenibile.
L’atelier ha inoltre dato spazio alla presentazione del lavoro della coalizione Azione TerrAE, una coalizione di ONG italiane e reti internazionali (ONG ACRA, CISV, COSPE, DEAFAL, LVIA, Mani Tese, Terra Nuova attive da decenni con propri progetti in Africa Occidentale e 2 reti della società civile italiana ed europea, Semi Rurali e Agroecology Europe) che si propone di promuovere la transizione agroecologica. Con una visione comune e un approccio integrato, Azione TerrAE lavora sulla ricerca, il coordinamento, l’advocacy e la formazione, con l’obiettivo di diffondere i principi dell’agroecologia anche all’interno della cooperazione internazionale.
Un momento particolarmente significativo è stata la presentazione di Letizia Molinari , ricercatrice e borsista del progetto Azione TerrAE in Senegal che ha illustrato l’applicazione in Senegal della metodologia OASIS (Sistema Originale di Indicatori dell’Andagine Agroecologica)), sviluppata da Agroecology Europe. Questo strumento di valutazione misura il livello di transizione agroecologica di un’azienda agricola attraverso cinque dimensioni – pratiche agricole, viabilità economica, aspetti socio-politici, ambiente e biodiversità, resilienza – articolate in quindici temi e cinquantasei criteri. La ricerca, condotta tra luglio e agosto 2025 su sette aziende agricole distribuite tra Saint-Louis, Dakar, Thiès e la Casamance, continuerà nei prossimi mesi con ulteriori indagini sul campo e una sintesi dei risultati, al fine di aprire nuove riflessioni e orientare le politiche di settore.
L’atelier ha inoltre permesso di presentare l’esperienza dei “campi sperimentali” realizzati dall’azienda italiana GREEN HAS ITALIA nell’ambito del progetto. Specializzata nella produzione e commercializzazione di soluzioni per la nutrizione vegetale, l’impresa ha messo a disposizione i suoi biostimolanti innovativi, ottenuti da estratti naturali e compatibili con l’agricoltura biologica: un esempio concreto di come ricerca e innovazione possano contribuire a un’agricoltura più sostenibile.
I prodotti sono stati testati presso aziende agricole del territorio di Louga e i risultati, presentati dal partner locale FAPAL, hanno evidenziato benefici significativi su pomodori e agrumi, sia in termini produttivi e qualitativi, sia in termini di vigoria delle piante. L’esperienza conferma quindi l’importanza dei biostimolanti come strumenti per rafforzare la resilienza delle colture e migliorare le rese, a condizione che vengano applicati correttamente e accompagnati da un’adeguata formazione tecnica sul campo.
La giornata si è conclusa con un dibattito aperto sullo stato dell’agroecologia in Senegal: i progressi degli ultimi anni sono stati riconosciuti da tutti i partecipanti, così come la necessità di rafforzare ulteriormente il sostegno agli attori locali, consolidare le filiere agricole e garantire la durabilità dei risultati. L’atelier di Louga ha dunque rappresentato un’occasione preziosa per condividere esperienze, valorizzare i traguardi raggiunti e rafforzare le sinergie tra progetti e organizzazioni che, insieme, stanno contribuendo a tracciare la strada verso un futuro più giusto e sostenibile per le comunità rurali senegalesi.