Giornata Mondiale dell’Acqua 2025

Siamo fatti d’acqua e di acqua necessitiamo per vivere: più che di oro e petrolio, di materiali critici e terre rare. In passato il focus sulla carenza di questa risorsa puntava ad aree lontane dai nostri territori ma, da almeno un decennio, il tema si fa sempre più prossimo. La sicurezza idrica, infatti, è diventata un tema anche nei territori in cui le riserve di acqua, dai ghiacciai alle acque di falda, sono sempre stati e percepiti come abbondanti. Ricordiamoci che nell’estate del 2022 abbiamo assistito alla disputa per l’acqua, scarsa come non mai e contesa fra i risicoltori del Piemonte e della Lombardia, tra il Novarese e la Lomellina. E che all’inizio dell’estate del 2024 i bacini idrici siciliani erano già in secca.

Giornata Mondiale dell’Acqua 2025 “La conservazione dei ghiacciai”

L’ONU dedica la Giornata Mondiale dell’Acqua 2025 ai ghiacciai, ricordandoci che dobbiamo preservarli per il presente e per il futuro. I ghiacciai sono le nostre preziosissime riserve di acqua in forma solida. Anche l’Africa in passato aveva abbondanti riserve d’acqua gelida. I ghiacciai africani sono collocati nell’Africa orientale, nella zona tropicale, in prossimità dell’equatore. Si trovano sulle cime più alte del continente: sul Kilimanjaro, vulcano della Tanzania alto 5.895 m, sul Monte Kenya, situato nella nazione omonima e alto 5.199 m, e sulla catena del Rwenzori, tra Uganda e Repubblica Democratica del Congo, alto 5.109 m.

Questi ghiacciai, da quando sono stati mappati per la prima volta alla fine dell’Ottocento, hanno perso oltre il 90% della loro superficie, mentre a partire dagli anni 2000 la loro estensione si è più che dimezzata.

 

Nel 2003 LVIA ha fatto sintesi della propria storia d’acqua e lanciato la Campagna Acqua è Vita. Ne ha rinnovato periodicamente nel tempo gli obiettivi proponendo azioni concrete di impegno e sostegno a cittadini, aziende ed enti.

La volontà di LVIA, oggi come in passato, è di contribuire all’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”, perché crediamo nella necessità di globalizzare i diritti. Oggi però soffiano venti di guerra: la forza di coesione e l’impegno comune si spostano dai piani d’azione per lo sradicamento della povertà estrema, per l’equità e a sostegno alle azioni di adattamento e contrasto alla crisi climatica (la sfida più grande a livello ecosistemico mai affrontata dall’umanità), verso la corsa agli armamenti. Chi utilizza il termine riarmo, viene puntualmente ripreso e invitato ad utilizzare il sostantivo, falso amico, difesa.

Oggi domina una strategia comunicativa che oscura il valore della Pace, un bene prezioso che dovremmo impegnarci a preservare e coltivare con ogni sforzo culturale, politico, economico e civile. L’SDG 16 dell’Agenda 2030, sottoscritta dai capi di governo nel 2015, promuove società pacifiche e inclusive, l’accesso alla giustizia e la creazione di istituzioni responsabili ed efficienti. Tuttavia, non prevedeva che l’aumento della spesa per gli armamenti potesse avvenire a scapito di settori fondamentali come sanità, istruzione e welfare.

Forse il vero investimento per la stabilità e la Pace dovrebbe essere una “grande opera” capace di migliorare concretamente la vita delle persone: ad esempio, il riammodernamento della rete idrica nazionale, che oggi disperde in media il 42% dell’acqua immessa a causa di infrastrutture obsolete.

Investire in risorse essenziali significa costruire un futuro più giusto e sostenibile. La Pace non è un’utopia: è una scelta concreta, da perseguire con azioni che mettano al centro il benessere collettivo e la tutela del pianeta