Un avventuroso viaggio in Kenya con l’Associazione LVIA
Il Kenya, con la sua vasta bellezza naturale e la ricca cultura, è da sempre una meta affascinante per i viaggiatori di tutto il mondo. Ma cosa succede quando un gruppo di 17 persone decide di esplorare questo Paese dell’Africa orientale, non solo per ammirarne la bellezza, ma con l’obiettivo di aprire i propri orizzonti attraverso l’incontro con le persone e le comunità locali del Paese? È proprio ciò che è successo durante il viaggio di conoscenza LVIA lo scorso agosto. Ad accompagnare il gruppo in questo viaggio, due persone che hanno vissuto e lavorato insieme a LVIA nel Paese per tanti anni: Luisa Varetto e il marito Alessandro Bobba, ex-presidente LVIA.
“Un viaggio come questo vuole aprire lo sguardo delle persone su un Paese di cui si sente spesso parlare in modo stereotipato. Abbiamo cercato di visitare più realtà possibili, anche in contrasto tra loro, come il parco safari e lo slum di Nairobi, proprio per capire la complessità di questo luogo.”
Il viaggio ha portato il gruppo in diverse regioni del Kenya, offrendo loro l’opportunità di esplorare non solo gli spettacolari parchi nazionali, ma anche le grandi città, con tutte le loro contraddizioni e le zone più rurali.
Nei primi giorni del viaggio, il gruppo è rimasto nei dintorni di Nairobi, recandosi in visita allo slum di Korogocho, uno dei più densamente popolati del Paese che sorge sopra una discarica, come suggerisce il nome che in lingua Swahili significa spazzatura. Il gruppo è stato in visita anche a Nyahururu dove c’è un progetto di accoglienza dei bambini di strada, avviato dalla Diocesi di Padova, e che oggi continua a funzionare a livello gestionale in modo autonomo.
“Da quando sono rientrata in Italia ho sempre più consapevolezza di quante cose abbiamo e di quanto spesso non siano cose necessarie. Il contrasto tra la nostra quotidianità e quella delle comunità del Kenya che abbiamo visitato è davvero forte. Mi hanno colpito molto le persone che abbiamo incontrato che con determinazione e senza perdere mai l’entusiasmo lavorano in questi contesti davvero difficili.”
In Kenya per ritrovare le origini di LVIA
Uno dei momenti più emozionanti è stata la visita al missionario Andrew Botta, 94 anni e in ottima forma, che vive a Embu, alle pendici del Monte Kenya, da oltre 70 anni. Andrew ha accolto tutti con grande ospitalità e ha raccontato delle primissime attività di LVIA in Kenya poiché fu proprio lui a chiedere a Don Aldo Benevelli la disponibilità ad inviare dei volontari nel Paese nel 1967. Qui abbiamo visitato anche gli orti dove si coltivano le piante dell’impresa locale Meru Herbs, disponibili attraverso i canali di distribuzione del commercio equo e solidale.
“Da Andrew Botta abbiamo visitato il progetto agricolo dotato di impianti di irrigazione goccia a goccia. Questa secondo me è la metafora di tutto il viaggio: queste goccioline che con costanza cadono sul terreno arido e lo rendono fertile sono un po’ come i progetti di cooperazione che abbiamo visitato. Dall’Italia non è semplice capire cosa si fa realmente nei Paesi del Sud del Mondo e grazie a questo viaggio abbiamo visto che, come delle gocce, i progetti e le persone che ci lavorano realizzano delle azioni concrete che piano piano producono dei frutti.”
Visita al progetto LVIA di trasformazione del latte di cammella
Nella seconda parte del viaggio, il gruppo è partito per il Meru, in visita alla sede LVIA del Paese. Qui hanno incontrato lo staff locale LVIA tra cui il Rappresentante Paese ad interim Dickson Nyakenyanya e l’animatore Farah Hassan. Insieme si sono recati in visita al progetto di trasformazione del latte di cammella. Il gruppo è stato coinvolto dall’entusiasmo delle donne della cooperativa Walqabana, che gestiscono le attività di trasformazione e conservazione del latte, e hanno raccontato ai viaggiatori tutte le curiosità su questo prodotto per loro molto prelibato ma a noi sconosciuto.
“L’aspetto unico di questo viaggio è che abbiamo incontrato delle persone straordinarie, come Andrew Botta ed Enrico Gorfer (per molti anni volontario e responsabile dei progetti idrici LVIA in Kenya), che sono riferimenti importanti per le persone del luogo e attraverso le loro storie ci siamo addentrati ancora di più nella realtà del Paese. In qualche modo il viaggio ci ha fatto percorrere tutta la storia di LVIA, dalle storia dei primi volontari che sono arrivati nel Paese, alla visita di uno degli ultimi progetti che stiamo realizzando di valorizzazione del latte di cammella. Un viaggio ricco di incontri e persone che difficilmente dimenticheremo.”
Il gruppo si è successivamente recato in altre località rurali del Meru, visitando alcuni villaggi e scuole.
“Quando vai in visita alle scuole dei villaggi e vedi le classi spoglie e gli studenti che usano la carta di recupero, viene subito l’istinto di andare a comprare del materiale e regalarlo. Ma ho capito che questa non è una soluzione. È importante sostenere dei progetti strutturati che possano fornire strumenti e rendere queste comunità in grado di alzarsi da soli con autonomia e dignità.”
Un viaggio che non finisce mai
Una volta rientrati in Italia, i viaggiatori si sono ritrovati insieme per ripercorrere le tappe più significative del viaggio e insieme hanno deciso di destinare la parte delle quote viaggio che non è stata spesa al progetto di valorizzazione del latte di cammella.
“Il viaggio di conoscenza LVIA non è finito una volta rientrati in Italia, stiamo continuando a sentirci perché insieme vogliamo contribuire ad organizzare la tradizionale cena di Natale a Cuneo in favore dei progetti in Kenya continuando così a sentirci vicini alle comunità del Paese.”