L’impegno dei volontari come Nicolò continua a Nutrire L’inclusione

Ha da poco compiuto un anno il progetto Nutrire l’Inclusione, far crescere la Comunità, che si realizza presso il mercato coperto di Cuneo e finanziato per il primo anno dalla Fondazione CRC.

Dallo scorso mese di marzo, data di inizio delle attività di redistribuzione delle eccedenze alimentari, il progetto ha coinvolto 12 volontari e volontarie – alcuni dei quali con alle spalle una storia di migrazione –, 15 banchi mercatali che si sono fatti donatori delle proprie eccedenze, ha raggiunto più di 700 persone a cui sono stati distribuiti oltre 4 tonnellate di prodotti ortofrutticoli.

Più di tutti i numeri e le statistiche, per renderci conto del lavoro fatto ascoltiamo le parole di Nicolò Giordano, volontario LVIA impegnato nel progetto fin dai primi giorni:

«Ho partecipato fin dalla prima riunione con la quale ci sono stati spiegati gli obiettivi del progetto: far sì che il cibo non vada sprecato. Nel mondo ce n’è in abbondanza eppure molte persone soffrono la fame perché la redistribuzione non funziona. Anche sotto casa nostra a volte il cibo viene gettato via, magari perché è un po’ ammaccato o non abbastanza “bello”. Ma è costato lavoro ed energia per essere piantato, coltivato e raccolto. Per questo è giusto donarlo a chi ha necessità – spiega Nicolò –. L’anno scorso ero da poco rientrato in Italia e mi stavo ricostruendo una vita: il volontariato mi è sempre stato cuore e così ho deciso che volevo dedicare buona parte del mio tempo, libero e non, a questo impegno – racconta il trentaseienne –. Non sono nato a Cuneo ma è qui che ho trascorso la vita prima di trasferirmi a Torino per gli studi. Per questo ho sempre avuto e continuo ad avere grossi legami con la città sulla Stura. Già conoscevo l’Associazione LVIA e un amico mi ha detto: “perché non partecipi?”; ho pensato che il progetto Nutrire fosse l’occasione giusta. Da allora mi dedico a questa attività quasi ogni settimana», spiega Nicolò.

«Noi volontari, in base alle disponibilità, ci siamo divisi i turni al mercato coperto dove siamo presenti due volte la settimana: il martedì e il venerdì. Ci troviamo verso la fine dell’orario di vendita e andiamo in giro tra i banchi a chiedere i generi alimentari invenduti – soprattutto frutta e verdura – che rischiano di finire buttati nella spazzatura. Li recuperiamo, li pesiamo e li mettiamo sul banchetto LVIA e li doniamo a chi si fa avanti per chiederli. Abbiamo costruito un buon legame con le persone che vengono a prendere il cibo donato: chiacchierando abbiamo imparato le loro storie. C’è chi è migrato dall’Africa e dall’Asia ma anche numerosi italiani, nascono così rapporti interessanti anche se non sempre facili: capitano anche i diverbi. A noi volontari di LVIA non importa il colore della pelle; ascoltiamo i problemi di tutti e cerchiamo di contrastare quel che fa male alla società».

Il lavoro del volontario non sta solo nella distribuzione del cibo: «Sta anche nella capacità di mediare per far comprendere perché siamo lì. Alcune persone che beneficiano del cibo messo a loro disposizione, italiane e non, non hanno mai nascosto il fatto di essere razziste. Se litigano con altri beneficiari le prendiamo da parte e spieghiamo che noi siamo al mercato per aiutare chi ha necessità, senza controllare le credenziali di nessuno. Per fare questo nel miglior modo possibile è utile conoscere la storia di ciascuno: magari una persona ha bisogno di più cibo delle altre perché ha alle spalle una famiglia numerosa».

Nicolò fa un bilancio del suo primo anno di impegno nel progetto Nutrire l’Inclusione:

«Questa esperienza, come mi capita spesso quando faccio del volontariato, mi sta dando tanto: ho conosciuto tante persone e tante culture e questo è sempre arricchente. E poi mi piace condividere questa esperienza con gli altri volontari, anche quelli del turno del martedì con i quali a volte organizziamo un aperitivo. Insieme abbiamo creato un bellissimo gruppo. Sono contento di impegnarmi in un progetto in cui combattiamo l’ingiustizia dello spreco di cibo».

 

Alla disponibilità e alla perseveranza di volontari come Nicolò, si aggiunge un sostegno economico che garantisce la continuità delle azioni di lotta allo spreco di cibo presso il mercato. Infatti, a fine gennaio, è giunta a conclusione la campagna di raccolta fondi destinata al progetto che, grazie ai numerosi sostenitori, ha raggiunto il suo obiettivo di raccolta di 5.000 euro che è poi stato raddoppiato proprio dalla Fondazione CRC nell’ambito del “Bando Crowdfunding. Terzo Settore per l’Ambiente” in collaborazione con la piattaforma Rete del Dono.