Etiopia: oltre l’emergenza, verso il cambiamento

Di Andrea Bessone, desk Etiopia

A ottobre mi sono recato in Etiopia per visitare le attività che LVIA realizza in Afar, nei distretti di Ewa e Yallo, dove LVIA promuove un intervento emergenziale finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo sede di Addis Abeba. Il progetto ha risposto ai principali bisogni delle comunità agropastorali locali, in un contesto di forte vulnerabilità ambientale e scarsità di risorse, intervenendo su salute animale, sicurezza alimentare, sostegno economico e rafforzamento delle capacità produttive.

Un territorio fragile segnato dal conflitto

La regione dell’Afar, nel nord-est del Paese, è stata duramente colpita dal conflitto tra il Fronte di Liberazione del Tigray e l’esercito federale, iniziato nel 2020. Da allora, nonostante la pace sia tornata nel 2022, l’Etiopia vive una fase di forte instabilità: diversi gruppi etnici si sono sollevati dando vita ad alleanze variabili che hanno alimentato tensioni in diverse aree del Paese. Nel corso del conflitto, le forze tigrine hanno tentato di bloccare la strada che collega Addis Abeba al porto di Gibuti, principale via commerciale dell’Etiopia. Si tratta di un asse strategico, poiché l’Etiopia non ha sbocchi sul mare e dipende da quel porto per i propri scambi. La battaglia per il controllo della zona, che si trova proprio in Afar, ha causato gravi danni: infrastrutture distrutte e numerose attività economiche costrette a chiudere.

A Yallo ho potuto constatare direttamente gli effetti del conflitto. Con il progetto di emergenza LVIA ha sostenuto la ripresa di dieci attività economiche, tra cui un bar-latteria che acquista e vende localmente latte vaccino acquistato in Amhara. Grazie al contributo ricevuto, le dieci persone che vi lavorano hanno potuto riacquistare attrezzature di base – come un piccolo frigorifero, pentole e contenitori – per rimettere in moto l’attività.

Il bar-latteria a Yallo

Sempre in Afar ho visitato un campo dove un gruppo di agricoltori coltiva mais e sorgo. Attraverso il progetto sono stati distribuiti sementi e input agricoli, mentre i pastori hanno ricevuto del fieno per l’alimentazione del bestiame durante la stagione secca, fieno della cui qualità si sono detti particolarmente soddisfatti e che è indispensabile per rilanciare la pastorizia in una regione estremamente arida. Oltre al fieno, è stato previsto anche un sostegno economico alle famiglie più vulnerabili, ma proprio la distribuzione del foraggio, avvenuta nel momento giusto, è stata la più apprezzata. Questo evidenzia sia la difficoltà di accesso ai prodotti di base nei mercati locali, sia l’importanza che il bestiame – principalmente capre e cammelli – riveste per il sostentamento familiare. A ulteriore tutela dei pastori, sono state promosse campagne di vaccinazione per il bestiame coordinate con i servizi veterinari governativi, per ridurre il rischio di epidemie e preservare il patrimonio zootecnico, raggiungendo anche le aree più remote. Le autorità incontrate a Yallo hanno consegnato a LVIA un attestato di riconoscimento per il lavoro svolto: un segnale di fiducia verso la ripresa.

Un campo di sorgo

Da segnalare inoltre che l’ong partner COOPI ha lavorato in modo coordinato e complementare con noi, per migliorare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, riducendo i rischi sanitari e promuovendo pratiche igieniche fondamentali per la comunità.

Rientrando a Chifra, dove si trova il nostro quartier generale per la zona dell’Afar, lungo la strada ho incrociato diversi camion militari poiché in Amhara, a circa 60 chilometri di distanza, si combatte ancora: il fronte del conflitto si è spostato, ma la tensione resta alta.