Senegal tra aromi e colori: i chioschi del caffè touba
di Luca Baldassarri – volontario EUROPEAN SOLIDARITY CORPS a Thiès, in Senegal
Quando si vive lontani dalla propria comfort zone, uno degli aspetti che ha sempre accompagnato le mie esperienze è l’osservazione – e, quanto possibile, l’assimilazione – delle pratiche quotidiane che scandiscono la vita del contesto nel quale si è immersi. E trovo che sia ancor più appassionante quando il contesto in questione è extraeuropeo; in Senegal ho riconfermato questa tendenza.
Arrivato ormai a più della metà della mia esperienza a Thiès dove risiedo e lavoro, nell’ambito del programma dei Corpi Europei di Solidarietà, desidero condividere uno degli elementi della quotidianità che sin dal mio arrivo ha catturato la mia attenzione, ovvero i chioschi per la vendita di caffè (e non solo). Per essere più precisi, i chioschi sono perlopiù specializzati alla vendita di una variante del caffè tipicamente senegalese, il caffè touba: si tratta di una bevanda prodotta dall’infusione di caffè in polvere accompagnata dal sapore piccante e speziato.
I chioschi sono particolari strutture in ferro sono un elemento che contribuiscono a definire il panorama urbano della città: nella loro forma più immediatamente riconoscibile, nonché quella che mi ha colpito maggiormente, si possono distinguere per la loro forma cilindrica e il colore sgargiante a tinta unita che generalmente crea una sorta di effetto contrastante con l’ambiente circostante.
Solitamente ogni chiosco contiene degli scompartimenti che fungono da magazzino, oltre alle cose esposte. Pur essendo il caffè – touba o solubile – il prodotto principale in vendita, un chiosco offre generalmente una quantità piuttosto variegata di prodotti come thè, caramelle, biscotti, fazzoletti, sigarette, snacks, ecc… È ovviamente dotato di molteplici thermos per la conservazione dell’acqua calda per le bevande.
Ricordo ancora che, quando feci uno dei miei primi giri in città, rimasi molto colpito dalla particolarità di questi chioschi, che considero contribuire in modo significativo al decoro urbano.
Per questo decisi che avrei iniziato a “collezionarli” creando una galleria fotografica dei più belli nei quali mi fossi imbattuto. E per farlo, ho adottato un approccio che tiene in considerazione due elementi molto importanti: innanzitutto, acquistare un caffè come forma di apprezzamento e sostegno dell’attività; in secondo luogo, chiedere il consenso al proprietario del chiosco prima di procedere con la fotografia. È una forma di rispetto essenziale da tenere in considerazione: molti hanno acconsentito – ridendo – alla mia richiesta, ma ho ricevuto anche un paio di rifiuti; quindi, non è una cosa affatto scontata.
Non ho ancora trovato risposta adeguata ad alcune domande che suscitano la mia curiosità su questi chioschi, come: se siano stati fabbricati di proposito per questo scopo o se hanno un’origine diversa; e poi dove, come e da chi siano stati prodotti. Tuttavia, anche senza risposta mi piace l’idea di potermi immaginare diverse risposte alle mie domande, ma continuerò ad indagare, nonostante le barriere linguistiche e/o la non consapevolezza dei proprietari stessi.
La ricerca dei chioschi non è affatto semplice come si possa immaginare: innanzitutto devi essere sicuro di avere sempre denaro contante a disposizione, specialmente le monetine; essendo molti mobili, c’è anche il rischio di non ritrovarli mai nello stesso punto (tantissime volte mi è capitato di vederne di bellissimi mentre viaggiavo in auto, per poi non essere più in grado di ritrovarli); inoltre, alcuni esprimono la loro estetica artistica di giorno mentre altri di notte. Fortunatamente esiste ormai una grande varietà di chioschi, evoluta rispetto alla forma più comune: alcuni sono diventate delle vere e proprie casette “sedentarie”.
Ma nonostante le difficoltà, l’esplorazione è anche un momento che mi ha aiutato ad addentrarmi nella conoscenza più approfondita della città, dei suoi vicoli e perché no, di parte delle opportunità nascoste che ha da offrire. La collezione diventa anche aumentare la propria integrazione al contesto.