Un nuovo pozzo a Douentza: acqua e speranza per la comunità

Dal 2012, il Mali è stato travolto da una profonda crisi sociopolitica, caratterizzata da conflitti e violenze perpetrate da formazioni terroristiche fondamentaliste, specialmente nella zona saheliana. La popolazione si trova costretta a lasciare il proprio villaggio in cerca di sicurezza e trovare riparo nelle regioni vicine.

Nel paese ci sono più di 422.000 sfollati interni, i cui insediamenti, esercitano una fortissima pressione sulle risorse naturali, principalmente acqua e terra.

La mancanza d’acqua aggrava la crisi

Nel contesto del Mali, la scarsità d’acqua ha raggiunto proporzioni critiche, alimentando la grave crisi umanitaria che coinvolge milioni di persone.

La mancanza di accesso all’acqua pulita e sicura ha un impatto devastante sulla salute delle comunità. Con solo il 17% delle famiglie che ha accesso all’acqua potabile, le malattie legate all’acqua, come la diarrea e altre infezioni gastrointestinali, proliferano, colpendo soprattutto i bambini. Quasi 200 strutture sanitarie non funzionanti aggravano ulteriormente la situazione, riducendo le possibilità di cura e trattamento per coloro che ne hanno bisogno.

In aggiunta alla crisi sanitaria, la scarsità d’acqua ha un impatto diretto sull’agricoltura e sull’allevamento, due settori vitali per la sicurezza alimentare. Senza risorse idriche adeguate, le coltivazioni appassiscono e il bestiame muore di sete, riducendo la produzione di cibo e aumentando la dipendenza dalle importazioni. Questo ciclo negativo aggrava ulteriormente la situazione alimentare già precaria, con oltre 2,3 milioni di persone colpite da insicurezza alimentare e quasi 1,5 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione acuta.

Nuovi impianti idrici per la città di Douentza

Per rispondere a questa emergenza, LVIA ha realizzato un nuovo pozzo nella cittadina di Douentza, dove si sono rifugiati numerosi sfollati. Gli impianti idrici preesistenti non erano sufficienti a garantire l’accesso all’acqua potabile per tutti, aumentando il rischio di tensioni sociali e la diffusione di malattie come il colera.
Dopo accurate indagini geofisiche, è stato possibile scavare un pozzo profondo 63 metri, con una portata di 6 metri cubi d’acqua all’ora. Le analisi successive hanno confermato la potabilità dell’acqua, segnando un passo fondamentale per il benessere della comunità.

Per garantire la sostenibilità dell’impianto, è stato istituito un Comitato di gestione composto da 12 rappresentanti della popolazione locale e degli sfollati. Il Comitato ha deciso di introdurre un contributo simbolico di 20 Franchi (circa 0,03 euro) per ogni secchio d’acqua da 20 litri, destinato a coprire i costi di manutenzione e il compenso degli addetti alla gestione delle fontane pubbliche.

L’impianto è stato realizzato nell’ambito del progetto Sure2, promosso da CISV, LVIA e WeWorld e che riceve il contributo dell’Agenzia Italiana della Cooperazione allo Sviluppo. A completamento del progetto anche i contributi di Kinder in Not, la Fondazione ETWA e numerosi donatori privati.

Oggi, il nuovo pozzo fornisce acqua potabile a oltre 900 persone (circa 130 famiglie), riducendo il rischio di malattie legate all’igiene e migliorando la qualità della vita, soprattutto per bambini e bambine. Inoltre, l’accesso equo all’acqua contribuisce a rafforzare la convivenza tra la comunità locale e gli sfollati, riducendo le tensioni e favorendo la coesione sociale.
Un progetto concreto che dimostra come interventi mirati possano fare la differenza, restituendo dignità e speranza a chi vive in condizioni di estrema vulnerabilità.

Salute e accesso all’acqua: un binomio essenziale

Una componente fondamentale del progetto affidata a LVIA è la Componente Salute, strettamente legata all’accesso all’acqua potabile. L’obiettivo è rafforzare i servizi sanitari di base per prevenire e trattare la malnutrizione e le malattie infantili. Le attività includono la formazione del personale sanitario, il supporto ai centri di salute con attrezzature e infrastrutture migliorate, e la realizzazione di punti d’acqua a energia solare e latrine nei centri sanitari e nelle comunità.