Di luce e acqua. Sguardi di vita in Etiopia

Di luce e acqua. Sguardi di vita in Etiopia”, è un omaggio all’Etiopia: al suo passato, alla sua spiritualità e alla vita quotidiana delle sue popolazioni. Ma è soprattutto un tributo alla lunga amicizia che ci lega a questo Paese meraviglioso da quando nel 1972 il primo volontario LVIA sbarcò ad Addis Abeba, diretto a Meki, una cittadina a 150 km dalla capitale.

Da allora la LVIA non ha mai smesso di lavorare a fianco del popolo etiopico per garantire a migliaia di persone sicurezza alimentare, istruzione, lavoro e, soprattutto, acqua. In Etiopia la LVIA ha realizzato decine di acquedotti, installato centinaia di pompe manuali, solari ed eoliche, organizzato migliaia di ore di formazione, ma quello che veramente ha costruito è stata una relazione profonda di scambio che ci ha reciprocamente arricchiti. Oggi per noi l’Etiopia è casa, sono sguardi di persone conosciute, amici, nipoti, parenti lontani. La cooperazione è stata per noi la via per arrivare a quello che ognuno dovrebbe sentire dentro di sé: la fratellanza e la solidarietà con le donne e gli uomini di tutto il mondo.
Mostrando al pubblico le foto donate da Carlo Alberto Radice, la LVIA non vuole impressionare nessuno, né fare colpo parlando di povertà, di sete o di malattie. Piuttosto invita a vedere le foto di famiglia. Gli amici Carlo Alberto e Rudi Cassini (l’ex volontario Lvia in Etiopia di cui ricordiamo il libro Moyale, Ed. Terra Ferma), hanno regalato alla LVIA rispettivamente immagini e parole per raccontarci lo sguardo vitale dei bambini, delle donne e degli uomini, ma anche il nostro sguardo verso una vita che continua a scorrere tra mille difficoltà quotidiane.
Le fotografie raccontano la fatica del cammino, l’attesa al pozzo, la preghiera, il gioco, il lavoro, mentre la luce intaglia stati d’animo e prospettive, fa incontrare sguardi e brilla nei volti. E il bianco e nero ci ricorda nella sua essenzialità quali sono le cose che contano davvero e che di luce e acqua è fatta un po’ tutta la nostra vita. Le foto della famiglia Lvia sono anche un monito severo, perché ci parlano di un mondo disuguale, di mancanza di risorse, di fragilità dell’ambiente e della necessità di proteggere il bene a cui gli esseri umani devono la vita: l’acqua. È lei che fa nascere la luce negli occhi delle persone assetate, quando sgorga da una pompa, un pozzo, una sorgente. È lei che cambia i colori dei villaggi riempiendo i campi di cereali, frutta e verdura. È lei che fa la differenza tra la vita e la morte. La Lvia, da quasi 40 anni, con persone di buona volontà del nord e del sud del mondo – professionisti, giovani, donne e uomini, intellettuali e uomini di fatica – ha dato una risposta permanente alle esigenze di due milioni di persone.

La mostra si compone di:

1 pannello-locandina,
29 fotografie in bianco e nero (50cm x 60cm) montate su supporti di alluminio,
5 pannelli di testo esplicativi e le didascalie abbinate a ciascuna foto.
La struttura autoportante è costituita da moduli di 2mt e 1mt x 1,80mt. di altezza, che si sviluppano su un’area di 12mt x 1mt (sono montabili in modo da adattare la mostra all’ambiente che la ospita).

Per allestirla nelle vostre città, potrete richiederla alla Sede centrale della Lvia (tel. 0171/696975) versando un contributo di 150,00 euro la settimana, (spese di trasporto a carico dei richiedenti).

Contributi più alti saranno graditi: sosterranno in misura ancora più significativa i progetti Acqua è vita in Etiopia.

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