Siamo a più di metà percorso del progetto promosso da LVIA a sostegno delle vittime del conflitto che dal 2012 colpisce il nord del Mali.
Sicurezza alimentare e lotta alla malnutrizione infantile sono tra le priorità della Regione che LVIA e i suoi partner, tra cui l’ong CISV, stanno affrontando.
Il progetto, finanziato dall’Agenzia Italiana della Cooperazione e Sviluppo di Dakar, si svolge in stretta collaborazione con l’ong CISV, la Direzione Regionale della Sanità e con i servizi tecnici locali dell’agricoltura.
|
Campagna per il monitoraggio della malnutrizione infantile nei villaggi attraverso la misurazione del perimetro del braccio: se il braccialetto segna verde, il bimbo è sano; se segna giallo, è affetto da malnutrizione acuta moderata; se segna rosso, è gravemente malnutrito (malnutrizioen acuta severa).
Nel corso delle Campagne di monitoraggio nei villaggi, sono visitate anche le donne incinte e allattanti, per verificare il loro stato di nutrizione.
|
Le attività si svolgono nella Regione di Mopti, provincia di Douentza. Siamo nel nord del Mali, dove la popolazione è vittima dal 2012 di un violento conflitto che ha visto l’occupazione del territorio da parte di gruppi jiadisti. A luglio 2014, l’intervendo di una forza internazionale guidata da Francia e Unione Africana aveva indebolito il controllo dei gruppi jihadisti del nord del Mali, ma la zone resta insicura e a rischio di attacchi terroristici. Il conflitto ha provocato almeno 300mila sfollati, alcuni stanno rientrando in Mali, altri ancora restano nei Paesi confinanti, soprattutto Burkina Faso, perché temono il rientro.
In questa situazione critica, le associazioni LVIA e CISV restano nel Paese con le dovute precauzioni, perché conoscono bene il territorio e sono apprezzate e conosciute dalle popolazioni locali. Attraverso il progetto, stanno operando su due ambiti: sicurezza alimentare e lotta alla malnutrizione infantile.
Sicurezza alimentare
Ad oggi sono stati riabilitati 9 orti e relativi pozzi per l’approvvigionamento idrico. Questi sono gestiti da gruppi di donne a beneficio delle comunità dei villaggi, per un totale di 450 persone. Le coltivazioni sono iniziate ad ottobre anche grazie alle attività di formazione in tecniche di produzione e alla distribuzione di strumenti per l’agricoltura (kit di zappette, pale, rastrelli, forche, innaffiatoi, corde e carrucole per i pozzi e sementi). Inoltre, 250 produttori hanno iniziato a coltivare riso grazie alla formazione e strumentazione ricevute.
«LVIA ha riabilitato gli orti e i pozzi che nella stagione secca si riempiono di sabbia. Le parcelle sono state recintate per proteggere gli orti dagli animali al pascolo», ci spiega Michela Bordin, volontaria di LVIA e CISV in Mali. «Per quanto riguarda la risicoltura, abbiamo sfruttato la particolare conformazione geologica dell’area, caratterizzata dalle falesie. È da queste pareti rocciose che, durante la stagione delle piogge, cola l’acqua sul terreno in modo continuativo. Ed è qui che abbiamo realizzato delle piccole dighette di 50 cm per fermare l’acqua e coltivare il riso. Ad oggi 250 famiglie utilizzano questo metodo per la risicoltura. Tutti i lavori sono stati fatti con il cash for work, cioè con il lavoro della comunità locali che così contribuiscono alla realizzazione delle opere che loro stesse dovranno poi gestire».
Cura e prevenzione della malnutrizione con un approccio di comunità
Ad oggi ben 25mila bambini e 1.700 donne sono stati visitati per verificare lo stato nutrizionale generale; 500 bambine e bambini affetti da malnutrizione acuta moderata sono stati assistiti nei dispensari sanitari di villaggio e 80 affetti da malnutrizione acuta severa sono stati ricoverati in ospedale.
«Il monitoraggio viene fatto una volta al mese nei villaggi dove si riscontra il più basso numero di segnalazioni dei bambini malnutriti, perché questo significa che ci sono dei problemi di individuazione della patologia». Continua Michela Bordin. «Gli animatori di LVIA e CISV e il personale medico vanno nei villaggi per effettuare le visite. La data viene comunicata sia via radio sia attraverso i volontari nei villaggi affinché i bambini e le donne siano presenti in maggior numero possibile. A tutti i bimbi sotto i 5 anni di età, alle donne incinte e allattanti viene misurato peso, altezza e il perimetro del braccio con apposito braccialetto: se il braccialetto segna rosso, il bimbo è gravemente malnutrito; se il braccialetto sta sul colore giallo, la persona è affetta da malnutrizione moderata e presa in carico dal centro medico comunale. Nella maggioranza dei casi, i bambini sono malnutriti in conseguenza di altre malattie che hanno contratto, come la diarrea o la malaria. Se ci sono complicazioni, sono portati all’Ospedale di Douentza, l’unico della provincia».
I problemi non sono pochi: spesso è difficile arrivare al dispensario sanitario più vicino, le distanze sono troppo lunghe e tanti non si fidano del sistema sanitario e preferiscono rivolgersi ai guaritori tradizionali. Anche le pratiche di alimentazione sono un ostacolo e per tutti questi fattori, la presenza dei volontari sanitari nei villaggi è fondamentale.
Partecipano al progetto 263 volontari, coinvolti da LVIA e CISV che sono nominati dalla comunità e a cui viene affidato il compito di monitorare la situazione della malnutrizione nei villaggi in cui loro stessi risiedono. I volontari sono stati formati nell’ambito del progetto soprattutto sul riconoscimento dei sintomi della malnutrizione, sul come referenziare i casi di malnutrizione acuta ai dispensari e sulle tecniche di sensibilizzazione e di prevenzione. «A volte, quando viene dato il PlumpyNut, alimento terapeutico per il trattamento della malnutrizione, viene diviso tra tutti i bimbi della famiglia e questo è un problema per chi è affetto da malnutrizione». Testimonia Michela Bordin. «Dare una corretta informazione nella comunità e nelle famiglie è quindi fondamentale per curare e prevenire la malnutrizione».
A questo scopo nell’ambito del progetto sono state anche organizzate delle dimostrazioni culinarie nei villaggi che mostrano come cucinare alimenti locali che hanno molte proprietà nutritive. Le donne che sono state formate, insegnano alla comunità come cucinare gli alimenti locali mantenendone le proprietà nutritive e come abbinarli per garantire un pasto equilibrato, sopratutto per i bambini. Le dimostrazioni si concludono con un pranzo comunitario.
Dimostrazioni culinarie nei villaggi per informare le mamme su come cucinare alcuni prodotti locali ricchi di proprietà nutritive. Le dimostrazioni si concludono con un pranzo comunitario. |
Un gruppo di volontari sanitari che sono stati formati da LVIA e CISV per operare nei propri villaggi |
Questa notizia riguarda il progetto:
Paese
Mali
Settore
INCLUSIONE SOCIALE E PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA