Ad Isiolo, solo il 43% delle famiglie sono prossime ad un pozzo.
Più della metà della popolazione deve dedicare diverse ore al giorno per andare prendere l’acqua, lontana dal proprio villaggio. Il compito è svolto dalle donne ed è anche una delle cause della minor frequenza scolastica da parte delle bambine, che aiutano le mamme in questi lavori domestici; solo il 18% delle famiglie consuma acqua potabile, contro una media nazionale del 63%. Vale a dire che otto famiglie su 10 utilizzano acqua non sana, contaminata da batteri e altri agenti patogeni portatori di malattie ed epidemie; 10% è il tasso di mortalità infantile (sotto i 5 anni di età) dovuta a diarrea causata dall’uso di acqua non potabile o alla contaminazione dei pozzi; la distanza media dalla fonte d’acqua più vicina è 5 km (45 minuti di cammino), che sono percorsi più volte al giorno.
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Isiolo, e complessivamente la parte nord-orientale del Kenya, è una zona abitata da diverse tribù: turkana, borana, meru, somali, samburu e diverse altre minoritarie. Queste popolazioni, prevalentemente dedite alla pastorizia, sono solite spostarsi di luogo in luogo con uno stile di vita nomade tipico delle aree pastorali, fermandosi dove trovano acqua e pascoli per nutrire le proprie preziose mandrie.
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico sta facendo sentire le sue conseguenze più dure su queste terre semiaride. La diminuzione delle piogge, e la conseguente scarsità di pascoli e acqua, è una questione sempre più critica e con la quale queste popolazioni dovranno sempre più fare i conti, in futuro. Questo stato dei fatti incide sullo stile di vita dei popoli pastorali che sono costretti ad emigrare in misura maggiore che in passato, spostandosi laddove queste risorse ci sono. La meta per molti di questi popoli, soprattutto durante la stagione secca che va da luglio a settembre, è il fiume Ewas Ngiro, nella Contea di Isiolo, che in questo periodo dell’anno è sotto pressione a causa del sovra-sfruttamento delle sue acque, il cui livello è in progressivo abbassamento.
Non a caso è in questo periodo dell’anno che si accentuano i conflitti tra le varie tribù, per l’accesso ai pascoli e alle fonti d’acqua. È di questi ultimi giorni la notizia di nuovi scontri tra tribù Borana e Somale nella località di Modogashe, al confine tra le contee di Isiolo e Garissa. La località non è nuova a conflitti di questo tipo, tanto che risale al 2001 il primo accordo di pace comunitario firmato tra i leader tradizionali di diverse tribù per regolamentare, secondo delle normative consuetudinarie, l’accesso all’acqua e ai pascoli. Le sopravvenute siccità, e l’aumento del traffico illegale di armi in Kenya, da Paesi in conflitto (Somalia, Sud-Sudan, Repubblica Democratica del Congo), fanno scricchiolare questi accordi.
LVIA ha avviato nel 2014 il progetto KAME, con un cofinanziamento dell’Unione Europea. In questo contesto, il progetto che si svolge in partenariato con le ong locali RECONCILE e MID-P, vuole facilitare il processo di mediazione e pacificazione nell’area, agendo parallelamente per diminuire la povertà e la vulnerabilità di queste popolazioni, che hanno nel proprio bestiame l’unica fonte di sostentamento. La sfida quindi è quella di diversificare le fonti di reddito e le potenzialità sono state trovate nell’avvio di attività nel campo della trasformazione delle resine e delle gomme, materie prime ampiamente presenti sul territorio e con importanti potenzialità di commercializzazione nel Paese.
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A fine giugno, Tommaso Menini di LVIA e responsabile del progetto KAME, Liban Dima di RECONCILE e Guyo Haro, un collaboratore di progetto esperto di conflitto, sono intervenuti a Radio Isiolo FM per sensibilizzare la popolazione su questi nuovi conflitti, in preparazione di un Forum di dialogo e mediazione che si svolgerà a fine luglio e che coinvolgerà le istituzioni locali e i leader tradizionali dei popoli Borana e Somali, per arrivare ad una regolamentazione congiunta e utilizzo pacifico delle risorse.
Da Isiolo, Enrico Gorfer di LVIA ci racconta i conflitti e la gestione delle risorse
Questa notizia riguarda il progetto:
Paese
Kenya
Settore
Acqua e igiene