di Monica Del Sarto, Rappresentante Paese LVIA in Guinea Conakry
Un paese ricco di potenzialità che fatica ad uscire dalla povertà estrema
Quando nel dicembre 2005, a pochi mesi dall’arrivo in Guinea Conakry, sono stata chiamata a definire quella che sarebbe stata la strategia paese della LVIA per i successivi tre anni, non ho avuto dubbi: sostenere le organizzazioni contadine, considerando che sul piano nazionale il settore agricolo occupa attualmente più dell’ 80% della popolazione attiva (7% industria e 13% commercio e servizi). La situazione socio-economica della Guinea è negli ultimi anni in crescente deterioramento, a causa di una forte recessione, di un’inflazione a due cifre e di una diminuzione rilevante degli investimenti su larga scala. Il tasso d’incidenza di povertà è passato da 49,2% (2002) a 53,6% (2007). Sul piano della sicurezza alimentare, fame e malnutrizione sono in aumento, in particolare per la popolazione che vive in ambiente rurale; i servizi di base non sono garantiti, il sistema sanitario e quello scolastico sono tra i peggiori dell’Africa dell’Ovest. Questo quadro è ancora più difficile da accettare se si pensa alle forti potenzialità di crescita e di sviluppo che il Paese presenta in più settori: agricolo, idrico, energetico, turistico, minerario. La qualità del terreno e le condizioni climatiche favorevoli potrebbero garantire forti opportunità, sia per il settore agricolo che per quello agro-industriale, ma le poco sviluppate infrastrutture costituiscono un ostacolo ad investimenti su larga scala, mentre l’instabilità politica e la mancanza di trasparenza finanziaria disincentivano gli investitori.
Il rafforzamento delle organizzazioni contadine per sviluppare il settore agricolo
I problemi generali che il settore agricolo incontra sono principalmente legati all’insufficienza d’infrastrutture, all’utilizzo di tecniche e metodi produttivi arcaici, all’inaridimento precoce del suolo, alla cattiva gestione dell’acqua, all’insufficienza di risorse economiche interne ed alle difficoltà di accesso al credito. Ne consegue che sia la produzione che la commercializzazione sono inferiori alla potenzialità del paese. Le attuali politiche statali non garantiscono servizi al settore agricolo, ed è quindi necessario che le organizzazioni contadine (dalle OP – Organisations Paysannes – di I e II livello alle federazioni, fino alla confederazione nazionale) si strutturino e si rafforzino per far fronte ai numerosi problemi che il loro settore d’intervento incontra, per rispondere ai bisogni dei contadini e per dare maggior forza alla società civile rurale guineana. I progetti realizzati dalla LVIA, in consorzio con l’ong CISV, hanno come obiettivo principale il sostegno alle organizzazioni contadine di II e III livello (unioni e federazioni), attraverso:
- lo sviluppo istituzionale ed il rafforzamento organizzativo delle organizzazioni contadine, in quanto strutture della Società Civile guineana (“empowerment”)
- lo sviluppo di una tipologia di approccio ”decentrato ascendente”.
Dato il livello di strutturazione della società civile guineana molto debole (i dati indicano che solo il 10% della popolazione rurale lavora in strutture organizzate), la LVIA si propone come agente d’accompagnamento delle istanze rappresentative della base popolare, promuovendo l’auto-organizzazione contadina per rafforzarle dal punto di vista tecnico e organizzativo. In Guinea, il sistema di coltivazione dominante è di tipo tradizionale, fondato su un modello familiare; l’agricoltura è caratterizzata principalmente da colture alimentari per la popolazione locale, principalmente cereali e tuberi. L’azione della LVIA in consorzio con la CISV mira a valorizzare le colture tradizionali attraverso un percorso di accompagnamento e sostegno delle filiere di produzione locale, in particolar modo orticoltura e riso. Nell’ambito dei progetti di rafforzamento della società civile rurale, le nostre ONG hanno “stimolato” gli agricoltori a riflettere sui pro e contro dell’essere strutturati in unione (il detto l’unione fa la forza trova pieno significato nel contesto guineano) e dell’unirsi sia per zona d’intervento (modello di strutturazione orizzontale) che per filiera di produzione (modello di strutturazione verticale). Ma come far fronte ad una crisi alimentare mondiale? Le gente soffre, anche i pochi fortunati che hanno uno stipendio regolare mensile (non più del 10% della popolazione) fanno sempre più fatica ad “arrivare alla fine del mese”.
Aumentano i prezzi degli alimenti di base. La crisi necessita di una soluzione strutturale e permanente
Il primo aprile scorso il costo del carburante è aumentato del 62% (da 4.300GNF/L a 7.000GNF/L) con un conseguente aumento dei trasporti e dei beni di prima necessità. Lo Stato promette misure d’accompagnamento, ma questo richiede tempo e la situazione, non solo a livello locale (ma a livello mondiale) diventa sempre più insostenibile. Il nostro partner principale nei differenti progetti eseguiti nel Paese, la Confederazione Nazionale delle Organizzazioni Contadine di Guinea (CNOP G) che raggruppa ad oggi 12 federazioni e 45 unioni non federate, tiene duro. Sostiene la produzione degli agricoltori ed incoraggia la popolazione a consumare locale,ma il riso importato, principalmente dalla Tailandia, non lascia spazi, costa la metà e soprattutto incapitale le persone hanno ormai l’abitudine a consumarlo in gran quantità. Le organizzazioni contadine soffrono, ma non si arrendono e, attraverso la CNOP G, chiedono a gran voce un sostegno da parte dello Stato. Il terreno ed il clima favorevoli offrono enormi possibilità di sviluppo del settore agricolo, potenzialmente la Guinea potrebbe produrre una quantità di riso 10 volte superiore a quella attuale. Le principali attività del programma del Consorzio LVIA – CISV(strategia 2008 – 2011) prevedono infatti interventi di appoggio alla produzione attraverso percorsi di formazione tecnica e formazioni tra pari, la messa a coltura dei perimetri coltivabili attraverso la diffusione di tecniche adeguate, la realizzazione di pozzi e sistemi di irrigazione dei terreni, la messa in opera di un sistema di credito di input agricoli. Il programma prevede inoltre interventi d’appoggio alla commercializzazione dei prodotti agricoli (riso e orticultura) attraverso la costruzione di magazzini per lo stoccaggio e la vendita dei prodotti, la formazione di cellule commerciali, la realizzazione di una campagna d’informazione e marketing, la concertazione tra i differenti attori della filiera. Le nostre ONG credono nella forza della società civile, la quale se ben organizzata (da qui l’importanza dell’accompagnamento alla strutturazione), può realmente rappresentare quel movimento che “dal basso” arriverà a giocare un ruolo fondamentale nelle politiche statali ed internazionali. L’intesa tra le parti diventa sempre più necessaria e le nostre ONG, attraverso le diverse proposte, cercano di “allenare” al dialogo ed allo scambio d’opinioni. Tutte le attività del Consorzio sono gestite in collaborazione ed in concertazione con le autorità locali, coscienti dell’importanza di un incontro reale tra le esigenze degli agricoltori e le politiche statali e internazionali.
In fondo il gioco è duplice: i contadini hanno bisogno dello Stato per migliorare la loro produzione e commercializzazione così come lo Stato ha bisogno dei contadini per conoscere un suo pieno sviluppo.