di Lia Curcio
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In queste zone, la LVIA sta portando avanti un progetto per garantire a 15.000 persone la possibilità di avere accesso all’acqua nel proprio villaggio. Le attività prevedono la realizzazione di una rete idrica attraverso il prolungamento di due acquedotti, ma anche la costruzione di serbatoi per la raccolta dell’acqua piovana e piccoli bacini in grado di raccogliere e riutilizzare l’acqua che scorre a bordo strada durante la stagione delle piogge.
Il progetto, che ha ricevuto un cofinanziamento dell’Unione Europea, vede la collaborazione di due partner locali: il Water Program Coordination Office della Diocesi di Meru, ente che si occupa della gestione delle risorse idriche nella regione, e l’ong locale Resource Project Kenya.
Spiega Enrico Gorfer: «Questi interventi sono finalizzati a portare acqua pulita ad una distanza massima di 1 chilometro dai villaggi di intervento. Con l’acqua, le condizioni di vita migliorano nell’immediato, si possono avviare coltivazioni, il bestiame si può abbeverare, diminuisce la mortalità, soprattutto infantile. Affinché ciò sia possibile, è necessario fornire alle comunità gli strumenti per gestire autonomamente le proprie risorse idriche che, appunto perché scarse, necessitano di una gestione razionale e sostenibile.
Continueremo quindi a lavorare con le comunità locali, su piccola scala perché crediamo che sia importante, oltre l’emergenza, fornire ad ogni villaggio la formazione necessaria all’auto-gestione delle strutture idriche».