pubblicato su CEM Mondialità, agosto-settembre 2009
Ciò che ci muove è la passione per la cooperazione tra le persone e tra i popoli e l’aspirazione che un’idea di cooperazione per lo sviluppo umano possa cominciare a crescere anche nei ragazzi che si stanno ancora formando. Ciò che ci muove è la convinzione che l’educazione sia la chiave per il futuro. Come insegnanti, ovvero come educatori di giovani, sentiamo forte l’urgenza (anche storica) di porre le basi per la crescita o la conversione di una mentalità che sia priva di discriminazioni, di atteggiamenti di emarginazione, aperta all’integrazione e all’interazione, finalizzata a superare i pregiudizi e gli schematismi concettuali troppo rigidi e chiusi, creati frequentemente dalla non-conoscenza di una cultura «altra», diversa dalla nostra, ma non per questo meno degna di rispetto. Ci è parso che un’educazione interculturale sia perdente se non è in grado di ascoltare e di far ascoltare la voce dei popoli del Sud del mondo, percependo in maniera diretta la loro testimonianza e la loro esperienza.
Dudal Jam, un’ottima occasione per mettere in pratica i nostri propositi
Quale miglior occasione per mettere in pratica i nostri propositi di quella offerta dal progetto promosso dal CEM a sostegno del Centro Dudal Jam nel Sahel, in Burkina Faso? Si tratta di un esempio visibile di pacifica convivenza tra uomini, di società in cui ogni differenza è stata integrata senza perdere ciò che caratterizza l’identità del singolo. Così è nata l’idea di tessere una sorta di gemellaggio tra scuole, con cui compiere un atto di solidarietà concreta, ma anzitutto culturale: un modo per far entrare in contatto ragazzi che appartengono a popoli e a realtà sociali e storiche diverse, fornendo loro l’occasione di conoscere e di sperimentare l’interazione e il superamento delle barriere. La scuola secondaria di primo grado di Iseo (Brescia), coinvolgendo gli alunni delle prime classi, ha infatti deciso di sostenere il progetto Dudal Jam attraverso un’iniziativa di educazione alla diversità denominata «Adotta una classe». Il progetto si articola in più percorsi: in un primo tempo, ci proponiamo di far conoscere ai ragazzi la cultura nera e africana e di sensibilizzarli alle problematiche sociali, in un secondo momento, di sostenere il progetto di cooperazione internazionale.
Il lavoro svolto e gli impegni futuri
Nel corso dell’anno scolastico da poco concluso, sono stati presentati nelle classi un reportage fotografico ed un video girato durante il viaggio nel Sahel effettuato nel 2008 da una delegazione CEM in visita in Burkina, accompagnato dal resoconto di questo viaggio e dalla spiegazione relativa all’ambiente del Sahel, al tipo di abitazioni, alle scuole, alle celebrazioni religiose. In seguito gli alunni hanno avviato un rapporto epistolare con i coetanei di una delle scuole della città di Gorom Gorom, scrivendo in lingua francese lettere di presentazione di sé e del proprio paese. Queste lettere verranno recapitate da me, loro insegnante, volontaria del CEM e promotrice dell’iniziativa. L’intervento di un relatore-volontario, nella figura di Mohamed Ba, che incontrerà le classi nei primi mesi del prossimo anno scolastico, consentirà loro di conoscere la realtà storico-geografica-sociale di un Paese extra-europeo, di avvicinarsi idealmente e concretamente alla terra d’Africa, così vicina, ma, forse mai come ora, tanto lontana. Attraverso attività diversificate, in prevalenza interattive, Ba presenterà ai ragazzi la vita di un ragazzo in un villaggio, facendo loro cogliere le differenze tra la loro vita e quella di un coetaneo africano, ponendo l’attenzione sulle condizioni di disagio infantile e sui diritti negati, mostrando la bellezza di una terra profondamente amata e rispettata dal suo popolo e da chiunque si avvicini ad essa con sguardo libero da preconcetti. Il progetto si completerà con un’azione diretta e concreta, per rendere i ragazzi consapevoli della responsabilità personale del gesto di solidarietà: verrà avviata una raccolta-fondi per sostenere l’acquisto (in loco) di materiale didattico da destinare agli «amici di penna» della scuola di Gorom Gorom.