di Adriano Andruetto
pubblicato su CEM Mondialità, maggio 2009
Dal 9 al 23 gennaio 2009 una composita delegazione è partita per il Burkina Faso, con obiettivi diversi, poiché era inserita nel progetto di cooperazione tra i Comuni di Piossasco, Orbassano, Avigliana, Airasca, Roletto e Villarbasse con il Comune urbano di Gorom-Gorom (con i suoi 81 villaggi). Il 13 gennaio ci hanno raggiunti due altre delegazioni (una della Provincia di Potenza, l’altra del Politecnico di Torino per progetti di energie rinnovabili). Abbiamo dedicato una parte importante del nostro tempo al progetto Dudal Jam (Centro per la Pace), in collaborazione con l’Union Fraternelle des Croyants di Dori e di Gorom-Gorom che ne sono i promotori, sia in Africa sia in Europa. Faceva parte della nostra delegazione anche il Vescovo di Pinerolo (Torino), mons. Piergiorgio Debernardi.
Venerdì 9 gennaio abbiamo incontrato il ministro dell’educazione di base e dell’alfabetizzazione Amadou Diemdioda Dicko, grazie al quale mons. Debernardi ha potuto avere un quadro della situazione dei rapporti tra le istituzioni e le comunità religiose.
Sabato 10 gennaio siamo stati ricevuti dal nunzio apostolico mons. Vito Rallo. La Santa Sede è molto attenta al ruolo strategico che Ouagadougou sta assumendo come la Bruxelles della Comunità economica e monetaria dell’Africa occidentale. Abbiamo informato mons. Rallo dell’ottimo risultato della partecipazione al Convegno CEM di Viterbo dell’agosto 2008, riferendo dei messaggi di mons. Joachim Ouedraogo, vescovo di Dori, del rappresentante del Grande imam di Dori, nonché la partecipazione dei giovani, donne e uomini, cristiani e musulmani del Burkina Faso al laboratorio Dudal Jam e del grande apprezzamento ottenuto facendo il giro d’Italia come presentazione del progetto. Abbiamo precisato che in Italia l’iniziativa era promossa da CEM Mondialità e da LVIA, con il sostegno di comuni, province, parrocchie, altre istituzioni e associazioni, oltre che dal vescovo ausiliare di Torino, mons. Guido Fiandino.
Abbiamo spiegato che il coinvolgimento italiano si potrà sviluppere nella messa a disposizione di materiali cartacei e audiovisivi perché le diverse realtà disponibili a partecipare (scuole superiori, corsi di laurea, comunità cristiane e musulmane, associazioni e gruppi giovanili, centri d’incontro ed oratori) possano fare una sensibilizzazione generale; individuino alcuni giovani disponibili a partire ed ad inserirsi negli incontri internazionali che si svolgeranno a Dori e a Gorom-Gorom con giovani africani; al loro ritorno potranno testimoniare sul dialogo interculturale e interreligioso, utilizzando anche le metodologie apprese, diventando promotori d’iniziative di dialogo, specie tra cristiani e musulmani in Italia. Mons. Ouédraogo ha ringraziato il nunzio per il suo sostegno al progetto, che ha già ottenuto un parziale contributo triennale dalla Conferenza episcopale italiana.
In seguito abbiamo incontrato il presidente della federazione delle Comunità musulmane di tutto il Burkina Faso, El Hadji Oumar Kanazoè, presidente della Camera di commercio e industria del Burkina Faso. Anche a lui abbiamo raccontato lo stato del progetto che ha già avuto il suo pieno appoggio: anzi, ci ha ringraziato ed ha affermato che è stato un ulteriore stimolo per lui a proseguire il dialogo che ha sempre praticato con forte convinzione.
Nel pomeriggio Mons. Debernardi ha raggiunto Dori, mentre noi siamo rimasti ancora ad Ouagadougou perché avevamo altri incontri previsti. Con noi, oltre a Maria Minniti (partecipante al Convegno CEM), c’era anche una giovane di Orbassano, Donata Columbro, che stava preparando una tesi di dottorato in relazioni internazionali sul tema dei rapporti tra confessioni religiose e istituzioni, con particolare attenzione all’esperienza quarantennale di dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani. Per questo motivo lunedì mattina siamo stati ricevuti da mons. Compaorè, arcivescovo di Ouagadogou, che era stato in passato vescovo di Fadha Gourma, diocesi che allora comprendeva anche la regione del Sahel, dove aveva conosciuto padre Lucien Bidaud, il promotore, insieme ai due Grandi imam, dell’Union Fraternelle des Croyants: «un grande uomo, andato a vivere in una realtà tremenda: senza strade, non c’era ombra, non c’era acqua. Ha avviato progetti di promozione umana e quello straordinario esperimento di dialogo di vita». Ci ha descritto anche la difficile iniziativa della «liturgia del perdono», dopo i fatti del 1987, perdono anche per le violenze di Stato. Nel frattempo mons. Debernardi a Dori aveva celebrato la messa domenicale nella cattedrale con il tetto in lamiera, pronunciando un’omelia sul dialogo che aveva commosso i cristiani e i musulmani presenti. Aveva incontrato i fondatori ancora viventi dell’UFC. Aveva fatto una visita al Grande imam e al parroco di Gorom-Gorom.
Martedì 14 gennaio mons. Debernardi era già di ritorno a Ouagadougou, dovendo ripartire per l’Italia. L’immersione in quel clima di dialogo di vita l’aveva profondamente toccato, tanto da convincerlo a lanciare nella sua diocesi, con i fratelli valdesi, nella settimana ecumenica, la proposta di dialogo tra cristiani e musulmani.
Mercoledì 14 gennaio, nel raggiungere Gorom-Gorom ci siamo fermati brevemente a Dori, in modo da permettere anche agli amici di Potenza, che sarebbero partiti in anticipo, di incontrare l’UFC, Francojs Ramdè e Gerard (conosciuti in Italia) e di visitare gli scavi per le fondamenta del Centro Dudal Jam (posa della prima pietra).
A Gorom-Gorom abbiamo avuto modo giovedì 14 e domenica 18 di salutare il Grande imam, il parroco, l’UFC e il gruppo dei giovani cristiani e musulmani (compresi Damien e Tini, venuti in Italia). Infine ci siamo nuovamente fermati lunedì 19 e martedì 20 a Dori.
Abbiamo esaminato, insieme a François, il progetto architettonico e quello culturale del Centro Dudal Jam.
Abbiamo preso atto della loro proposta di protocollo di Convenzione con LVIA, CEM e le istituzioni italiane sostenitrici. Ci hanno informato delle attività di promozione in tutte le parrocchie, con i preti e i catechisti, con la Conferenza episcopale, su giornali, radio e TV. Abbiamo ragionato sul primo Seminario nazionale con l’auspicata partecipazione di qualche esperto di CEM, LVIA ed Enndam. Abbiamo ipotizzato il primo Seminario internazionale in Burkina per dicembre 2009 o per gennaio 2010. Siamo quindi stati invitati alla messa serale che nel programma era indicata come «celebrazione del giubileo di matrimonio», ma che, con nostra grande sorpresa, si è rivelata una festa, con la partecipazione di cristiani e musulmani, per i quarant’anni di matrimonio di Adriano e Rosina (mia moglie). Una cerimonia indimenticabile, che si è conclusa con una soirée dé fraternité, una cena comunitaria di grande commozione.
Giunti a Piossasco sabato 24 gennaio abbiamo trovato L’Eco del Chisone (settimanale della diocesi) del 21 gennaio, con un articolo del Vescovo dal titolo “Preghiera per l’unità dei cristiani. L’Africa può insegnare” che concludeva così: «Perché, insieme, non possiamo anche noi realizzare un efficace fecondo dialogo interreligioso soprattutto con i credenti di fede musulmana?». Non basta! Lo stesso giorno, il quotidiano La Stampa titolava su quattro colonne: «Il vescovo di Pinerolo: Fratelli musulmani venite a pregare con noi». E domenica 25, sempre La Stampa, con uguale evidenza: «La comunità islamica accetta l’invito del vescovo Debernardi. Religiosi, ma non integralisti, siamo pronti a dialogare».
Che ve ne pare, amiche e amici di CEM? Dudal Jam funziona! Coraggio! Allarghiamo la rete e aiutiamo la fecondità del messaggio!