Descrizione del progetto
La diagnosi e cura della malnutrizione acuta ha permesso di accompagnare la cura di più di 4100 bambini affetti dalla forma più grave: malnutrizione acuta severa.
La malnutrizione acuta uccide: un bambino non curato ha 50% di possibilità di non sopravvivere. Inoltre, la permanenza in uno stato di malnutrizione acuta può avere effetti nefasti sullo sviluppo fisico e cognitivo del bambino: ecco perché è importante diagnosticare rapidamente la malnutrizione acuta e curarla in modo corretto.
Tale patologia è la conseguenza di carenze energetiche per un periodo anche breve, causate da:
- Apporto calorico insufficiente dovuto ad anoressia secondaria (mancanza di appetito dovuto a una malattia) o carestia (fame…)
- Mancato assorbimento intestinale dei nutrienti, dovuto a vomito e diarrea (i nutrienti essendo assorbiti a livello dell’intestino, in caso di vomito non ci arrivano, in caso di diarrea il transito è troppo veloce e la parete intestinale irritata non assorbe quasi nulla).
La cura si basa sulla somministrazione di alimenti terapeutici pronti all’uso: dura circa 3 mesi, richiede somministrazione quotidiana secondo una posologia determinata in base al peso, implica visite infermieristiche settimanali. Le complicazioni (insorgenza di patologie aggiuntive) necessitano un ricovero in un reparto specializzato e sorveglianza medica 24 ore al giorno.
L’appoggio al funzionamento dei dispensari nelle aree di crisi. Dal 2018, la provincia è tormentata da episodi di attacchi armati, rapimenti ed assassinii: il personale sanitario di alcuni dispensari è scappato, le popolazioni hanno a loro volta abbandonato i villaggi (diventando di fatto profughi nel proprio Paese) oppure sono ormai isolate ed hanno difficoltà a raggiungere i dispensari per accedere alle cure sanitarie. Per assicurare assistenza medico-infermieristica ai malati, LVIA ha messo in pratica tre categorie di azioni:
- La riapertura dei centri sanitari chiusi dopo la fuga del personale statale, attraverso il posizionamento di infermieri ed ostetriche volontarie per garantire la prestazione di servizi curativi, preventivi e promozionali. Da giugno 2018 a febbraio 2019, più di 11.000 pazienti sono stati curati dai nostri volontari;
- L’appoggio ai centri sanitari situati in aree di rilocalizzazione dei profughi, attraverso il posizionamento di infermieri ed ostetriche volontarie per garantire le cure a una grande quantità di popolazione in difficoltà. In effetti, tra i Comuni di Deou e di Gorom-Gorom, più di 8.000 profughi vivono in condizioni precarie e necessitano di assistenza sanitaria;
- La creazione di punti-salute nei villaggi più inaccessibili, tenuti da infermieri volontari ed assistenti sanitari, per garantire almeno 2 volte a settimana le cure alle categorie più vulnerabili (donne e bambini).
La protezione delle popolazioni vittime di violenze ed abusi in seguito alla crisi. Tra i profughi, più del 60% sono minorenni, molti non accompagnati; altri sono donne sole ed esposte alle violenze. LVIA, in partenariato con la fondazione Terre des Hommes Lausanne, garantisce protezione alle vittime, previene le violenze e facilita il ricongiungimento familiare dei minori.
Obiettivi
Obiettivo del progetto è rispondere ai bisogni medico-nutrizionali e di protezione delle popolazioni dell’Oudalan e, a partire da Aprile 2019, delle province del Loroum e dello Yatenga, colpite dalla crisi.
Beneficiari
Sulle tre province, beneficiari del progetto sono 11.513 bambini affetti da malnutrizione acuta severa.
Inoltre, più di 28.000 bambini e più di 14.500 donne verranno curati dagli infermieri volontari nei centri sanitari precedentemente chiusi. Infine, più di 1.000 vittime di abusi e violenze riceveranno assistenza adeguata.
Informazioni progetto
STATO PROGETTO
Concluso
DOVE
SETTORE
VALORE
2.750.000 euro di cui 1.517.154 gestiti da LVIA
PARTNER E FINANZIATORI
BENEFICIARI
Sulle tre province, beneficiari del progetto sono 11.513 bambini affetti da malnutrizione acuta severa. Inoltre, più di 28.000 bambini e più di 14.500 donne verranno curati dagli infermieri volontari nei centri sanitari precedentemente chiusi. Infine, più di 1.000 vittime di abusi e violenze riceveranno assistenza adeguata.
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