Dopo un anno di siccità acuta, a fine 2012, il ritorno delle piogge ha dato un po’ di sollievo alla regione saheliana dell’Africa Subsahariana. I raccolti in Burkina Faso e nell’intera area del Sahel sono migliorati ma le conseguenze della carestia, che ha colpito 18milioni di persone, non sono finite: la malnutrizione grave, i debiti contratti dalle famiglie per comprare del cibo e la povertà estrema confermano la grave crisi alimentare che attanaglia l’area.
Il personale della LVIA e di Medicus Mundi Italia, grazie al supporto di ECHO (Ufficio europeo per l’aiuto umanitario) e dell’UNICEF, ha individuato il 90% dei bambini malnutriti nei villaggi dei distretti di Nanoro e Reo nella Regione Centro-Ovest del Burkina Faso.
Nel corso di 10 mesi, 800 agenti di salute comunitari, sotto la direzione degli infermieri dei centri di salute e delle equipe LVIA e Medicus Mundi, sono andati ogni due mesi di casa in casa, controllando ogni volta 100.000 bambini sotto i 5 anni di età, per individuare i casi di malnutrizione.
Come ci ha spiegato la dott.ssa Ella Compaoré in un’intervista, le conseguenze della malnutrizione sono irreversibili: “I bambini malnutriti gravemente avranno un ritardo nella crescita, lo sviluppo intellettuale rischia di essere compromesso, non potranno raggiungere buoni risultati a scuola, saranno adulti con forti difficoltà nella vita lavorativa, che si affaticheranno facilmente nella vita di tutti i giorni. Non saranno mai realmente autonomi e dovranno essere presi in carico dalle famiglie e dalla società. Si ammaleranno spesso, saranno deboli. Le bambine che hanno sofferto di malnutrizione, quando cresceranno e diventeranno mamme partoriranno bambini piccoli, che cresceranno male. La malnutrizione avrà quindi delle conseguenze nel futuro, passerà da una generazione all’altra, nasceranno dei bambini meno sani. Nel caso della malnutrizione moderata la presa in carico deve essere immediata, per evitare che gli effetti siano irreversibili. In questa condizione, i bambini sono fortemente vulnerabili, a rischio di malattie, sono spesso malati. Il sistema immunitario è debole e hanno difficoltà di apprendimento”.
A fine intervento, oltre il 75% dei bambini presi in carico si possono dire completamente guariti e fuori pericolo. L’emergenza è stata affrontata, ma non è terminata e persistono le difficoltà ad avere accesso all’acqua, alle sementi e al cibo.
Per tale motivo a partire da marzo 2013, grazie ai nuovi finanziamenti ECHO il progetto è stato rilanciato e rafforzatoampliando la zone di intervento ad altri distretti della Regione Centro Ovest. L’obiettivo è quello di curare quasi 10.000 bambini sotto i 5 anni colpiti da malnutrizione.
Guarda le foto realizzate da Claudio Massarente, fotografo e volontario LVIA, nel febbraio 2013.
Il progetto riceve il contributo di ECHO – Ufficio dell’Unione Europea per l’Aiuto Umanitario e la Protezione Civile |