Agricoltura e sostenibilità: la sfida di RigenerAzione Guinea nel Fouta Djallon
In Guinea è partito il progetto RigenerAzione Guinea che mira a introdurre pratiche agroecologiche innovative per sostenere i piccoli agricoltori, migliorare la nutrizione e rafforzare il ruolo delle donne nelle comunità rurali. Nelle regioni dell’Alta, Media (Fouta Djallon) e Bassa Guinea (Guinea Marittima), il progetto si concentra su orticoltura sostenibile e risaie di mangrovia.
Abbiamo parlato con i referenti del progetto Loïc GUSTIN, Rappresentante Paese di LVIA in Guinea e Amadou Oury DIALLO, Assistente Coordinatore, per capire sfide, strategie e obiettivi.
Domanda: Quali sono le principali difficoltà in campo agricolo che avete constatato?
Risposta: In Guinea l’agricoltura affronta numerose sfide: stagioni piovose più brevi e irregolari e precipitazioni più violente del normale, che possono deteriorare le giovani piantagioni. In parallelo, osserviamo una crescente degradazione dei suoli e dipendenza da sementi importate. Inoltre nelle zone rurali, l’uso di prodotti fitosanitari chimici è diventato la norma. I produttori e i consumatori soffrono della mancanza di informazioni sull’impatto dei prodotti che utilizzano. Il loro uso è molto poco regolamentato e quasi per nulla controllato, con un reale rischio per la salute.
Si aggiungono poi le difficoltà di commercializzazione: durante la raccolta i prezzi crollano e i produttori dipendono fortemente dagli acquirenti all’ingrosso. Inoltre la mancanza di politiche agricole efficaci peggiora ulteriormente la situazione.
D: Quali sono le principali difficoltà incontrate dai piccoli produttori in Guinea?
R: Oltre a quelle già citate, soffrono generalmente di accesso limitato alla terra, soprattutto le donne che non possono ereditare la terra per tradizione. La gestione dell’acqua è problematica, i punti d’acqua si prosciugano sempre più presto durante la stagione secca, rendendo la produzione quasi impossibile. Per motivi finanziari o di disponibilità locale, i produttori hanno difficoltà nell’accesso a strumenti, sementi, fertilizzanti e tecnologie adeguate. L’isolamento delle zone di produzione complica trasporto, commercializzazione e sviluppo di catene del valore sostenibili.
In questo contesto, il progetto RigenerAzione Guinée punta a rafforzare la transizione agroecologica attraverso tre linee d’azione: la diversificazione agricola e alimentare, con attività di formazione su agricoltura rigenerativa e creazione di Centri agroecologici; il sostegno ai produttori, migliorando accesso ai mercati e infrastrutture come magazzini e impianti di trasformazione; e infine l’advocacy, con iniziative di sensibilizzazione, dialogo istituzionale e studi sull’impatto dell’agroecologia nel Paese.
D: L’agroecologia ha anche una dimensione culturale oltre alla dimensione tecnica?
R: L’agroecologia non è solo un insieme di pratiche tecniche, ma anche un approccio culturale che valorizza i saperi locali e le tradizioni, promuovendo giustizia sociale e sostenibilità. Si basa su una visione olistica che unisce ecosistemi, sistemi alimentari e relazioni umane, con percorsi di transizione diversi a seconda dei contesti.
D: Le donne hanno un ruolo centrale in questo progetto: perché e come saranno coinvolte?
R: Le donne hanno un ruolo centrale per la loro importanza nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, ma anche per la loro vulnerabilità dovuta al mancato accesso a risorse e opportunità economiche.
Il progetto mira a rafforzare la loro autonomia economica, assicurando una forte partecipazione, coinvolgimento nelle attività produttive e accesso a formazione, mercati e servizi agroecologici. Inoltre saranno associate alla governance locale per decisioni inclusive.
D: Quale ruolo svolgono gli ortaggi indigeni africani (AIV – African Indigenous Vegetables) nel contribuire a un’alimentazione nutriente e diversificata?
R: È documentato che le popolazioni dell’Africa subsahariana consumano troppo pochi micronutrienti. Le carenze sono particolarmente gravi tra donne e bambini in particolare delle zone rurali. Le principali carenze riguardano ferro, zinco e vitamine, dovute a un’alimentazione povera di proteine e micronutrienti. La Guinea non fa eccezione. Il paese, però, abbonda di alimenti ad alto valore nutritivo, ma le verdure più nutrienti non sono consumate a sufficienza a causa dei costi elevati, la scarsa conoscenza o abitudine. Le AIV sono verdure tradizionali africane, endemiche di alcune regioni e note per le loro proprietà nutritive. Il progetto mira a reintrodurle nella dieta quotidiana, soprattutto quelle ormai poco consumate. Promuoveremo il consumo regolare di AIV nelle famiglie e nella ristorazione professionale attraverso ricette locali, equilibrate e accessibili.
Il progetto, attualmente nella sua fase di avvio, si fonda su un solido partenariato tra attori internazionali e locali, basato sulla continuità della collaborazione, un forte radicamento istituzionale e una profonda conoscenza del contesto agricolo e orticolo della Guinea.
“In recenti esperienze abbiamo ricevuto molti riscontri positivi dai produttori locali su questo tipo di attività. Erano iniziative condotte in scala più ridotta e ora con RigenerAzione Guinea avremo la possibilità di raggiungere un maggior numero di persone su aree diverse.”
RigenerAzione Guinea è finanziato dalla Cooperazione Italiana ed è promosso da un consorzio guidato dall’ONG LVIA, in collaborazione con i partner italiani CISV, il Centro di Ricerca e Cooperazione Tecnica e Scientifica dell’Università di Torino (CISAO di UNITO) e la società APIO, esperta in sistemi di tracciabilità digitale, e i partner guineiani ADAM, FPFD e CNOPG-BG.