Verdi, sociali e circolari: Le imprese di PROVIVES in Senegal
Di Giulia D’Ottavio
Le prossime righe ci accompagneranno all’interno di un progetto ambizioso, che ha già compiuto il suo primo anno di vita e che vede 200 imprese e 40 start-up senegalesi come protagoniste.
PRO-VIVES, ovvero “PROgramma di Valorizzazione dell’Impresa VErde e Sociale per l’innovazione, la crescita e il lavoro”, si sviluppa nelle regioni di Dakar, Thiès, Louga e Saint-Louis, sostenendo con attività formative, materiali, accompagnamento, una business school ed eventi, lə tantə imprenditricə senegalesə coinvolte nel progetto.
Per poter approfondire alcune delle attività che i partner locali e le organizzazioni internazionali stanno svolgendo, abbiamo avuto l’opportunità di chiacchierare con Nadia Lambiase di Mercato Circolare, Marta Mosca del CISAO dell’Università di Torino, Sara Fischetti di CISV ed Elena Gatti di LVIA, facendoci raccontare l’importanza del lavorare sui temi dell’economia circolare, dell’approccio di genere e dell’agro-ecologia all’interno del progetto.
Verdi, sociali e circolari, grazie alle loro voci esploriamo queste tre parole chiave, per comprendere l’animo delle imprese selezionate all’interno di PROVIVES.
Accompagnare le aziende agricole coinvolte verso la transizione ecologica è uno degli obiettivi principali: “l’agroecologia per noi è un approccio sistemico che combina tecniche agricole e pastorali con la sociologia e l’economia. E’ una delle possibili risposte al cambiamento climatico e può essere un valido strumento di resilienza nelle aree di crisi”, racconta Sara Fischetti, desk di CISV per il Senegal.
“Stiamo lavorando per mettere in rete vari attori del territorio, affinché si creino delle sinergie strategiche tra chi lavora su questi temi e stiamo fornendo materiali e strumenti formativi per le produzioni e per chi se ne occupa”, spiega poi Elena Gatti, responsabile del progetto per LVIA.
Ripensare l’agricoltura in un contesto in cui le monocoltivazioni e l’uso dei pesticidi hanno preso da tempo il sopravvento è una sfida complessa, è per questo che è importante che le aziende vengano sostenute anche dalla cooperazione internazionale per poter sperimentare e provare a cambiare l’approccio produttivo. Incentivare il consumo di prodotti locali, coltivati in modo agro-ecologico, con prezzi adeguati per chi produce e chi consuma, non può che migliorare l’economia locale e la qualità di vita delle comunità.
Il partner locale FAPAL, Federazione Contadina senegalese esperta in processi di agroecologia e promozione di un consumo e di una distribuzione locale, accompagnerà le aziende agricole durante tutto il progetto, mettendo a disposizione il proprio bagaglio di competenze e dei formatori esperti su questi temi.
Un altro asse di lavoro che guarda all’ecologia e alle buone pratiche di produzione è quello dell’economia circolare, un modello culturale ed economico che punta ad allungare il ciclo di vita dei beni e a creare giustizia sociale, sostenibilità ambientale e prosperità economica. Una diminuzione dei rifiuti e l’uso creativo ed adeguato dei materiali è la prospettiva a cui rivolgiamo le azioni di progetto. In un contesto come quello senegalese in cui i rifiuti costituiscono un problema, l’economia circolare può contribuire ad essere una soluzione.
“È sfidante lavorare su questi temi in un Paese come il Senegal, pieno di persone che dal basso si impegnano per l’economia circolare ma che hanno bisogno di un assetto normativo più adeguato a promuovere e sostenere la riduzione dei rifiuti e una corretta valorizzazione degli stessi”, ci racconta Nadia Lambiase di Mercato Circolare. L’organizzazione ha accompagnato con delle formazioni le imprese selezionate e, grazie ad un’app dedicata, le ha inserite nel suo circuito per tracciarle nel Paese e a livello internazionale.
Al centro di tutte le azioni, le persone. Senza un’attenzione importante a chi lavora e alle comunità su cui le imprese hanno un impatto, è impossibile parlare di impresa sociale. Nei percorsi di formazione previsti dal progetto è stato inserito, in primis per chi si occupa di accompagnare le imprese, un ciclo di incontri sull’approccio di genere.
“Lavorare sull’uguaglianza di genere significa lavorare sui diritti umani. Questo approccio permette di pesare le conseguenze delle discriminazioni di genere e promuovere comportamenti e policy che valorizzano il ruolo e le capacità di ogni persona, uomo o donna che sia, lavorando alla costruzione di un benessere diffuso” ci ha raccontato Marta Mosca, antropologa e ricercatrice dell’Università di Torino, che ha appena concluso le prime formazioni in Senegal con i partner locali di progetto.
Strumenti teorici e pratici si intrecciano per riflettere ed agire in modo sistemico ed articolato su questi temi complessi e delicati in un contesto dinamico, sia a livello istituzionale che a livello di società civile, come quello senegalese.
“Attorno al concetto di genere e ai valori dell’approccio femminista, c’è spesso confusione e disorientamento. Ad esempio, parlare di questioni di genere non vuol dire parlare solo di donne o solo alle donne, anzi, è fondamentale che anche gli uomini siano coinvolti ed attivi. Per chiarire questi temi, nella teoria e nella pratica, è necessario affrontarli in modo strutturato, contestualizzato e sicuro”.
Grazie a questo impegno il nostro progetto avrà formatorə che diffonderanno queste importanti riflessioni nelle comunità ed imprese coinvolte. Verdi, sociali e circolari, nei prossimi mesi continueremo a raccontarvi le imprese di PROVIVES e le loro importanti sfide, grazie alle voci delle persone che stanno lavorando a questo importante progetto.
La squadra è composta da CISV, LVIA, Re.te Ong, Mercato Circolare, Pin, Arco Lab, Fapal, Espere e Caper e il progetto è finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Fare impresa per la comunità e con la comunità è possibile, con PROVIVES ancora di più!