Coltivare Inclusione nel Saluzzese: tra pandemia e volontariato

Nel saluzzese il progetto Coltivare Inclusione, sostenuto con i fondi Otto per mille della Chiesa Valdese , promuove l’inclusione attraverso la conoscenza tra le comunità locali del Saluzzese e i lavoratori stagionali.

A giugno 2020 molti braccianti sono arrivati a Saluzzo cercando lavoro nei frutteti e, scontrandosi con la difficoltà di trovare casa, hanno finito per dormire all’aperto su cartoni e coperte in attesa dell’apertura delle Accoglienze Diffuse. Alcuni cittadini solidali di Saluzzo, Verzuolo, Costigliole Saluzzo e Lagnasco, li hanno incontrati e aiutati: chi portava la cena, chi una tenda o un gazebo contro la pioggia. Da questo primo incontro nasce la volontà di costruire una comunità più inclusiva.

“La bellezza di condividere tempi, spazi e momenti di convivialità”

è lo spirito dei volontari del progetto. Grazie alla loro cura e dedizione, si è creato un clima di fiducia e un sostegno concreto ai braccianti nelle strutture dell’Accoglienza Diffusa, organizzando momenti conviviali per condividere e scambiare esperienze nel rispetto dei Protocolli per la prevenzione del contagio da Covid19.

 

Chi saranno i prossimi volontari? Come co-progetteremo le prossime attività?

Ne parliamo insieme ai volontari e agli operatori del progetto Coltivare Inclusione in una conferenza mercoledì  5 maggio 2021 alle ore 21.00 in diretta sul nostro canale facebook.

Il progetto Coltivare Inclusione

Il progetto, promosso dall’ong LVIA, in partenariato con Caritas Saluzzo, Confcooperative e Rifugiati In Rete, sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese,  intende promuovere una rete attiva di inclusione sul territorio, attraverso la conoscenza reciproca, tra le comunità locali ed i lavoratori stagionali migranti ospitati nei siti di accoglienza diffusa, siti in alcuni comuni della frutta.