Etiopia: il bilancio delle attività di due importanti progetti conclusi

La resilienza delle popolazioni del Nord/Est dell’Etiopia è continuamente messa alla prova da fenomeni climatici estremi ed imprevedibili, aggravati dal cambiamento climatico in corso. LVIA, dopo un percorso che è proseguito senza soluzione di continuità da inizio 2014, ha recentemente concluso due progetti a sostegno della resilienza nella regione dell’Afar.

Ci sembra importante stilare in questa occasione un breve bilancio di quanto abbiamo potuto realizzare nell’ultimo periodo in Afar, ricordando che a inizio 2019, in partenariato con l’ong COOPI, abbiamo avviato un progetto di emergenza in risposta al fenomeno climatico El Niño, che aveva provocato un’emergenza umanitaria, data da eventi climatici estremi, quali siccità e alluvioni, estremamente dannosi per le comunità locali.

Attraverso il progetto AID 11212, finanziato dalla Cooperazione Italiana, LVIA ha contribuito alla risposta all’emergenza a favore delle comunità agropastorali dell’Afar (woredas di Telalak, Dewe e Adaar).

Riguardo al settore acqua e igiene:

  • Migliorato l’accesso all’acqua potabile di circa 10.000 persone e 3 comitati di gestione sono ora operativi nella corretta gestione degli schemi idrici, all’interno dei quali sono presenti 9 donne.
  • Sono stati inoltre installati 2 sistemi di pompaggio solari nei villaggi di Haradaba (Telalak) e Kadabura (Dewe)
  • Sostituzione del generatore diesel che assicurava il pompaggio dell’acqua presso il principale pozzo profondo della città di Nemalifen, capoluogo della Woreda di Telalak, garantendo l’accesso all’acqua a circa 2.200 persone
  • 9.250 persone sono state provviste di materiale igienico-sanitario, migliorando le pratiche relative all’igiene, per una migliore prevenzione della pandemia di Covid-19, che da aprile 2020 ha iniziato a manifestarsi anche in Afar

Inoltre, è stato portato a termine uno studio sul riciclaggio della plastica, che potrà servire da riferimento per le autorità locali e altri attori dello sviluppo nella gestione dei rifiuti di plastica, al momento numerosi ma mal gestiti.

Per quanto riguarda lo sviluppo agropastorale, abbiamo poi operato per migliorare le capacità produttive e di sussistenza della popolazione agro-pastorale, attraverso alcuni interventi a carattere agricolo, nelle poche aree in cui l’agricoltura è praticabile (lungo i pochi corsi d’acqua perenni che attraversano la zona).

In particolare:

  • Costruito un sistema di irrigazione solare ad Halbina Wale, col potenziale di servire 210 famiglie contadine.
  • Distribuite sostanziali quantità di semi di fagiolo e di mais a 156 famiglie e poi piantati su 38 ettari di terreno.
  • Sostegno a 60 famiglie nell’attività di apicoltura e quindi avviate alla produzione di miele
  • Distribuiti e piantati 10.308 alberi, per la lotta all’erosione dei terreni e la produzione di frutta.

 

Parallelamente, a fine luglio, si è concluso anche il progetto RESET II avviato nel 2017 grazie al cofinanziamento dell’Unione Europea, volto al rafforzamento della resilienza nella regione. I tre settori di intervento principali sui quali si è sviluppato il progetto sono stati:

  1. L’accesso all’acqua e il miglioramento di salute e igiene;
  2. L’aumento di produttività e la diversificazione delle fonti di reddito;
  3. Il miglioramento della gestione del rischio di catastrofi.

In relazione al settore acqua e igiene, solo nell’ultimo anno 17.389 persone sono state dotate di accesso all’acqua potabile pulita. La distanza tra i villaggi e l’approvvigionamento dell’acqua è stata ridotta notevolmente, cambiamento importante per donne e bambini, in quanto responsabili del recupero dell’acqua. Sono stati costruiti 3 sistemi idrici a pompaggio solare, riducendo i costi ed eliminando le emissioni di CO2 rispetto ai precedenti generatori diesel.

Al fine di aumentare la produttività e di diversificare le fonti di reddito, LVIA ha agito sulla produzione agricola e pastorale.

  • Distribuite e vaccinate 10.290 capre
  • 180 contadini sono stati riforniti di semi di cereali e attrezzi agricoli, contribuendo alla strategia del governo di diversificare le fonti di reddito e migliorare la salute della popolazione, introducendo le verdure nella dieta di queste famiglie.

L’introduzione dell’agricoltura ad irrigazione è da considerare come un successo, in quanto la comunità agro-pastorale ha iniziato a produrre cavoli, pomodori, bietole, lattuga, pepe, angurie e foraggio due volte all’anno, aumentando la produzione e produttività dei loro raccolti e del bestiame.

Sul fronte della creazione di lavoro, ci siamo concentrati sulla formazione professionale di 270 giovani (di cui 75 donne), che sono stati poi organizzati in 9 realtà imprenditoriali (3 panetterie, 3 negozi di abbigliamento e 3 saloni di bellezza). Complessivamente, 400 persone sono state formate sull’imprenditorialità, la pianificazione e lo sviluppo di un’impresa, mentre 18 micro-imprese della zona (tra cui quelle create nel quadro del progetto) hanno ricevuto capitale e strumenti per l’avvio di una start-up.

Infine, per il miglioramento della gestione del rischio di catastrofi, i tre distretti di intervento hanno sviluppato piani di emergenza e di riduzione del rischio. I governi locali hanno assunto consapevolezza sulle linee guida nazionali per la riduzione di rischio di catastrofe, alle quali si sono allineati, mentre sono stati sviluppati sistemi di monitoraggio e preparazione ad eventuali rischi di catastrofe.

Questi due interventi rappresentano (per il momento) l’ultimo atto dell’azione della LVIA nell’area, anche se l’ambizione è di poter riprendere in futuro il supporto alle comunità pastorali locali, che continuano ad avere necessità importanti legate all’accesso all’acqua, ai servizi alla pastorizia, alla diversificazione dei redditi, alla protezione dell’ambiente e alla gestione delle frequenti calamità naturali.