In Burkina Faso la malnutrizione infantile è un’emergenza che colpisce in modo grave 120mila bambini: se non curati tempestivamente, avranno danni permanenti con ritardi nella crescita e nello sviluppo intellettuale. L’azione di LVIA e Medicus Mundi ha permesso nel 2014 di curare 13.000 bambini gravemente malnutriti
Si è conclusa la seconda fase del progetto di emergenza in Burkina Faso, finalizzato a individuare e curare la malnutrizione infantile a seguito della carestia che ha colpito il paese e l’intera regione Saheliana due stagioni fa, e che ancora fa sentire le sue conseguenze, in una realtà in cui la malnutrizione è un’emergenza continua.
LVIA, in partenariato con l’associazione Medicus Mundi Italia, dopo aver operato nei distretti sanitari di Nanoro e Réo, ha esteso il proprio intervento a tutta la Regione del Centre-Ouest, grazie ad un secondo finanziamento di ECHO (Ufficio Unione Europea per le Emergenze Umanitarie).
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iorno successivo, in modo da esser sicuri che tutti siano controllati.
Al Centro di Salute, il bimbo viene visitato in ambulatorio una volta a settimana, viene pesato e riceve sistematicamente un trattamento antibiotico e antiparassitario gratuito, insieme ad una dose di alimenti terapeutici pronti all’uso (Plumpynut, forniti dall’UNICEF) sufficiente per arrivare “sazio” alla visita successiva.
Si controlla con test rapido che non abbia la malaria e, se positivo, riceve le giuste medicine. Le mamme ricevono consigli su come preparare i pasti per il bambino, come arricchirli e renderli nutrienti attraverso l’aggiunta di ingredienti locali (vitamine dal frutto del baobab, pesce…). Se tutto va per il verso giusto, un bambino può guarire dalla malnutrizione acuta severa nel giro di due mesi.
Il 15% circa dei casi di malnutrizione presenta gravi complicazioni: anemia, disidratazione, diarrea, febbre alta e lesioni cutanee, fino ad arrivare agli edemi, ovvero rigonfiamenti agli arti inferiori dovuti al malfunzionamento del sistema linfatico. Quando il bimbo arriva al Centro di Salute in queste condizioni, l’infermiere prescrive subito il trasferimento in ospedale. LVIA e Medicus Mundi completano allora il loro intervento sostenendo le spese del ricovero: esami medici, consultazione, giorni di ricovero, medicinali, ma anche le spese del trasporto e un piccolo sostegno giornaliero a chi accompagna il bambino in ospedale. Quattro sono i medici nutrizionisti e pediatri di LVIA e Medicus Mundi che seguono i dodici Centri di Salute in tutta la regione, dove i bambini gravemente malnutriti vengono ricoverati.
Le difficoltà non sono certo finite: i Centri di Salute spesso mancano di medicinali, di personale, di posti letto, vigono scarsissime condizioni igieniche e le mamme a volte rifiutano il trasferimento in ospedale, se non già il primo contatto con il Centro di Salute. Perché la malnutrizione in Burkina è stigmatizzata, la mamma di un bimbo malnutrito è considerata una cattiva madre; spesso, la malnutrizione è attribuita a gravidanze ravvicinate, tabù nella cultura di questo Paese. O, ancora, la malnutrizione non è riconosciuta come una malattia, il bimbo viene chiamato serpente, scimmia, e si tenta un primo ricorso alle cure tradizionali. E anche quando la mamma accetta il ricovero, resta da convincere il marito. Lo staff di LVIA si affianca agli infermieri dei Centri di Salute nelle visite a domicilio per spiegare al capofamiglia l’importanza del trasferimento in ospedale. Spesso si riesce. A volte, purtroppo, no.
«Sensibilizzare le mamme non è per niente facile – racconta Sylvie Forgo Zongo, nutrizionista impegnato nel progetto e basato a Kokologho. – Molti genitori negano la malattia del figlio e dicono che semplicemente non mangia, alcuni dicono che il bambino non può crescere e che la sua corporatura è quella. Ma non mi stanco, continuo nel mio lavoro di sensibilizzazione sapendo che, anche se soltanto una mamma seguirà i miei consigli, quella mamma diventerà la nostra mamma modello e saprà convincere le altre donne al villaggio. Il sorriso e la gioia di vivere che riflette il viso di un bambino guarito, mi danno la forza e il coraggio di continuare la lotta contro questa malattia che blocca la crescita intellettuale e fisica dei nostri bambini».
Foto: archivio LVIA |
Delle farine arricchite, altamente nutrienti, sono state acquistate e distribuite ai bambini una volta guariti dallo stato di grave malnutrizione. Scaffalature metalliche, bancali e insetticidi sono stati distribuiti nei Centri di Salute per proteggere gli alimenti terapeutici da roditori e insetti. E, visto che una delle cause principali della malnutrizione è la mancanza d’igiene, LVIA ha dotato tre Centri di Salute di un pozzo, attrezzato con pompa, che permette di avere acqua potabile; mentre un quarto è stato riparato.
«Nel distretto di Léo, l’impatto dell’intervento si percepisce forte – ci spiega il dottor Ismaël Zoungrana, medico nutrizionista LVIA basato a Léo – attraverso un netto miglioramento della copertura e della qualità delle cure mediche, per non parlare della soddisfazione che esprime il personale statale del distretto sanitario e la comunità tutta. Certo, alcune sfide restano, come il forte tasso di abbandono dei bimbi seguiti in ambulatorio e il monitoraggio dei bambini guariti, per evitare le ricadute. Ma siamo ottimisti.».
LVIA ha ricevuto da ECHO il finanziamento della fase 3 del progetto, con cui si lavorerà per diminuire il tasso di abbandono in ambulatorio e soprattutto il tasso di decesso in ospedale, con l’aggiunta di un nuovo medico nel Distretto di Réo, che ne ha maggiormente bisogno.
(foto: archivio LVIA)
Ottimisti come Ismaël, la malnutrizione è una malattia che va curata e che si può sconfiggere
foto: archivio LVIA
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Le stime nazionali: 127.000 bimbi gravemente malnutriti. 13.000 nella Regione Centre-Ouest
L’intervento:
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Il progetto riceve il contributo di ECHO – Ufficio dell’Unione Europea per l’Aiuto Umanitario e la Protezione Civile |
Questa notizia riguarda il progetto:
Paese
Burkina Faso
Settore
LOTTA ALLA MALNUTRIZIONE