Lun, 11/06/2018
A La Repubblica Delle Idee, domenica 10 giugno, ore 18:30 – 19:30, si è svolto l’incontro “Noi che li aiutiamo a casa loro” presso il Palazzo Re Enzo – Salone del Podestà.
Migrazioni, incoerenza delle politiche, nuove emergenze, necessità di una strategia duratura di cooperazione: questo il dibattito nell’interessante incontro con:
Marco Alban, LVIA
Elda Baggio, Medici Senza Frontiere
Giovanni Dall’Oglio, CUAMM
Modera: Mario Calabresi
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Alcuni estratti dell’intervento di Marco Alban, LVIA:
“Se l’Italia continua ad appoggiare politiche economiche europee che al posto di aiutare i contadini africani li strozza… Quando vado a comprare la passata di pomodoro in un supermercatino in Africa Occidentale, quella che viene dall’Italia costa meno di quella prodotta dai contadini locali, quindi c’è qualcosa che non va… Certo, abbiamo bisogno dei finanziamenti, del vostro aiuto, ma abbiamo anche bisogno di un sistema coerente che sostenga la nostra missione e che non cada in contraddizione.”
“La cooperazione necessita di una programmazione sul lungo termine, sono dei processi non sono dei progetti. Se ogni volta che cambia un governo rimettiamo in discussione tutto, fragmentiamo la programmazione, non andremo da nessuna parte. Se vendiamo materiale militare.. non aiutiamo nessuno”
“Ci sono tante Afriche e i contesti sono diversi. In Senegal, l’emigrazione in Italia è diventata cultura anche perché il senegalese si trova bene in Italia, abbiamo molte similitudini culturali. In altri contesti la gente è costretta ad andare via. Il continente africano vive all”80 per cento di agricoltura e laddove l’agricoltura non è più possibile, a causa della siccità, della guerra dell’acqua, perché le società miniearie e petrolifere con una semplicità enorme fanno spostare 150mila persone dal giorno alla notte, viene meno la fonte di reddito principale. Le ragioni della migrazione sono tante, penso che spostarsi sia un diritto e i movimenti migratori stanno anche diventando n senso contrario. Alla gente che è disattenta ai valori su cui l’Europa è cresciuta, che è disattenta a quello che succede e che addirittura va in senso contrario a questi valori e nega soccorso, io dico che gli stranieri sono loro”
Perché questo incontro sulle Ong?
Mario Calabresi, direttore di La Repubblica spiega: “Perché il termine Ong in un tempo brevissimo in Italia è usato da un pezzo dell’opinione pubblica come se fosse una parolaccia, un atto di accusa. Le Ong in un’idea di mondo fatto di muri, sono viste con sospetto. Da un anno a questa parte, le navi delle Ong sono diventate una chiave di lettura universale delle Ong, che e sono chiamate scafisti dei mari….
Ecco il perché dell’incontro con Ong che lavorano sul campo: quando si dice “Aiutiamoli a casa loro”, loro lo fanno, vanno a casa loro ed evitano le epidemie, evitano che ogni carestia si trasformi in emigrazione di massa, ecc.
Non c’è niente di peggio della semplificazione propagandistica in cui ci siamo infilati”
Il dibattito:
- La nave Acquarius con 400 migranti a bordo bloccata nel Mediterraneo: il lavoro delle Ong oggi tra la chiusura delle frontiere e populismi
- “L’omissione di soccorso è educativa” qualcuno dice oggi: “se giriamo le spalle i migranti capiranno che è meglio restare a casa loro”. Cosa rispondono le Ong a questo paradigma che si sta affermando?
- Le migrazioni economiche: cosa fare?
- Le risorse: un’opinione pubblica dice “dobbiamo fermarli e farli restare dell’altra parte del mare” ma le emergenze aumentano e chi le affrona ha meno mezzi…