di Rita Roberto
pubblicato su CEM Mondialità, marzo 2009
Un logo nasce da un gesto della mano che traccia segni su un foglio mentre l’autore lascia fluire le immagini interiori. In questo fluire passano sia le immagini personali, sia quelle archetipiche appartenenti all’inconscio collettivo e l’artista, spesso a sua insaputa, diventa un canale per trasmettere immagini dai molteplici significati. Artista è proprio colui che vuota la mente, apre il cuore e mette il proprio talento creativo al servizio dello spirito e lascia che sia, si manifesti qualcosa di nuovo. È nato così anche il logo di Dudal Jam quando Silvio Boselli è stato incaricato di rappresentare la risposta del CEM alla richiesta di progettare e gestire insieme un centro per la pace nella regione del Sahel, in Burkina Faso, di cui si è parlato più volte su queste pagine. Nel simbolismo tradizionale il corpo della madre richiama l’utero e soprattutto l’utero universale che è il contenitore delle acque originali e dei germi degli esseri, esso evoca in maniera sorprendente questo abisso oscuro dell’energia creatrice. Uno degli aspetti interessanti dell’archetipo del «corpo della madre» è proprio il portare con sé la propria storia e la propria evoluzione: la compresenza di ciò che è stata e di ciò che sarà, di vita e di morte in un ritmo naturalmente ciclico. È luogo di pace conosciuto da tutta l’umanità. il primo vero punto in comune che tutti gli esseri umani hanno, luogo incontestato di pace e sul quale tutti si possono trovare in accordo. Èil lievito o «la madre» che si moltiplica e non divide. Nel logo Dudal Jam questi significati, e tanti altri sono compresi, e ci rimandano al concetto di un’unica madre.
Lettura simbolica del logo Dudal Jam
A prima vista appaiono due figure umane con le braccia sollevate che stanno su una collinetta semicircolare, ma guardate meglio e potrete scorgere due seni, il busto e la pancia di una donna, ma anche un signore con un grosso naso e occhi sporgenti che si avvicina ad annusare qualcosa che sta su un piatto, o quel pupazzo «dodò» dell’albero azzurro (un uccello con un grosso becco e occhi sporgenti che piace tanto ai bambini) … Osservate bene il disegno, è un mandala quadrato che all’interno racchiude una figura che si presta a molteplici letture, tutte in compresenza che si accordano e non si escludono. Questa è la caratteristica del mandala, archetipo che simboleggia lo spazio sacro, l’intero universo, dove il centro rappresenta simbolicamente l’origine di tutte le cose, di tutte le possibili manifestazioni contenute in esso. Quadrato, cerchio e triangolo sono le figure mandaliche portatrici di questo messaggio d’armonia che si svela alla coscienza ogni volta che li guardiamo, disegniamo, coloriamo…
Ritornando al nostro logo osserviamo che contiene questo messaggio armonico in quanto ci sono tutte e tre le figure: quadrato, cerchio e triangolo: il quadrato racchiude la figura, il cerchio lo troviamo sia nei seni che nella pancia e il triangolo, con la punta verso il basso, lo otteniamo congiungendo i capezzoli con l’ombelico. Se poi provate a capovolgere il logo otterrete ancora altre letture molto significative: una coppa/calice, un albero stilizzato … Sicuramente ci sono altre letture, che potrete cercare spinti dalla vostra curiosità, immaginazione, ma soprattutto dal vostro sentire. A queste chiavi di lettura aggiungo le intenzioni dell’Autore che con questo disegno ha voluto simboleggiare l’incontro e il cammino in divenire dell’amicizia, della pace attraverso uomini e donne portatrici di luce. Persone integre capaci di far nascere qualcosa di veramente nuovo. Con Silvio e ci siamo soffermati a riflettere sulla simbologia più profonda del disegno da lui creato, abbiamo cercato insieme di decifrare quanti più «segni» possibili per una lettura chiara, una restituzione sia per lui sia per tutti noi, per trovarne ogni possibile collegamento con «l’arte della pace», e lo scopo più profondo del CEM e della campagna Dudal Jam. Forse in ultima analisi il logo ci rimanda ad un richiamo, ad un senso di appartenenza, di identità: quella di uomini e donne portatori di bellezza, di luce con l’esempio del il gesto e della parola.