pubblicato su CEM Mondialità, aprile 2009
L’Union Fraternelle des Croyants, Unione Fraterna dei Credenti (UFC), di Dori è nata nelle circostanze drammatiche della carestia del 1969. Il suo fondatore, il padre Lucien Bidaud (1930-1987), in missione alla Parrocchia Sant’Anna di Dori, preso da compassione, all’epoca si diede da fare e ottenne dei viveri che distribuì gratuitamente alle popolazioni duramente colpite dalla carestia. Essendo particolarmente gravosa l’opera di soccorso, egli decise di circondarsi di altre persone volontarie di Dori per organizzare meglio questi aiuti. Così, dodici persone provenienti dalle due comunità religiose (sei da ciascuna, cattolica e musulmana) si unirono a Bidaud e crearono l’UFC di Dori. Essa copre le province del Séno e dello Yagha della Regione del Sahel, nello stato del Burkina Faso. Nello stesso modo, quando nel 1973 padre Bidau fu destinato a Gorom_Gorom (capoluogo della Provincia dell’Oudalan, quella più a Nord), promosse con il Grande imam di Gorom Gorom, Alpha Traoré, la fondazione di un’altra UFC, con lo stesso spirito di quella di Dori. Da allora le due UFC di Dori e di Gorom_Gorom (come ONG pluriconfessionali), perseguono due obiettivi complementari: a livello spirituale, la promozione del dialogo interreligioso e interculturale; a livello socio-economico la promozione di una strategia di sviluppo umano delle comunità locali.
L’UFC è tuttora un esempio vivo di dialogo interreligioso tra la comunità musulmana e quella cattolica in Sahel.
Il dialogo interreligioso è il fondamento essenziale della pace e della comprensione tra i popoli e le nazioni: si tratta di una delle convinzioni dell’UFC, che resta aperta alle altre comunità presenti a Dori, associate ad essa quando si svolgono le diverse Assemblee Generali annuali.
Il dialogo interreligioso in Sahel si vive essenzialmente a due livelli:
- Messe a confronto con le stesse realtà dure del Sahel (sfida dell’educazione; sfida della sicurezza alimentare; sfida della salute ed il problema ricorrente dell’acqua, sia per gli uomini che per gli animali), le comunità musulmana e cattolica lavorano alla promozione dell’uomo e di ogni uomo in Sahel attraverso: la realizzazione di dighe di ritenute d’acqua; la formazione dei giovani e delle donne (centro sociale); l’educazione per l’alfabetizzazione.
- Il dialogo della vita: le visite reciproche, la comunione in occasione delle gioie e delle pene (feste, matrimoni, battesimi, dolori…). Questo dialogo della vita è uno spazio verace di fraternità e di solidarietà, di riconoscimento reciproco nel rispetto delle differenze.
L’UFC vuole, attraverso tutte queste iniziative, portare il suo contributo alla costruzione di un mondo di pace e di fraternità, poiché «uno sviluppo autentico passa oggi attraverso una cultura di pace, una pace realizzabile se si impiegano tutti i mezzi» (Giovanni Paolo II). L’esperienza dell’UFC/Dori nel Sahel del Burkina Faso è la dimostrazione che il dialogo interreligioso è possibile. E, lungi dal dividere, le religioni possono e devono essere un fattore di unità per costruire un mondo più giusto, più fraterno e più degno dell’uomo.