Anche quest’anno la mostra mercato “Karìbu”, finalizzata a sostenere l’ostello femminile “J. Nyerere” di Kongwa, in Tanzania, ha avuto esito positivo. L’iniziativa si è tenuta in due date e ha visto la partecipazione di diverse scuole lodigiane: l’1-2 dicembre 2007 in piazza a Lodi e il 19-20 dicembre 2007 nei locali della scuola elementare “Madre Cabrini”. A sostegno delle ragazze dell’ostello si sono mobilitate 50 studentesse dell’Istituto Sperimentale Statale “Maffeo Vegio” e ben 200 bambini della scuola elementare “Madre Cabrini”, che ha visto la partecipazione di tutte le classi, e della scuola elementare “Don Gnocchi”, con il coinvolgimento di una classe.
Giovani e bambini si sono impegnati a confezionare numerosi oggetti. L’obiettivo era raccogliere 2300 Euro per acquistare una rete per la recinzione della stalla, delle porte di ferro per la stalla stessa, un carretto e due buoi e per riparare il soffitto di una stanza crollato a causa delle termiti. L’iniziativa ha riscosso il meritato successo, anche oltre le aspettative: la vendita degli oggetti ha fruttato 2.470 Euro.
“Karìbu”…dicono gli studenti lodigiani
Karìbu è una parola swahili che significa “benvenuto”. Ed è questo l’obiettivo del progetto: dare il benvenuto all’Africa, alla sua storia e cultura, sostenendo alcune studentesse del liceo di Kongwa nella loro volontà di frequentare gli studi superiori. Karìbu nasce nel 2001 dalla volontà di alcuni studenti e docenti dell’Istituto Sperimentale Statale “Maffeo Vegio”: in quell’anno, a seguito di alcune lettere intercorse tra Domenico Aiolfi, docente presso l’Istituto e la figlia Barbara, allora volontaria della LVIA in Tanzania, viene portata all’attenzione degli studenti l’esistenza e le finalità dell’un ostello femminile nato qualche anno prima a Kongwa, nel distretto di Dodoma. Da allora tutti gli anni le studentesse dell’Istituto Vegio, alle quali dal 2006 si sono uniti alunne e alunni di alcune classi delle scuole elementari statali “Madre Cabrini” e “Don Gnocchi”, allestiscono in piazza unamostra mercato di oggetti natalizi per far fronte ad alcune richieste che pervengono ogni anno dalla Tanzania.
Anche quest’anno il lavoro ha impegnato le classi per parecchie ore a partire dalla fine di ottobre: «Ogni piccolo oggetto, talvolta non perfettamente confezionato, rappresenta un mattoncino del “ponte virtuale” che cerchiamo di costruire per colmare le distanze geografiche con le nostre coetanee africane. La nostra speranza è migliorare la vita, soprattutto scolastica, delle nostre amiche tanzaniane, impegnandoci per un costante miglioramento dell’ostello, tanto nella struttura quanto negli strumenti per la didattica, affinché anche loro, come noi, possano esercitare il diritto ad avere un’istruzione». E i risultati di questo impegno sono significativi:«Negli anni passati, la raccolta fondi ha contribuito al pagamento di un insegnante di inglese per lezioni di recupero, al rinnovo e aumento del patrimonio bibliotecario, all’acquisto di un televisore e di un videoregistratore, alla costruzione di una stalla e di un fienile, ad asfaltare la zona antistante la stalla per la raccolta del letame,d acquistare 3 biciclette e mucche da latte e a realizzare l’allacciamento idrico. Inoltre, grazie anche alle migliorie che si sono potute apportare all’ostello, alcune studentesse hanno avuto l’opportunità di frequentare l’Università in loco» spiega Domenico Aiolfi, responsabile dell’iniziativa.
Ulteriori informazioni sul sito della scuola http://www.maffeovegio.it (alla voce progetti-karibu).
L’ostello di Kongwa e il sostegno a distanza
Su richiesta della Diocesi di Kongwa, nel 1999 la LVIA ha realizzato l’ostello “J. Nyerere”, costruito nei pressi del liceo nel centro cittadino di Kongwa. L’ostello ospita attualmente 80 ragazze e rappresenta una struttura indispensabile affinché molte giovani, volenterose di continuare gli studi, possano frequentare il liceo.
L’intervento è nato dalla constatazione che tanti giovani dei villaggi sparsi nella regione di Dodoma, terminata la scuola primaria, si trovano costretti ad abbandonare gli studi a causa dell’impossibilità di sostenere il costo delle tasse scolastiche e a causa delle distanze geografiche. Il liceo di Kongwa è, infatti, l’unico istituto superiore nel raggio di 50 Km, in un’area dove i trasporti sono difficoltosi. Accade nella maggior parte del mondo, e accade anche in Tanzania, che a fronte di queste difficoltà le prime ad essere penalizzare siano le donne. Generalmente una famiglia non può permettersi di pagare gli studi a più di un figlio. Le figlie femmine sono così automaticamente indirizzate verso le mansioni casalinghe. Con il passaggio all’età adulta, l’analfabetismo e la mancanza d’istruzione causa emarginazione sociale e povertà.
Con la realizzazione dell’ostello, e le attività a questo correlate a sostegno delle giovani studentesse, la LVIA vuole così promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne. Un impegno in linea con gli Obiettivi del Millennio proclamati dalle Nazioni Unite per ridare a milioni di persone il diritto ad una vita dignitosa e ricca di opportunità.
Da qualche anno è attivo in Italia un gruppo adozioni che sostiene le ragazze dell’ostello nell’ambito del progetto di sostegno a distanza “Mia figlia studia a Kongwa”: con un contributo annuale di 280,00 € si sostiene una studentessa del liceo di Kongwa per un anno scolastico. In particolare, la somma contribuisce a pagare la retta e a sostenere la struttura scolastica (classi, servizi igienici, stipendio degli insegnanti, ecc.), a pagare il vitto, l’alloggio e le lezioni di doposcuola presso l’ostello.
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Tanzania
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