Un viaggio solidale in Tanzania con LVIA: racconti di esperienze e scoperte
Un gruppo di 12 volontari, con un’età compresa tra i 20 e i 74 anni, ad agosto ha intrapreso un viaggio di conoscenza in Tanzania, organizzato da LVIA. Il viaggio non solo li ha portati alla scoperta di uno stupendo paese ma è stata un’occasione per approfondire sul campo il lavoro della cooperazione internazionale.
“Abbiamo imparato tanto visitando i progetti.”
Matteo Giordanengo, volontario e ex-servizio civile con LVIA di Cuneo, racconta di un’esperienza immersiva iniziata a Dar es Salaam, con una visita al Museo Nazionale dove sono esposti reperti sulla storia, l’ambiente e l’etnografia del paese.
“È stato davvero interessante fare la visita al museo all’inizio del viaggio. Abbiamo avuto la possibilità di vedere ed ascoltare la storia del paese raccontata dai protagonisti e non, come di consueto accade per la storia dell’Africa, dal punto di vista occidentale.”
Successivamente il gruppo si è spostato verso l’interno del paese, nella città di Iringa, con un lungo viaggio in autobus di 12 ore. Qui, i volontari hanno visitato NeemaCraft, un’associazione inglese che offre formazione e opportunità lavorative a persone con disabilità, e che li ha ospitati nell’ostello di loro gestione. Nel distretto di Iringa si trova anche l’ospedale Tosamaganga, dove opera l’associazione Medici con l’Africa CUAMM, focalizzandosi su progetti di malnutrizione infantile, spesso in collaborazione con LVIA.
Eleonora Bosio, 29 anni di Pinerolo (TO), racconta: “sono una terapista della riabilitazione psichiatrica, e mi hanno colpito particolarmente i progetti legati alla malnutrizione infantile e alle realtà sanitarie che abbiamo visitato. Anche a Dar es Salaam, siamo stati in un centro che si occupa di bambini che hanno delle disabilità fisiche e cognitive. Ho preso contatti con una ragazza che lavora lì per poter in futuro collaborare e offrire una formazione specifica sull’autismo, un ambito medico poco sviluppato nel paese.”
Dopo un breve passaggio nella capitale Dodoma a visitare l’ufficio LVIA e l’imperdibile safari nel Parco Naturale di Ruaha, il più grande della Tanzania, i viaggiatori sono arrivati a Kogwa, storica sede di LVIA.
A Kongwa, i volontari hanno conosciuto i servizi civili Tommaso e Daniela e hanno avuto modo di vedere con i loro occhi le attività del progetto LVIA Diverse Food System sulla sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile.
“Abbiamo partecipato a una formazione del progetto insieme alle donne del villaggio all’ombra di un gigantesco baobab.” ricorda Matteo. “Un facilitatore di LVIA spiegava come fosse importante seguire una dieta varia utilizzando ortaggi indigeni particolarmente pieni di nutrienti. Abbiamo poi visitato una scuola dove è stato realizzato un campo sperimentale di sementi di ortaggi indigeni che verranno distribuiti alla popolazione.”
“Ci siamo poi spostati in altri villaggi a circa 2 ore di macchina da Kongwa dove è stato realizzato un impianto di raccolta dell’acqua piovana e dove venivano coltivate le sementi distribuite con il progetto. Una cosa davvero interessante è stata vedere come vengono realizzati diserbanti e concimi naturali utilizzando il compost.”
Matteo sottolinea come siano state occasioni importanti di apprendimento reciproco:
“Abbiamo imparato tante cose, soprattutto sul progetto di agricoltura sostenibile. È interessante come si possa ottenere lo stesso risultato dei prodotti chimici utilizzando metodi naturali, con meno danno all’ambiente. Questo ci ha dato spunti utili anche per i nostri orti in Italia”.
“Un’opportunità unica di entrare nella realtà del paese”
Il viaggio si è concluso con il ritorno a Dar es Salaam dove, tra le altre cose, i viaggiatori si sono recati a Bagamoyo, un sito storico sulla costa legato alla tratta degli schiavi nel medio oriente, una parte di storia che spesso rimane fuori dai libri di scuola.
“Non avevo idea di questo pezzo di storia della Tanzania, è stato davvero interessante.” dice Francesco Renzi, 23 anni, il più giovane del gruppo. Ha viaggiato dalla provincia di Arezzo spinto dal desiderio di conoscere una realtà lontana dalla sua quotidianità.
“Era da tanto che volevo andare in Africa,” racconta. “E grazie a LVIA ho trovato l’opportunità perfetta.”
Nonostante la differenza d’età con il resto del gruppo, Francesco ha legato con i compagni di viaggio e si è trovato spesso a fare da traduttore dall’inglese per il gruppo. “Spero davvero di poter venire a Cuneo per la consueta cena natalizia di LVIA per rivedere tutto il gruppo.”
Non a caso LVIA definisce questi viaggi come ‘viaggi di conoscenza’. Ogni tappa rappresenta un’opportunità unica per esplorare nuove prospettive e incontrare persone, creando legami che, brevi o duraturi, lasciano un’impronta indelebile in ogni viaggiatore, contribuendo così a costruire un percorso di pace e crescita reciproca.