Continuano le violenze in Mozambico a danno della popolazione locale

Nelle ultime settimane il Mozambico è stato al centro dell’attenzione mediatica per l’assalto alla missione di Chipene, nella Provincia di Nampula, nel corso del quale è stata decapitata una suora comboniana e uccise altre tre persone. Non si tratta di un episodio isolato, l’attacco è parte di una progressione di assalti condotti dagli insorti dall’autoproclamata “Provincia dello Stato Islamico” che dal 2017 hanno interessato la Provincia di Cabo Delgado e dallo scorso giugno la Provincia di Nampula, nella quale LVIA lavora da più di 7 anni.
La campagna terroristica colpisce civili indifesi con il chiaro intento di destabilizzare l’area. Si teme che l’obiettivo dei recenti attacchi a Nampula sia di costringere i militari statali a disperdere le proprie forze, al momento concentrate nella confinante provincia di Cabo Delgado dove si trovano i giacimenti di gas e petrolio del Paese.
L’insurrezione jihadista ha finora causato 4.000 vittime e 945.000 sfollati (UN OCHA, dati di giugno 2022), sradicati dalle loro case e terre. Il costante aumento del flusso migratorio interno ha determinato un incremento della competizione nell’accesso a servizi sanitari già inadeguati e a fonti d’acqua pulite caratterizzate da sistemi mal funzionanti. Questa condizione incide sull’aggravarsi del rischio di contagio di malattie legate all’osservanza di norme igieniche, quali diarrea, colera e COVID-19.

Lo scorso marzo il ciclone Gombe ha colpito fortemente la popolazione della Provincia di Nampula, infliggendo un altro duro colpo alle infrastrutture e ai mezzi di sussistenza: in particolare, causando la perdita di terreni agricoli, materiali e infrastrutture, fattore che ha inciso sulla diminuzione della produttività con conseguenze sulla minor disponibilità di cibo e l’aggravarsi dello stato di insicurezza alimentare.
La combinazione di questioni ambientali, sociali ed economiche pone una grande sfida anche per la sicurezza alimentare del Mozambico e dell’Africa Sub-sahariana, che soffre di povertà radicata, degrado ambientale, rapida urbanizzazione, tasso elevato di crescita della popolazione e mutamenti climatici. Per questo motivo LVIA interviene per contribuire a migliorare la resilienza delle comunità vulnerabili, rafforzando la sicurezza alimentare e la copertura dei servizi idrici con approccio di inclusione sociale, soprattutto in favore degli sfollati e dei gruppi più vulnerabili della popolazione come giovani e donne.

In particolare, grazie a finanziamenti dell’Unione Europea, dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e della Cooperazione Belga, LVIA ha realizzato numerosi interventi sui sistemi idrici, formazione e infrastrutture nei villaggi, nelle scuole e nei centri di salute. Inoltre, LVIA ha fornito supporto ai gruppi di agricoltori in termini di formazione e supporto materiale per la diffusione di colture più resistenti al cambiamento climatico e una migliore integrazione di prodotti orticoli nella dieta familiare.

L’appello di Maurizia Sandrini – Referente LVIA per il Mozambico è che

“occorre lavorare sulla crisi odierna e allo stesso tempo costruire il domani per affrontare le cause profonde della fragilità e delle crisi in atto, per uno sviluppo sostenibile che non lasci indietro nessuno. Ecco perché a fianco di azioni di risposta immediata lavoriamo per favorire la creazione di relazioni costruttive e di spazi di confronto tra le istituzioni pubbliche e la società civile, riconoscendo alle donne un ruolo fondamentale per il contrasto alla povertà.”

Per sostenere le attività di LVIA in Mozambico è possibile donare su https://dona.lvia.it/