Servizio Civile a Kongwa: la nostra avventura
Mambo! Siamo Virginia e Vittorio, due operatori volontari del Servizio Civile Universale che da qualche mese vivono a Kongwa, un piccolo villaggio nel cuore della Tanzania. Qui la vita scorre tranquilla, non ci sono grandi centri commerciali né chissà quali forme di intrattenimento… ma, sorprendentemente, abbiamo trovato il nostro equilibrio.
La nostra tradizione preferita? Il sabato al soko, il mercato del villaggio. È il nostro appuntamento fisso per fare scorta di frutta e verdura per quasi tutta la settimana. Ormai ci sentiamo di casa: passare tra i banchi colorati, riconoscere i volti dei venditori, scambiare qualche battuta è diventata una routine che ci fa sentire più parte della comunità.
Ovviamente la nostra prima tappa è sempre lo stand di Maria, la nostra fantastica cuoca tanzaniana. Al mercato ha un piccolo banco che sa di casa: appena ci vede arrivare ci accoglie con il suo sorriso divertito, come se la nostra presenza al soko la intrattenesse più di quanto voglia ammettere.

Nonostante frequentiamo il mercato di Kongwa ogni sabato da ormai sei mesi, Maria si diverte moltissimo a vederci interagire con gli altri commercianti. Ci osserva con quel suo sorriso sornione, e quando usiamo una parola o un modo di dire che ci ha insegnato lei, si illumina: è sinceramente fiera di noi, e lo capiamo da quel suo piccolo cenno di approvazione che ci fa sempre sorridere. Ci consiglia sempre gli avocado migliori e altre verdure, e ci spiega come cucinarle per riuscire a sopravvivere senza di lei durante il weekend. Inutile dire che seguiamo sempre le sue istruzioni alla lettera… onde evitare risultati discutibili!
A forza di tornarci ogni settimana, abbiamo iniziato a instaurare un rapporto speciale con alcuni dei nostri venditori preferiti. Un sorriso, un “karibu!” e quella confidenza che cresce piano piano, settimana dopo settimana. Ed è così che ci siamo ritrovati a fare moltissima pratica con lo swahili! Qui infatti quasi tutti parlano solo swahili o altri dialetti locali, quindi… o ci si butta, o non si mangia. Noi abbiamo scelto di buttarci!
Questo piccolo rito settimanale ci ha aiutato tantissimo ad ambientarci e sentirci più a casa. Perché alla fine, anche in un villaggio così lontano da tutto, basta un mercato, qualche parola scambiata con un nuovo amico, e il mondo sembra un po’ più familiare.

