Coltivare il futuro: le storie degli agricoltori di Dodoma

Nella regione rurale di Dodoma, in Tanzania, molte comunità stanno rinnovando il proprio modo di coltivare, nutrirsi e generare reddito grazie a un percorso condiviso avviato con il progetto Diverse Food System, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le attività principali del progetto mirano a promuovere la sicurezza alimentare e a favorire pratiche agricole sostenibili, coinvolgendo attivamente agricoltori, famiglie e comunità locali.

Aloyce Namga “Siamo diventati un’esempio per la comunità.”

Aloyce Namga è padre di due bambini sotto i due anni ed è il segretario del gruppo di agricoltori Mkombozi, che attualmente conta 12 membri: 8 uomini e 4 donne. Insieme ad altri componenti del gruppo, con il progetto Diverse Food System ha ricevuto formazioni specifiche su tecniche agricole e sulle proprietà nutritive degli ortaggi indigeni africani (AIV). Successivamente, gli è stato consegnato un kit per coltivare composto da: un annaffiatoio, una pompa, una tubazione lunga 100 metri, una irroratrice a spalla, semi di okra e African nightshade, talee di patata dolce a polpa arancione. Il gruppo ha raccontato che tutte queste tipologie di AIV erano nuove per loro e non le avevano mai coltivate prima, ma grazie alle formazioni sono riusciti a produrre senza difficoltà.
Il gruppo Mkombozi ha ottenuto un raccolto davvero abbondante di cui una parte è servita come cibo per i membri del gruppo, mentre il resto è stato distribuito alle famiglie più vulnerabili della comunità. Inoltre, LVIA ha acquistato da loro 8.250 talee di patata dolce da distribuire ad altri gruppi, garantendo un guadagno che ha permesso di comprare letame per i campi e di distribuire il restante denaro tra i membri del gruppo. Dopo aver ricevuto la sua parte, Aloyce ha deciso di acquistare cinque galline, che oggi hanno già prodotto 30 pulcini. Ha raccontato:

“Il progetto ha cambiato le nostre vite rispetto al passato, perché prima dell’arrivo di LVIA il nostro precedente gruppo non era unito né in grado di generare reddito. Quando LVIA ci ha fornito formazione, attrezzature per l’irrigazione e semi di AIV, il nostro gruppo è riuscito a ottenere un guadagno grazie alla produzione degli ortaggi ed è diventato un esempio per la comunità. Siamo stati in grado di insegnare alla comunità le pratiche agricole e le persone hanno iniziato a chiederci informazioni sulle verdure che coltiviamo, così da poterle produrre anche nei loro campi”.

Amosi Juma Malugu del Villaggio di Nagulo

Amosi Juma Malugu, 37 anni e padre di quattro figlie, è stato identificato dal progetto per il ruolo di “moltiplicatore di sementi” per il villaggio di Nagulo, con il ruolo chiave di produrre sementi di alta qualità. In passato, a causa dei pochi mezzi a disposizione, Amosi irrigava i campi utilizzando i secchi, un metodo che portava a raccolti scarsi. Amosi ha partecipato alle formazioni del progetto e LVIA lo ha prima supportato nella preparazione dei campi e successivamente ha fornito attrezzature per l’irrigazione e i semi di AIV: patata dolce a polpa arancione, gombo (okra) e amaranto, sufficienti per 0,7 acri di terreno. Già dopo il primo ciclo di coltivazione, Amosi è riuscito a vendere semi e verdure guadagnando una cifra sufficiente all’acquisto di 3 mucche per arare i campi. Oltre a vendere semi a LVIA e ad agricoltori di altri villaggi, Amosi ha anche distribuito gratuitamente semi e verdure alla comunità di Nagulo. Il suo desiderio è vedere tutti nel villaggio migliorare il proprio stato nutrizionale e le condizioni di vita.

Una nuova prospettiva di vita per Saimoni

Saimoni Malogo ha 55 anni, è padre di 6 figli e si prende cura di altri 2 bambini. Vive nel villaggio di Matongolo, nel Distretto di Chamwino. Possiede un grande appezzamento di terra, quasi 20 acri, ma nonostante questo ha sempre vissuto in condizioni di povertà. Ciò che gli mancava erano conoscenze tecniche adeguate. Saimoni non ha mai creduto che la coltivazione di ortaggi potesse migliorare la sua situazione, perché fin da giovane suo padre coltivava mais, ma senza risultati significativi. Anche lui utilizzava parte della sua terra per coltivare mais e miglio ogni anno, ma riusciva soltanto durante la stagione delle piogge, e i raccolti non bastavano mai per i bisogni familiari.
Nel marzo 2024 lo staff di LVIA ha fornito formazione alle famiglie vulnerabili del suo villaggio, incluso Saimoni, sulle tecniche di coltivazione delle verdure indigene africane e sulle loro ottime proprietà nutrizionali.
Ora coltiva ortaggi utilizzando letame come fertilizzante, e le sue verdure sono molto apprezzate dagli abitanti del villaggio proprio perché non ricorre ai fertilizzanti chimici. Inoltre riesce a coltivare anche durante la stagione secca grazie ai sistemi di irrigazione e all’attrezzatura ricevuta. 
La vendita delle verdure gli ha permesso di migliorare la sicurezza alimentare della sua famiglia e, in generale, la loro condizione di vita. Grazie ai progressi raggiunti, è riuscito anche ad acquistare uniformi e materiale scolastico per i suoi figli.
Ha dichiarato:

“Sono molto grato a LVIA per il supporto, e aiuterò altri nella mia comunità incoraggiandoli a essere pronti a cambiare mentalità per avere successo come me.”

Il progetto Diverse Food System riceve il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e si realizza in stretta collaborazione con Medici con l’Africa Cuamm, con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Agricoltura e la partecipazione della Sokoine University of Agriculture (SUA) e con MVIWATA, il principale movimento contadino del Paese