Mozambico: l’emergenza umanitaria raccontata da LVIA
Da diversi anni il nord del Mozambico è teatro di una drammatica escalation di violenze. Gruppi armati di matrice terroristica continuano ad attaccare villaggi e infrastrutture nelle province di Cabo Delgado e Nampula, aree strategiche per la presenza dei principali giacimenti di gas e petrolio del Paese, diffondendo paura e instabilità tra la popolazione civile. Migliaia di persone sono costrette a fuggire verso sud portando con sé solo poche cose essenziali, lasciando alle spalle case, campi e ogni riferimento della vita quotidiana.
Il coordinatore LVIA, Pietro Ferlito, ci racconta la situazione attuale e l’intervento dell’organizzazione sul territorio.
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È domenica mattina e si consuma il rituale del caffè in veranda, scrutando il cielo per capire se si prospetta l’ennesima fantastica giornata di mare nelle spiagge di Nacala. Apro Facebook e distrattamente ne scorro i post quando, all’improvviso piomba, come un macigno sulla bocca dello stomaco, la notizia pubblicata dalla pagina DTV Nacala: “BOM DIA MOCIMBOA DA PRAIA, MEMBA e ODINEPA” che fa riferimento a nuovi attacchi nei distretti di Memba, Erati, dove si trova Odinepa, entrambi nella provincia di Nampula e nella provincia di Cabo Delgado (Mocimboa da Praia).
Mi si raggela il sangue e, nell’immediato, sopraggiungono alla mente le immagini cui si è assistiti un pò per tutta la provincia di Nampula negli ultimi tre mesi: volti tristi, stanchi e disperati, principalmente, di donne, bambini ed anziani che, ammassati a decine si fanno trasportare sulla carrozzeria di fatiscenti camionette, in fuga dalla violenza perpetrata dai terroristi islamici nelle rispettive comunità. A seguire, mi sopravviene un sentimento di rabbia e frustrazione, giacché, nella settimana appena trascorsa, si erano registrati i primi rientri da parte di alcune famiglie che, stimolati anche dalle piogge cadute in questi giorni, intendevano preparare i campi per la semina.
Tutti sono coscienti che, dopo i cicloni della scorsa stagione, un altro anno di carestia potrebbe definitivamente compromettere la sicurezza alimentare della regione e mettere in pericolo la sopravvivenza delle fasce più deboli.

Si prospettano, quindi, periodi davvero complicati per la popolazione dei distretti di Memba ed Erati e lo scenario inizia ad assumere i connotati di una vera e propria emergenza umanitaria, perché le risorse locali non sono più in grado di assicurare assistenza e rifugio a quanti ne abbisognano.
In primis, la capacità di risposta comunitaria, per lo più costituita da reti di amici e parenti, ha ormai raggiunto il suo limite: solo a Nacala Porto si contano migliaia di famiglie, in maggioranza di bassa/nulla rendita, che stanno offrendo ospitalità a decine di persone e non si può immaginare che possano resistere ancora per molto tempo. Le autorità governative, dal canto loro, non dispongono certo delle risorse finanziarie e logistiche sufficienti a far fronte a necessità di queste proporzioni, visto che i potenziali beneficiari dei piani di intervento potrebbero superare il milione di unità.
In attesa di aiuti più consistenti, le istituzioni locali hanno già attivato iniziative di raccolta di beni di prima necessità (alimenti e prodotti per l’igiene personale) e fattori produttivi (attrezzi agricoli e semi) nel tentativo di minimizzare i disagi della popolazione beneficiaria ed evitare una catastrofe umanitaria.
Ancora una volta, quindi, la sopravvivenza dei più svantaggiati, in questo caso delle genti di Nampula, dipende dall’intervento di attori esterni, comunità internazionale e società civile in testa. Purtroppo, però, la comunità internazionale ha già dichiarato di non possedere fondi sufficienti a garantire il ritorno ad, almeno, una parvenza di normalità per le famiglie sfollate. Nel frattempo, le conseguenze del mancato intervento sono già visibili, principalmente nel distretto di Erati, ove colleghi di altri enti umanitari riportano situazioni che rievocano realtà, cui i mozambicani, principalmente i più anziani, speravano di non assistere mai più nella loro vita: famiglie intere che vivono sotto gli alberi delle vie cittadine, bambini che perdono la vita per malattie banali (un morbillo, la scabbia o un’infezione), persone disperate che vagano per le strade senza sapere dove andare e frequenti tentativi di suicidi, solo per citare i casi più disperati ed evidenti.

In questo scenario LVIA, quale protagonista attivo del settore umanitario nella provincia, potrà assumere un ruolo di rilievo nella misura in cui sarà capace di convogliare risorse nel territorio.
Per questo motivo siamo già attivi sul fronte della ricerca di fondi, nella speranza che le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite ed altri organismi internazionali, nonostante l’esiguità di fondi, attivino a breve specifici canali di finanziamento.
Allo stesso tempo, convinti che anche il più piccolo dei contributi possa fare la differenza, facciamo appello allo spirito solidale di quanti in questi anni hanno accompagnato e sostenuto l’azione di LVIA nei paesi più poveri ed ancora una volta, una rinuncia, per piccola o grande che sia, nella parte più fortunata del globo, può trasformare, salvare una vita…
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Per sostenere le comunità di sfollati in Mozambico, è possibile fare una donazione su https://dona.lvia.it/


