Impronte Leggere sulla via della sostenibilità: educare alla transizione con il calcolo dell’impronta di carbonio

Azioni Concrete Impronte Leggere” educare alla transizione” è un’iniziativa promossa Dal COMI di Roma con altre realtà del Terzo Settore e partner tecnici, che non solo vuole sensibilizzare sui temi della sostenibilità in risposta alla crisi climatica, ma vuole fornire anche risorse pratiche per fare la differenza. Una delle attività del progetto prevede lo sviluppo di strumenti scientificamente affidabili per identificare e misurare aspetti e comportamenti (individuali e collettivi) che hanno un impatto sul riscaldamento globale e quindi sugli equilibri ecosistemici da cui dipendiamo. La sfida centrale è stata individuata nel calcolo e definizione di un percorso per la riduzione dell’impronta di carbonio di: scuole, organizzazioni del settore pubblico, ETS e società civile.

Alla fine di un percorso di impegno collettivo, almeno 30 istituzioni nelle sei diverse regioni d’Italia coinvolte dal progetto (Lazio, Piemonte, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige) adotteranno metodi di rendicontazione ambientale basati sul calcolo ricorrente dell’impronta di carbonio, pubblicando però i risultati e mettendo a disposizione di chiunque voglia seguire lo stesso percorso verso la sostenibilità, il tool di calcolo dell’impronta di C e le modalità di reperimento dei dati da immettervi.

L’obiettivo? Per calcolare occorre individuare, collegare, analizzare, riflettere, innescando così il pensiero critico, basilare per ri-orientare le scelte quotidiane e quelle politico-gestionali di medio e lungo termine per un cambio di rotta repentino e concreto, sia individuale che collettivo, per un mondo oggi e in futuro, per tutte le comunità semplicemente…vivibilie. Perché la posta in gioco è esattamente questa: poter continuare a vivere sostentandoci con le risorse che si rinnovano attraverso i cicli naturali, oggi fortemente compromessi. Non sono opinioni ma evidenze scientifiche ribadite a gran voce da decenni dagli scienziati che hanno pubblicato e continuano a pubblicare studi che comprovano l’origine antropica della maggior parte delle emissioni di CO2 in atmosfera, con conseguente riscaldamento globale.

LVIA è impegnata nel calcolo dell’impronta di carbonio nella propria sede come in quella dell’IIS “Primo Levi” di Torino e di quella di altri 3 enti nella Circoscrizione 8 della Città di Torino. Ester Graziano, Operatrice Territoriale LVIA per il progetto in Piemonte, gestisce questo processo partecipato con le 5 differenti realtà. Lo ha fatto coinvolgendo le comunità di studenti (in primis 60 studenti dell’IIS “Primo Levi” che hanno seguito un percorso PCTO di 50 ore per il calcolo dell’impronta della scuola) e quelle dei decisori, dei lavoratori e lavoratrici degli enti.

Cos’è l’impronta di carbonio?

Ester Graziano: L’impronta di carbonio misura l’impatto in termini di emissione di gas climalteranti, ovvero gas presenti nell’atmosfera (per lo più immessi in conseguenza delle attività umane) che contribuiscono per accumulo all’effetto serra e dunque al riscaldamento globale con conseguenze anche sul clima, sulla temperatura e la struttura chimica di mari e oceani (sempre più caldi e acidi). L’impronta di carbonio tiene conto di varie componenti emissive tra cui: in primis il consumo di energia (soprattutto se prodotta da fonti fossili e dunque a base di C); la mobilità e i trasporti (di persone e merci); le abitudini alimentari (strettamente connesse alle diverse tipologie di filiere agroalimentari); i consumi di acqua; il ricorso ad attrezzature, software, servizi in cloud, trasmissione e condivisione di contenuti di ogni genere attraverso la rete internet e così via.

Quali sono stati i passaggi principali del progetto per calcolare l’impronta di carbonio?

E.G: Per prima cosa abbiamo collaborato – LVIA e Amici dei Popoli (altro partner di progetto) – con Rete Clima, ente partner tecnico che per mission fondativa accompagna soprattutto le aziende a diventare Carbon neutral o Climate positive, sia nel breve che nel lungo termine, secondo un metodo science-based. Rete Clima ha svolto un’efficace azione di formazione rivolta a noi Operatori/trici di progetto e – stabilito insieme quali informazioni avremmo dovuto ottenere dai vari enti in analisi per poterne calcolare l’impronta – ha consegnato al progetto il tool di calcolo dell’impronta delle scuole e il tool per gli enti. Abbiamo chiesto alle comunità dati su energia, consumi, viaggi, produzione di rifiuti, tipo di ristorazione e altro, incluso l’uso del computer e dello scambio di email.

Perché considerare anche l’uso del digitale?

E.G: Ciò che è convertito in digitale se da una parte ci fa risparmiare tempo o risorse come la carta, in realtà non è senza impatto. Anzi! Non lo vediamo, purtroppo agiamo con scarsa consapevolezza che ogni email inviata, ogni documento salvato e/o scambiato richiede un grandissimo utilizzo di energia (soprattutto i server), di materie prime più o meno rare, in generale sempre più scarse e preziose, con conseguente impatto in termini di CO2 emessa. In queste settimane stiamo ultimando i calcoli della sede LVIA, IIS Primo Levi di Torino, degli Uffici della Circoscrizione 8 della Città di Torino, delle piscine Aversa-Parri e Lido. Il calcolo verrà poi pubblicato come rendicontazione ambientale da ciascuno.

Ogni partner di progetto ha contribuito a consegnarci i dati da immettere nel tool di calcolo per ottenere il dato finale, che sarà espresso in tonnellate di CO2, accompagnata da alcune corrispondenze/equivalenze per facilitare la comprensione dell’entità (ad esempio paragonandolo al numero di chilometri di viaggio percorsi in aereo.

Qual è il prossimo passo dopo la pubblicazione dell’impronta di carbonio?

E.G: L’obiettivo è un percorso collettivo per comprendere l’esistenza di un problema e richiamarsi a ricalibrare le scelte. Una volta riconosciuto il problema, il passo successivo è capire in che cosa possiamo migliorare e soprattutto come e in che tempi, coinvolgendo con quali modalità le comunità di riferimento di ciascuno. Questo percorso, strategico e sfidante, sarà guidato da Azzurra Spirito, designer e esperta in innovazione trasformativa per la transizione equa e giusta, che in tutte e sei le regioni del progetto condurrà un processo di design thinking al quale parteciperanno i partner di progetto, un rappresentante (possibilmente decisore) di ciascun ente coinvolto nel calcolo, giovani attivisti per il clima e istituzioni pubbliche. Insieme faremo un percorso territoriale di comunità in transizione, disegnando il futuro che vorremmo consegnare a chi verrà dopo di noi. Inoltre ogni ente e scuola potrà sviluppare strategie per ridurre la propria impronta di carbonio in modo concreto. Il progetto consegnerà strumenti e metodo rendendolo pubblico, validato da esperti ricercatori, permettendo a chi vorrà di mettersi altrettanto in discussione come organizzazione e come individuo. Mentre gli enti coinvolti dal progetto saranno invitati a rendere permanente il sisitema periodico di calcolo e rendere istituzionale la rendicontazione ambientale, assumendosi una grande responsabilità di impattare sempre meno, per senso di giustizia e equità, verso le persone, le comunità e l’ambiente, di oggi e di domani.

Come si integrano le politiche locali e istituzionali in questo progetto?

E.G: Nel percorso di design thinking coinvolgiamo anche soggetti istituzionali, poiché le politiche a livello locale, urbano e regionale hanno una grande incidenza. Senza un riorientamento delle politiche non otterremo mai l’obiettivo Zero emission. Il singolo può fare la sua parte (tra l’altro esercitando il diritto dovere di voto oltre che compiendo scelte di spesa e di consumo); ma il patto politico locale e globale che coinvolge tutte le istituzioni, ai vari livelli, ha un ruolo centrale.

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Per contribuire all’indagine di progetto, tutti i cittadini possono partecipare rispondendo ad un questionario sui temi ambientali e sulla percezione che la crisi climatica costituisca una minaccia per il futuro >> CLICCA QUI

“Azioni Concrete Impronte Leggere” è un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, nato dalla collaborazione tra COMI Ong, Rete Clima, Impactskills, LVIA Ong, Amici dei Popoli Ong, C.O.P.E. Cooperazione Paesi Emergenti Ong, MLAL Trentino Onlus, CVCS, Informatici Senza Frontiere.