“Torno in Senegal e faccio l’attivista” – Storie dal progetto Migra

Interviste e riflessioni sul tema delle migrazioni di ritorno a cura di Serena Carta, progettoMIGRA

Migrante di ritorno, attivista sulle migrazioni, speaker radiofonico e formatore: Ciré Sall, classe 1979, vive a Dalifort – nella banlieu di Dakar –  e dal 2016 dedica la sua vita a parlare con ragazzi e ragazze che sognano di partire per l’Europa per far crescere in loro la consapevolezza sui rischi che corrono se non progettano il viaggio in sicurezza. “Imbarcarsi sulla piroga è un errore ed è pericoloso, anche quando si arriva a destinazione. Io non dico ai giovani di non partire, ma di rendersi conto della loro dignità e della responsabilità che hanno verso loro stessi e le loro famiglie”.

È l’esperienza di migrante che non è riuscito a raggiungere l’Europa che fa nascere in Ciré la motivazione a impegnarsi ogni giorno in attività di informazione e sensibilizzazione. Per svolgere al meglio il suo lavoro ha creato la SIISSensibilisation sur l’immigration irrégulière au Sénégal, una “piattaforma” che gli permette di connettere idee e collaborazioni. Come quella con MigDev, associazione di Yarakh (Dakar) che raduna migranti di ritorno espulsi e rimpatriati, a cui sono offerti servizi e opportunità di reinserimento socio-economico; quella con Son et Lumière di Dalifort, dove gestisce un corso di formazione di 4 mesi in animazione radio e tv; o ancora quella con Boza Fii, associazione che si rivolge ai senegalesi all’estero e a quelli di ritorno in difficoltà, ma anche alle famiglie in cerca dei parenti dispersi sulle rotte dell’emigrazione, in particolare nel Mediterraneo. Nel suo quartiere Ciré è così visibile e popolare da essere diventato un vero e proprio punto di riferimento per il welfare di comunità, tanto che durante l’emergenza Covid-19 si è preso cura di 25 famiglie, aiutandole a superare i momenti più critici.

 

Una (stra)ordinaria storia di emigrazione

Il viaggio da emigrante di Ciré inizia nel 2009 alla volta della Costa d’Avorio, seguendo le tracce di alcuni amici e il desiderio di trovare maggior fortuna. Qui si guadagna da vivere come commerciante fino al 2011, quando nel paese scoppia la guerra civile. Nel 2012 un contatto nigeriano gli propone di raggiungere l’Italia passando dalla Turchia. Una volta lì, con un visto di 5 mesi, scopre che oltrepassare i confini di Schengen è più complicato del previsto e alla fine viene rimpatriato in Benin. Tornato in Costa d’Avorio tenta una nuova partenza pochi mesi dopo, questa volta dandosi come meta la Spagna e passando per il Niger. Ma nel deserto nigerino subisce maltrattamenti e torture e così decide di rientrare nuovamente in Costa d’Avorio. Dopo 4 anni arriva la malinconia del Senegal, che lo riporta infine nella terra natìa.

“Nel 2009 ero giovanissimo, volevo partire in Europa come tutti. Oggi la vedo diversamente, mi dispiace aver fatto quella scelta e ringrazio Dio per avermi dato la forza e il coraggio di sopravvivere. Sono diventato una persona che vuole riuscire nella vita a partire dal suo paese di origine. In quanto migrante di ritorno, sono un soldato che affronta la realtà della vita e mi sento in dovere di parlare e di condividere la mia esperienza”.

 

Nella foto Ciré Sall, il secondo da destra, interviene a un dibattito sul tema delle migrazioni organizzato dal progetto MIGRA in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei migranti