È in questi giorni in Italia il Presidente della Commissione Episcopale per il Dialogo tra cristiani e musulmani del Burkina Faso e del Niger, Joaquim Ouedraogo. La visita italiana è volta a promuovere le attività del Centro per la Pace Dudal Jam, nel nord del Burkina Faso, Africa Occidentale: “Un esempio di dialogo interreligioso in un’area caratterizzata da una forte diversità culturale” ha spiegato Mons. Ouedraogo, che il 19 marzo ha celebrato i primi quattro anni di Vescovato nella diocesi africana di Dori.
Capoluogo della regione Sahel, nel nord del Burkina Faso, la città di Dori rappresenta un crocevia tra i popoli di Burkina Faso, Niger e Mali, luogo di comunicazione e di scambio tra mondo arabo e Africa sub sahariana. Nella regione convivono da sempre molteplici etnie, tra cui sei maggioritarie. Più della metà della popolazione pratica la religione musulmana e un quinto abbraccia il credo cristiano. Un mosaico di popoli che da sempre vivono pacificamente anche se, come spiega il Vescovo “la scarsa conoscenza reciproca in un’area culturalmente così eterogenea può diventare un elemento di conflittualità. Per questo, nella Conferenza Episcopale abbiamo una Commissione nazionale per la promozione del dialogo interreligioso, e l’attenzione alla tolleranza è presente in ogni diocesi, con un’apposita commissione che cura il dialogo con le altre comunità religiose”.
Dall’incontro con l’ong LVIA, presente in Burkina Faso dal 1972, e con una delegazione di sei comuni torinesi (Piossasco, Airasca, Avigliana, Orbassano, Villarbasse, Roletto) che con la LVIA portano avanti dei progetti di cooperazione decentrata nel paese africano, è nata l’idea di Dudal Jam: termine che nella lingua maggiormente parlata nell’area, il foulfouldé, significa “Centro per la Pace” un luogo dove sviluppare il protagonismo giovanile che, nell’idea del Vescovo e dei partner italiani, vuole fare del dialogo un mezzo di coesione sociale tra comunità di diversa religione e cultura, e che coinvolge giovani burkinabé ed europei promuovendo incontri, laboratori e scambi internazionali. Il progetto continua sul sentiero tracciato dall’Union Fraternelle des Croyants (UFC), un’associazione burkinabé che riunisce comunità cristiane e musulmane in un lavoro comune per uscire dalla povertà, in un paese dove il 70% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno. L’associazione, con a capo il Vescovo e il Grande Imam di Dori, si adopera in attività di sviluppo locale, in ambiti come la sicurezza alimentare, l’acqua potabile, la sanità, la lotta alla desertificazione, la formazione professionale e la promozione della donna. François Ramdé, responsabile dell’UFC, ha spiegato: “Ci sembra importante condividere la nostra esperienza, un esempio di come diverse comunità possano lavorare insieme valorizzando la propria diversità”.
Nel corso di questa visita italiana Mons. Joaquim Ouedraogo è ospitato dalla LVIA e sta incontrando le tante comunità italiane, da Biella a Potenza, che sostengono la realizzazione del Centro per la Pace. Tra questi, Mons. Guido Fiandino, Vescovo Ausiliare di Torino: “Dal Burkina Faso arriva un esempio di cooperazione che fa della religione l’elemento di unione fra i popoli. Non posso che dare tutto il mio appoggio all’iniziativa”. Il Vescovo di Pinerolo Piergiorgio Debernardi, che nel gennaio scorso si era recato in Burkina Faso con una delegazione dei comuni torinesi impegnati nel progetto, ha espresso la necessità di portare avanti esperienze simili anche nelle città italiane, in uno spirito di apertura verso gli immigrati.
Rosina Borgi, assessore alla cooperazione internazionale di Piossasco fa’ il punto del progetto:«A Dori sono iniziati gli scavi per la costruzione del Centro. In Italia è in corso una Campagna nazionale promossa da LVIA e CEM Mondialità che, oltre ad attività di informazione, promuove lo scambio giovanile: in agosto 2008 dei giovani burkinabé hanno partecipato a laboratori internazionali al CEM Mondialità, nel corso del Convegno nazionale a Viterbo. Nel prossimo futuro sono previsti viaggi di conoscenza di giovani italiani nel Centro Dudal Jam»