di Richard Grieco, servizio civile a Ouagadougou
A Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, per il consumatore finale, il costo di una carota e quello di un sacchetto nero in polietilene (il più delle volte importato) si equivalgono…. Eppure…
Eppure…accrescere il rispetto dell’ambiente e diffondere una cultura ecologica attraverso la valorizzazione dei rifiuti non può più essere una prerogativa di pochi, privilegiati contesti culturali ed economici. Al contrario, il moltiplicarsi di esperienze di valorizzazione e riciclaggio dei rifiuti in paesi in via di sviluppo non è solo la dimostrazione dei vantaggi economici di un’attività generatrice di reddito, ma sta ad indicare la maturità e il rafforzamento della coscienza civica di amministrazioni pubbliche e soggetti della cooperazione internazionale, che vedono nelle preservazione e nella salvaguardia dell’ambiente una priorità assoluta.
I diversi risvolti dei progetti LVIA di riciclo della plastica: ambiente, sicurezza alimentare, lotta alla povertà e educazione alla cittadinanza responsabile
Il riciclaggio della plastica, attività simbolo dei percorsi di tutela e protezione ambientale avviati dalla LVIA nel contesto urbano di Ouagadougou, contribuisce a rendere il cittadino membro responsabile della propria comunità, e a maturare un sentimento di cittadinanza mondiale nella misura in cui è posto in condizione di poter cogliere la dimensione globale della questione dello smaltimento dei rifiuti e della protezione dell’ambiente in generale. D’altra parte, a Ouagadougou come altrove, la crescita e la diversificazione dei consumi e la forte urbanizzazione degli ultimi decenni hanno incrementato la produzione di rifiuti, riducendo contemporaneamente gli spazi disponibili per il trattamento degli stessi. Imballaggi di ogni tipo, flaconi e sacchetti neri in polietilene in maggioranza, ma anche arredamenti e utensili domestici, o più semplicemente scarti delle lavorazioni industriali e artigianali, invadono le strade e gli spazi aperti della capitale, facendone, senza troppi eufemismi, una vera e propria discarica a cielo aperto.
Il riciclaggio della plastica è un percorso più complesso rispetto alla logica miope dello smaltimento o alle soluzioni acritiche all’attuale sistema consumistico imposto dall’economia globale. Richiede sinergie con le autorità e i servizi tecnici competenti, e un supporto in termini di educazione e sensibilizzazione delle popolazioni
Un passo verso l’autonomia: la gestione del progetto passa all’Associazione di donne formate da LVIA
È questo il senso del dibattito e della proficua collaborazione che la LVIA ha avviato da qualche anno con il Comune di Ouagadougou, stimolando la riflessione e proponendo soluzioni rispetto alle problematiche dovute ai profondi legami tra l’insicurezza alimentare e la preservazione dell’ambiente. Alla degradazione dei suoli e all’inquinamento delle falde è direttamente connessa la scarsa fertilità dei terreni, così come l’ingestione accidentale di plastica da parte degli animali, che pone tutta una serie di problematiche igenico-sanitarie. “Proteggere l’ambiente valorizzando i rifiuti plastici a Ouagadougou” era il titolo del progetto per la realizzazione del primo Centro di riciclaggio della plastica del Burkina Faso, risalente ad aprile 2005. A partire da gennaio 2006 si è conclusa la prima fase di tale progetto promosso dalla LVIA e realizzato con un finanziamento della Banca Mondiale(Development MarketPlace) con la collaborazione del Comune di Ouagadougou, del Comune di Torino e della Regione Piemonte. Terminato il progetto con la formazione di 30 donne per la gestione dell’attività, il Centro è oggi gestito in maniera autonoma dall’Associazione di donne per la valorizzazione dei rifiuti plastici(A.F.V.D.P). Un’associazione di donne per la gestione di un’attività assolutamente innovativa nel panorama nazionale è allo stesso tempo un’operazione dal grande significato simbolico in un contesto di forti discriminazioni di genere, e un’opportunità di riscatto per le donne coinvolte e le relative famiglie. Effettivamente, da oltre un anno, le donne dell’Associazione provvedono in maniera autonoma alle spese di gestione del Centro (salari, acquisto dei rifiuti plastici, spese di gasolio, spese di manutenzione dei macchinari, ecc). Il ruolo della LVIA si è da allora limitato all’accompagnamento, all’assistenza tecnica e al rafforzamento delle relazioni con i vari partner del progetto. Va detto, infatti, che l’apprezzamento generale dell’iniziativa deriva non solo dal fatto che in termini ecologici l’attività di riciclaggio avviata è una valida alternativa allo smaltimento (135 tonnellate di plastica acquistata e oltre 40 tonnellate di plastica riciclata e venduta sul mercato locale), ma anche dal fatto che in termini economici ha il vantaggio di poter offrire un reddito alle donne e a tutti coloro che in maniera più o meno organizzata raccolgono i rifiuti plastici e li vendono all’Associazione. Ugualmente, beneficiano in termini finanziari delle attività del Centro, le aziende locali del settore che, acquistando la plastica riciclata, dispongono di un prodotto di ottima qualità a costi interessanti. Alcune di esse hanno formalizzato accordi di partenariato e collaborazione con l’Associazione di donne. Significativo è il caso dell’Unità produttiva dei Fratelli della Sacra Famiglia che, ricevuto dall’Italia uno stampo per la produzione di kit geometrici scolastici(righelli, squadrette, ecc) ha proceduto alla produzione di tali kit in plastica 100% riciclata ottenuta presso il Centro di riciclaggio. Associazioni, scuole e istituzioni nazionali ed internazionali hanno visitato il Centro (ad oggi si contano oltre 600 visite), mostrando interesse ed apprezzamento per l’attività gestita dalle donne. Spesso l’apprezzamento si è spinto alla richiesta di informazioni dettagliate sul progetto e sull’eventuale replicabilità in altri contesti. Tutto ciò ha senza dubbio esteso la rete di relazioni e partenariati della Ong, contribuendo a rafforzare l’attuale ruolo nella lotta all’inquinamento nella città di Ouagadougou e il proprio status di interlocutore privilegiato nei confronti dei servizi pubblici competenti.
Un’attenzione particolare alla sensibilizzazione….
L’impegno della LVIA nella protezione dell’ambiente non si è però limitato, come detto, alla creazione di un’attività economicamente sostenibile e alla iniziazione di meccanismi di creazione di reddito duraturi. Fin dall’inizio del progetto, si sono susseguite iniziative di informazione e di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti plastici, in particolar modo rivolte alle fasce di popolazione più sensibili, vale a dire quelle in età scolare. Nell’ambito del progetto De Déchet àRessource e della collaborazione con il Parco Urbano Bangr Weoogo della Città di Ouagadougou, si sono ad esempio realizzate visite al Centro e al Parco stesso, a beneficio di circa 400 studenti di istituti scolastici della Città, cosi come in collaborazione con la troupe teatrale dell’Associazione Brigate Verte(associazione impegnata nella pulizia e nella raccolta dei rifiuti sulle strade ouagalesi) si sono realizzati spettacoli teatrali e iniziative di sensibilizzazione che hanno interessato circa 5000cittadini. I medesimi propositi di educazione ambientale animano la LVIA nella realizzazione di programmi di educazione allo sviluppo sostenibile in collaborazione con la Rete dei Parchi piemontesi e saheliani, che vede coinvolti numerosi Parchi Regionali piemontesi in attività di cooperazione decentrata e di solidarietà con loro omologhi dell’Africa Occidentale. Conferenze, interventi radiofonici ed elaborazioni di materiali audiovisivi poi resi disponibili alle televisioni nazionali ed internazionali (Rai, CNN, ecc) per la propria divulgazione, hanno completato ed integrato le attività di sensibilizzazione e educazione. Il messaggio ha chiaramente promosso le attività di riciclaggio della plastica, ha motivato e dato dignità alla valorizzazione dei rifiuti (anche in termini economici), rendendo espliciti tutti i legami tra il degrado ambientale e l’insicurezza alimentare, e in un certo senso si è spinto oltre, cercando di stimolare una riflessione critica sull’attuale dominante approccio alla questione ambientale e alla gestione dei rifiuti. Una riflessione che avvicini il cittadino non solo al concetto di riciclaggio, ma anche a quelli di riduzione e riuso dei rifiuti. L’educazione come unico strumento di giudizio critico nei confronti delle condotte consumistiche e del principio per cui, in nome della convenienza economica (a breve termine), la maggior parte delle confezioni e degli imballaggi è costituita, in Burkina Faso come in Europa, da plastica e carta, e quindi difficilmente riutilizzabile.
L’adozione del principio per cui il riciclaggio, in definitiva, dev’essere l’ultima soluzione, nella misura in cui tutto è stato fatto per ridurre o riutilizzare il rifiuto.mÈ questo il senso delle attività ambientali della LVIA a Ouagadougou.
Il singolo cittadino ouagalese potrà difficilmente evitare di consumare acqua confezionata in sacchetti di plastica. Potrà tuttavia tentare di ridurne il consumo in presenza di alternative.
Eppure…….Eppure nessuno potrà impedire al medesimo cittadino di richiedere, allorché si recherà al mercato per acquistare la verdura munito di apposita borsa per gli acquisti o del sacchetto del giorno prima, che gli venga corrisposta, in aggiunta ai propri acquisti, una carota. Una carota al posto del sacchetto nero in polietilene. Il commerciante che ha pagato il sacchetto, e che diversamente avrebbe sostenuto un costo, non potrà negare il diritto-dovere del proprio cliente di essere un cittadino attivo del mondo