Le attività descritte sono state realizzate con il contributo dell’8xmille alla Chiesa cattolica che promuove, incoraggia e premia il volontariato internazionale, con un contributo di 20.000 Euro a sostegno Premio del Volontariato Internazionale, promosso ogni anno da FOCSIV.
Nel 2016 il premio è stato vinto da Marco Alban, volontario LVIA in Burkina Faso e Mali, un bel riconoscimento per l’associazione, nell’anno in cui ha celebrato i 50 anni di attività. 
Pozzo costruito in un villaggio in Burkina Faso.
Con il contributo dell’8×1000 della Chiesa Cattolica, LVIA ha realizzato sei pozzi, in quattro villaggi e in due Centri sanitari, nel quadro della strategia di lotta alla malnutrizione infantile nella regione del Plateau Central. L’utilizzo di acqua non potabile è infatti tra le cause principali che logorano e indeboliscono la salute, soprattutto dei più piccoli.
Attività realizzate e risultati raggiunti
I Centri di Salute e di Promozione Sociale sono strutture che possono dare speranza di vita e di cure dignitose alle comunità che abitano nei villaggi rurali del Burkina Faso. Sono Centri di prossimità, che offrono servizi e cure sanitarie alle persone che abitano in villaggi anche isolati, lontani dalle città e dagli ospedali.
I Centri offrono inoltre altri servizi educativi e di sensibilizzazione per tutto quel che concerne la salute, la nutrizione e l’igiene, con l’obiettivo di migliorare le abitudini delle comunità e delle famiglie e diminuire i comportamenti a rischio che possono provocare malattie e, in casi estremi, vere e proprie epidemie.
Per questo, le attività si sono focalizzate sui Centri di Salute e di Promozione Sociale, contribuendo alla realizzazione di 6 pozzi in due Centri e in quattro villaggi nella regione del Centre-Ouest del Burkina Faso. Sono state inoltre realizzate attività di educazione igienico-sanitaria e le comunità locali sono state formate per costituire delle strutture di gestione delle opere realizzate.
I fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica hanno in questo modo supportato le attività di LVIA nel più ampio quadro di impegno nella prevenzione e cura della malnutrizione infantile e materna.
I Centri di Salute dei villaggi di Sam-Nidaga e di Gori fin dalla loro costruzione erano sprovvisti di punti d’acqua potabile. Un problema grave, come facilmente immaginabile, dal punto di vista igienico e sanitario per affrontare il quale le autorità di gestione di tali Centri erano ricorse a soluzioni alternative, andando a prelevare l’acqua a chillometri di distanza.
L’approvigionamento idrico del Centro di Salute di Gori ammontava a 200 litri al giorno, prelevati nel villaggio vicino, a 2 Km di distanza. A Sam-Nidaga invece, il pozzo più vicino al Centro di Salute si trovava presso la scuola del villaggio, a 1,2 Km di distanza.
Una situazione che provocava dei disagi non da poco, come l’assenza di acqua in determinati periodi. Acqua che in un Centro sanitario è indispensabile per il lavaggio delle mani e in generale l’igiene dei pazienti e del personale sanitario, nonché per prendere le medicine e garantire la pulizia dei locali di ricovero e di visita. Ma con l’intervento realizzato, questi due Centri di Salute ora dispongono di acqua potabile e pulita in modo continuativo e indipendente da altre strutture.
Donne al Centro di Salute, in coda per la visita dei propri bimbi.
I Centri di salute, oltre ad essere dei centri ambulatoriali, con il supporto dei progetti di LVIA sono diventati punti di monitoraggio, prevenzione e cura della malnutrizione.
Oltre ai due Centri di Salute, sono stati coinvolti nell’intervento quattro villaggi, da cui proviene la maggioranza dei bambini malnutriti che arrivano nei Centri di Salute sopra citati. Diversi quartieri di questi villaggi non dispongono di alcun punto di acqua potabile e le comunità erano costrette a cercare l’acqua in fonti non igieniche, non sicure, non potabili.
La realizzazione dei pozzi 
Con il contributo dell’8×1000 sono stati costruiti 6 pozzi con le seguenti operazioni:
  • scavo dei pozzi;
  • allestimento di un dispositivo di igiene per ogni pozzo;
  • controllo della qualità e potabilità dell’acqua.
I pozzi sono stati realizzati da un’impresa locale attraverso regolare procedura di appalto. L’impresa ha anche realizzato la ricerca geofisica e, oltre allo scavo, ha proceduto anche all’equipaggiamento dei pozzi.
Ha partecipato al processo anche la Direzione Regionale dell’Acqua, che ha assicurato il controllo tecnico al fine di attestare il rispetto delle norme in vigore in Burkina Faso.
Per ogni pozzo sono state fatte le analisi chimiche e gli esami microbiologici, al fine di verificare che le caratteristiche dell’acqua fossero conformi alle norme in vigore in Burkina Faso.
I pozzi sono stati attrezzati con una pompa a motrice umana di tipo India Mark II e dotati di un’infrastruttura che ha permesso di drenare le perdite d’acqua e preservare la salubrità dell’ambiente nei pressi del pozzo. 
La formazione dei comitati di gestione 
Per garantire che la gestione di ogni pozzo sia fatta localmente in modo autonomo e competente, LVIA ha accompagnato le comunità dei villaggi coinvolti, a costituire dei Comitati di Gestione per ogni pozzo che oggi si occupano del servizio idrico. I componenti dei Comitati di gestione sono designati dagli utenti, con un mandato di due anni. Ogni Comitato è composto da sei persone, uomini e donne.
Gli animatori di LVIA hanno accompagnato i membri dei Comitati di gestione con delle formazioni specifiche:
  • sulla legislazione nazionale relativa alla gestione delle infrastrutture idriche;
  • sulla gestione economica del servizio idrico fornito dal pozzo;
  • sull’elaborazione di un codice di condotta per garantire buone condizioni igieniche nei dintorni del pozzo e così preservare la qualità dell’acqua. 
Nei villaggi, l’acqua è accessibile a tutte le famiglie con un piccolo contributo economico necessario al mantenimento del pozzo, per le riparazioni, ecc.
L’ammontare del contributo è fissato dalle famiglie degli utenti all’interno di un’Assemblea generale. Nei Centri di Salute, la responsabilità del corretto mantenimento del pozzo è di un comitato locale istituito dai villaggi.
In ogni villaggio o Centro di Salute, tutti i sei membri del comitato, più altre due persone-risorsa designate dalle comunità, sono state formate alla gestione dei pozzi, per un totale di 48 persone che hanno partecipato alla formazione.
La sensibilizzazione comunitaria 
La realizzazione dei pozzi è stata sostenuta da un’intensa attività di sensibilizzazione della comunità. LVIA ha lavorato con gli utenti dei Centri di Salute e in particolare con le mamme dei bimbi malnutriti che qui sono ricoverati o che vengono qui di frequente per ricevere cure mediche.
La sensibilizzazione è stata realizzata da operatori di comunità, persone che abitano nei villaggi e offrono un servizio di accompagnamento sanitario. Hanno un ruolo chiave perché riescono a comunicare con tutte le famiglie dei villaggi e, attraverso incontri periodici con le mamme dei bimbi malnutriti, passano diversi messaggi di sensibilizzazione:
  • sui benefici legati al consumo di acqua potabile, soprattutto nel quadro della cura della malnutrizione;
  • sui metodo per proteggere l’acqua durante la sua raccolta, trasporto e stoccaggio;
  • sull’importanza del lavaggio delle mani;
  • sulle cause e gli effetti della contaminazione dell’acqua.

In totale, 29 sedute di sensibilizzazione (12 a Gori e 17 a Sam-Nidaga) sono state organizzate ed hanno permesso la sensibilizzazione di 870 donne su questi temi.

Nei villaggi dove sono state realizzate le campagne di sensibilizzazione, gli operatori di comunità hanno assicurato che i messaggi arrivassero chiaramente alla popolazione:
  • organizzando riunioni;
  • effettuando delle visite periodiche di controllo presso le famiglie per controllare le abitudini di raccolta e conservazione dell’acqua per identificare e correggere eventuali comportamenti a rischio.  
LVIA ha dotato gli operatori comunitari di supporti di sensibilizzazione sui temi della gestione dell’acqua, lavaggio mani e pericolo fecale.
Si tratta di immagini e poster che descrivono, da una parte i comportamenti abituali con i rischi di contaminazione, dall’altra parte illustrano i comportamenti corretti che si invita ad adottare.
Al termine di ogni seduta di sensibilizzazione, sono stati distribuiti ai partecipanti dei poster al fine di stimolare il dibattito nelle famiglie e facilitare il cambiamento di comportamento. 

Grazie all’intervento, tante persone hanno migliorato le proprie condizioni di vita: 

  • i pazienti dei Centri di Salute – circa 70 consultazioni al mese per ogni centro – tra cui molti bambine e bambini che soffrono di malnutrizione, possono usufruire di un ambiente più sano ed igienico e ricevere cure più adeguate. I pazienti e i loro familiari che li accompagnano dispongono ora di acqua potabile per più necessità (prendere le medicine, igiene corporale e dei vestiti…).
  • le famiglie che abitano nei pressi dei Centri di Salute: anche loro, al di là dei pazienti, vengono qui per fare approvvigionamento di acqua potabile. Attualmente nel villaggio di Gori il pozzo del Centro di Salute è l’unico funzionante e tutte le famiglie, per un totale di 1.500 persone, posso prendere da qui l’acqua. A Sam-Ndiaga, 18 famiglie, per un totale di 300 persone, fanno quotidianamente ricorso al pozzo del Centro di Salute.
  • la disponibilità di acqua è fondamentale per la prevenzione e la cura della malnutrizione infantile. In questi villaggi, 407 bambini soffrono di malnutrizione e dovranno mangiare regolarmente una zuppa preparata dalle loro mamme e che, per avere l’effetto curativo, non può che essere preparato con acqua sana e sicura.
  • In totale, l’intervento ha dato accesso all’acqua potabile a 3.100 persone, di cui 1.800 nei due villaggi dove sono situati i Centri di Salute e 1.300 persone nei quattro altri villaggi dove sono stati realizzati i pozzi. Il dettaglio dei villaggi
  • I Centri di Salute di Gori e di Sam-Ndiaga coprono rispettivamente 7 villaggi con una popolazione di 11.900 persone, tutti utenti potenziali dei centri di salute che avranno accesso ai centri di salute di riferimento 
  • Grazie alla realizzazione della campagna di sensibilizzazione, tutte le famiglie dei villaggi sono state informate sulle corrette pratiche igieniche da adottare per prevenire diverse malattie. Si nota già un cambiamento nelle abitudini come ad esempio il lavaggio delle mani, il miglioramento dell’igiene corporale e dei vestiti. Questi aspetti, a lungo termine potranno ridurre l’incidenza della malattie legate alla mancanza di igiene.
Durante una visita nei villaggi, una donna ci ha chiamati e ci ha detto: “Guardate i miei bambini come sono puliti, Non era così prima che avessimo il pozzo”. E’ la prova visibile che c’è stato un cambiamento sociale.
Testimonianza di un animatore LVIA